Messina, infrastrutture per rivoluzionare la città - QdS

Messina, infrastrutture per rivoluzionare la città

Lina Bruno

Messina, infrastrutture per rivoluzionare la città

martedì 09 Giugno 2020

Nei giorni scorsi proteste degli autotrasportatori e lunghe file oltre il casello di Tremestieri. Servono soluzioni a breve e medio termine per dare risposte a cittadini e pendolari

MESSINA – È il tema di sempre, l’attraversamento dello Stretto con i suoi disagi e il Ponte sullo sfondo, su cui periodicamente si dibatte senza che nessuna forza politica abbia mai avuto la forza per realizzarlo.

Se n’è tornato a parlare in questi giorni in concomitanza con il caos in cui è piombata la città dopo l’improvvisa protesta degli autotrasportatori e le lunghe file di tir che hanno superato anche il casello di Tremestieri. Ma Messina va in tilt anche quando, durante le mareggiate, uno degli approdi a Sud si insabbia e il flusso dei mezzi pesanti viene dirottato verso il centro.

Il prefetto Maria Carmela Librizzi ha dovuto convocare una riunione urgente di coordinamento delle Forze dell’ordine – cui era presente, tra gli altri, anche l’assessore regionale delle Infrastrutture Marco Falcone – per trovare soluzioni a breve e medio termine: dalla diversificazione delle fasce orarie di transito a un cronoprogramma più stringente per ultimare i lavori del nuovo porto di Tremestieri.

Servirà più di un anno per completare la grande infrastruttura nella zona Sud della città e Falcone ha voluto verificare di persona lo stato di avanzamento dei lavori di un’opera considerata strategica per la Sicilia. “Vogliamo dare risposte precise agli autotrasportatori – ha sottolineato l’esponente del Governo regionale – che ancora oggi in alcune ore della giornata sono costretti ad attese che vanno oltre le due ore. Abbiamo già sistemato l’ingresso dello svincolo di Tremestieri, anche per venire loro incontro. La Regione è pronta a mettere in campo sia finanziamenti che soluzioni che non penalizzino i messinesi e nel contempo non creino disagio al settore. Sono venuto anche per verificare lo stato dell’arte dei due approdi, dei quali uno si insabbia troppo frequentemente e vedere le soluzioni più opportune”.

Una visita è stata effettuata anche alla Rada San Francesco, dove ci sono lunghi tempi di attesa dopo l’apertura della circolazione tra le regioni. “Dobbiamo creare – ha detto Falcone – una interconnessione tra Tremestieri e Rada San Francesco, con una cabina di regia che metta a frutto soluzioni quanto più puntuali possibile e che riducano al minimo i disagi”.

Al sopralluogo hanno preso parte anche il Presidente dell’Autorità portuale Mario Mega, i rappresentanti degli autotrasportatori e dei vettori navali dello Stretto e il vice sindaco Salvatore Mondello. “Rafforzamento delle corse e razionalizzazione dei vettori – ha detto Mondello – sono le soluzioni al vaglio, che fanno naturalmente il paio con il completamento del Porto di Tremestieri, infrastruttura che è tra le priorità dell’Amministrazione. È stato fatto il punto sulle prospettive di avvio dell’opera, esaminando le criticità ancora presenti ed individuando le soluzioni più immediate”.

Opera di collegamento importante per alleggerire la città dal flusso dei tir è la via Don Blasco, dove i lavori proseguono con un buon ritmo dopo le difficoltà dei mesi scorsi: “La via del mare – ha detto Mondello – congiunge idealmente il Porto storico alla nuova infrastruttura di Tremestieri, con la Piattaforma logistica di San Filippo a supporto e la riqualificazione delle zone Zir e Zis attraverso il Piau. Queste sono opere di grande respiro, che rappresentano lo sviluppo della città e che non sono più futuribili ma progetti reali in itinere”.

Sulla Rada S. Francesco, le riflessioni di ordine tecnico sono state accompagnate da considerazioni di politica interregionale: è necessario, è stato detto, rafforzare la dialettica con la Regione Calabria, per delineare una strategia complessiva dello Stretto, che non può prescindere da un’interfaccia infrastrutturale consona sulla sponda calabrese, che dialoghi con la nuova struttura portuale di Tremestieri. Quindi non più Villa San Giovanni come interfaccia naturale ma un’area individuata di Reggio Calabria che snellirebbe i tempi di collegamento del traffico pesante. Ma su questo è già partito un dibattito sull’altra sponda dello Stretto, che vede non poche resistenze tra i calabresi.

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