Dissesto idrogeologico, progetti in ritardo, ora i Comuni del Messinese temono di perdere i fondi - QdS

Dissesto idrogeologico, progetti in ritardo, ora i Comuni del Messinese temono di perdere i fondi

Lina Bruno

Dissesto idrogeologico, progetti in ritardo, ora i Comuni del Messinese temono di perdere i fondi

venerdì 27 Settembre 2019

Sindaci e sindacati hanno chiesto alla Regione un passo indietro e un confronto sul tema. Taglio di 134 milioni di euro del Patto per il Sud destinati a mettere in sicurezza il territorio

MESSINA – Quella peloritana è la provincia siciliana con più aree a rischio e torrenti che andrebbero messi urgentemente in sicurezza. Nel comune capoluogo, per esempio, dove tra qualche giorno si ricorderanno le vittime dell’alluvione di Giampilieri del 2009, già si teme l’arrivo delle prossime piogge.

È sembrato quindi paradossale il taglio di 134 milioni di euro dei fondi del Patto per il Sud destinati proprio a contrastare il dissesto idrogeologico in 26 comuni messinesi. I sindaci, specie quelli della zona ionica, sono pronti a dare battaglia su quello che considerano uno “scippo” da parte della Regione, formalizzato con la delibera di Giunta dell’8 agosto scorso.

La Struttura commissariale contro il Dissesto idrogeologico, diretta da Maurizio Croce, ha rilevato una carenza di progettazione. Da qui la rimodulazione dei fondi a vantaggio di altri interventi in Sicilia che sono pronti a passare alla fase dell’esecuzione dei lavori. Sul meccanismo che ha portato a questa scelta è intervenuto il deputato regionale Danilo Lo Giudice, sindaco di Santa Teresa Riva.

“La somma per la sistemazione del torrente Savoca – ha detto – da un importo di 2 milioni e 850 mila euro è passata a 194 mila euro, che basteranno forse solo per la progettazione esecutiva”. Il parlamentare regionale ha anche presentato un’interrogazione per capire le motivazioni di questa decurtazione per la provincia.

Lo Giudice la prossima settimana organizzerà una riunione con tutti i sindaci interessati per fare il punto sullo stato dei progetti e vedere quali altri iniziative sarà opportuno intraprendere. La Struttura commissariale sembra che abbia voluto diminuire le somme per quelle opere senza progetto a vantaggio di quelle che lo hanno già e mantenere nel Patto per il Sud solo gli importi per la progettazione, ecco perché molte iniziative non hanno più la copertura per l’esecuzione dei lavori.

Non è detto però che quei fondi verranno persi. Anzi, viene assicurato, verranno recuperati una volta ultimata la fase progettuale. Il problema è che i sindaci temono di aver perso la priorità di utilizzo su importanti finanziamenti che non sarà in seguito tanto semplice avere riassegnati.

“Il Patto per il Sud – ha commentato Leonardo Santoro, che guida l’Ufficio speciale per la Progettazione della Regione – come i vari programmi di finanziamento, non è una scatola chiusa ma si evolve usufruendo di somme che rientrano dai ribassi degli interventi già realizzati e in base alle richieste che vengono fatte allo Stato. Ogni intervento ha alla base, prima di essere inserito nel Patto, o una motivazione legata a eventi calamitosi, mi riferisco per esempio a quelli che ho fatto inserire dopo l’alluvione del 2015, basti pensare al torrente Savoca; oppure è legato alla stesura della scheda Rendis, che redige l’Ente locale per il ministero dell’Ambiente e Tutela del territorio”.

“Per venire incontro sulla progettazione – ha aggiunto – ho stipulato un accordo di collaborazione con la Struttura commissariale e predisporrò i progetti di alcune opere in vari Comuni, tra questi Antillo e Novara di Sicilia, nel messinese, dove ho anche il contratto di costa tirrenico che va da Tusa a Patti per interventi organici sui litorali”.

Il taglio dei fondi per il dissesto è giudicato grave anche dalle organizzazioni sindacali. “L’avvio di queste opere di messa in sicurezza – ha detto il segretario generale della Cgil, Giovanni Mastroeni – è indispensabile per il nostro territorio”. Lo stesso rappresentante della Cgil ha poi chiesto all’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, di convocare un Forum per sbloccare le opere pubbliche.

“La nostra provincia – hanno aggiunto il segretario generale Cisl Tonino Genovese e il segretario provinciale della Filca Cisl, Giuseppe Famiano – attendeva da tempo queste somme e alcuni Comuni hanno già provveduto a indire le gare di appalto per la progettazione. Non ci spieghiamo un tale provvedimento. È sempre il settore dell’edilizia a pagare il prezzo più alto di decisioni scellerate di una classe politica del tutto assente”.

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