Mobilità sostenibile, la Sicilia sempre in coda alle classifiche - QdS

Mobilità sostenibile, la Sicilia sempre in coda alle classifiche

redazione

Mobilità sostenibile, la Sicilia sempre in coda alle classifiche

sabato 27 Giugno 2020

Legambiente: nella classifica delle 80 città italiane la prima siciliana è Palermo, al ventiduesimo posto. Catania, addirittura quarantaseiesima. Ancora lontani i livelli di Milano o Bologna, dove più di un terzo degli spostamenti è “green”

di Oriana Sipala

PALERMO – Le città italiane sembrano essere sempre più orientate verso una mobilità sostenibile. A dirlo è Legambiente, nel suo rapporto “CittàMez 2020, mobilità a emissioni zero”, pubblicato lo scorso 23 giugno. I cittadini optano sempre di più per spostamenti con mezzi non inquinanti, come la bicicletta, il monopattino o i mezzi elettrici. Ciò si deve anche grazie alle politiche adottate dai Comuni, che prevedono investimenti a favore della mobilità sostenibile e un ridisegno degli spazi urbani attraverso lo strumento dei Pums (Piani urbani di mobilità sostenibile), con il fine di aprire nuove piste ciclabili e di rafforzare le linee di tram e metropolitane.

In particolare, sono cinque le grandi città italiane (Milano, Napoli, Venezia, Bologna, Torino e Firenze) in cui più di un terzo degli spostamenti (tra il 34 e il 58%) si compiono a piedi, in bici, in treno, in metropolitana o con mezzi elettrici (dal monopattino all’auto). Sono città in cui la percentuale di accessibilità è molto alta. Essa è calcolata in base alla qualità del Tpl (Trasporto pubblico locale), alle piste ciclabili presenti sul territorio e agli spostamenti in modalità “sharing”. A Milano, per esempio, l’accessibilità si attesta al 53%, mentre la Mobilità a emissioni zero (Mez), che si riferisce agli spostamenti elettrici e ciclopedonali, si attesta al 58%. Legambiente, inoltre, assegna a ogni città un voto, che può oscillare da 1 a 5, attribuito in base ai seguenti fattori: stato di elaborazione e ambiezione dei Pums, aree a pedaggio, ridisegno dello spazio pubblico, Lez (Low emission zone), piani aria e piani elettrificazione Tpl, oltre ai più tradizionali indicatori come ztl, piste ciclabili, pedonali. E mentre il capoluogo lombardo si conferma il primo della classe, con un punteggio di 5, i capoluoghi siciliani lasciano molto a desiderare.

Nella classifica delle 80 città italiane che Legambiente ha stilato in base ai livelli di accessibilità e di mobilità a emissioni zero, la prima siciliana si trova al 22° posto. Parliamo di Palermo, che ha un’accessibilità del 10%, mentre si va al 14% se parliamo di Mez. Il voto assegnato da Legambiente per le politiche adottate dal capoluogo siciliano è 3, il migliore della Sicilia, ma mediocre se confrontato con altre città oltre lo Stretto. Poche sono, inoltre, le piste ciclabili (1,68 m/100 ab.) e i punti di ricarica elettrica (83), contro, per esempio i 6,9 m/100ab. di pista ciclabile presenti a Firenze e i 690 punti di ricarica installati nella medesima città.

Alla città di Catania, che occupa il 46° posto in classifica, è assegnato un punteggio pari a 1 per le politiche messe in atto in favore della mobilità sostenibile, anche se, in termini di accessibilità e Mez, va sicuramente meglio di Palermo. Nel capoluogo etneo, infatti, la prima è pari al 24%, mentre per il secondo parametro si parla del 30%. La situazione è comunque migliorabile: la pista ciclabile, per esempio, ammonta a soli 2,07 m/100ab., mente i punti di ricarica elettrica sono 182. Nel contesto della sola Isola, Messina è la città che, dopo Catania, presenta il maggior numero di punti di ricarica per veicoli elettrici (129) e anche il maggior numero di bus elettrici (che sono 17, mentre a Catania ammontano a 12). Quanto ai bus elettrici, si notano timidi tentativi di andare incontro alle nuove esigenze di sostenibilità. Anche a Siracusa e Trapani, infatti, è presente un ridotto parco di bus elettrici (rispettivamente 6 e 4), mentre a Palermo e Caltanisseta se ne conta uno ciascuno.

I singoli cittadini, inoltre, dimostrano un interesse sempre maggiore a spostarsi con mezzi che siano meno inquinanti, come auto a moot elettriche. C’è, insomma, una direzione chiara verso cui si muovono sia i cittadini che le amministrazioni. Ma la strada da fare, per arrivare ai livelli di città come Milano, Bologna, Torino o Ferrara è ancora molto lunga.

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