Se eletto, Cateno De Luca promette un nuovo piano energetico contro i rincari. Ecco di cosa si tratta.
Tra le priorità di Cateno De Luca, leader di “Sud Chiama Nord” e candidato alla presidenza della Regione Siciliana, c’è sicuramente il nuovo piano per affrontare il caro energia.
In vista delle elezioni del 25 settembre, De Luca ha illustrato durante un incontro a Catania i suoi progetti sulla questione energia e rincari.
Piano contro il caro energia e l’uso delle fonti rinnovabili secondo De Luca
“Sicilia, isola dell’energia – Sblocco definitivo delle attività imprenditoriali collegate alla produzione di energia rinnovabile per una Sicilia autonoma e produttrice di energia da vendere su tutto il territorio nazionale”. Questo è il progetto di Cateno De Luca, che promette sin da subito – in caso di vittoria alle elezioni – l’approvazione di un piano energetico speciale.
Un altro progetto per il rappresentante di “Sud Chiama Nord” è quello di puntare sul taglio delle accise su carburanti siciliani: “Senza abbandonare la battaglia per il taglio delle accise sui carburanti prodotti e venduti in Sicilia”.
Sul piano energetico, De Luca spiega: “Estraendo, al momento qualcosa come 2,8 mld di mc di gas, verranno ritrattate le compensazioni ambientale per il principio di compensazione sull’insularità e secondo un calcolo che tenga conto, retroattivamente, di cosa non è stato fatto per l’ambiente in Sicilia autorizzeremo l’Eni ad estrarre di nuovo 10 mln di mc di gas e terremo le compensazioni quali utili per compensare i costi dell’insularità”.
“Non ne vogliamo soldi per l’ambiente, ce li bonifichiamo noi i siti. Piuttosto abbattiamo il costo dell’energia, ma non sul costo del solo gas ma sul costo complessivo delle bollette e anche per le imprese diventando produttori di energia elettrica con le rinnovabili i cui impianti si realizzeranno con i fondi extra bilancio e si diventerà soci (si vogliamo azioni e non costi ambientali) delle compagnie che estraggono”.
Il sogno di una Sicilia autonoma
“Dire che la Sicilia potrebbe essere autonoma anche sul piano della produzione energetica è quasi scontato. Specie se consideriamo le fonti rinnovabili. Dire anche che alla Sicilia – e più in generale all’Italia – viene impedito di essere autosufficiente non è retorica. Lo dice la storia dal secondo Dopoguerra a oggi. Controllare materie prime e fonti di energia dovrebbe essere il primo pensiero di ogni Stato indipendente. Da tempo l’Italia ha rinunziato a tale impegno”.
“E la Sicilia ha fatto e continua a fare ancora peggio, aggiungendo alla subalternità dello Stato italiano rispetto alle multinazionali le soverchierie perpetrate dalla burocrazia regionale a danno di quanti vogliono produrre energia da fonti rinnovabili per soddisfare il proprio fabbisogno e contribuire alla produzione nazionale”.
“La Sicilia non vuole utili, li spalmerà decurtando le bollette dei siciliani per un importo non inferiore al 60% (30% per la compensazione di insularità e 30% per l’aumento del costo dell’energia”.