Imprese allo stremo, Musumeci attacca la burocrazia regionale - QdS

Imprese allo stremo, Musumeci attacca la burocrazia regionale

Raffaella Pessina

Imprese allo stremo, Musumeci attacca la burocrazia regionale

venerdì 02 Settembre 2022

Il Presidente attacca i dirigenti regionali: “Sbloccare i pagamenti”. Gianpaolo Simone (Dirsi): “Amministrazione tutta completamente allo sbando”

PALERMO – Il Presidente della Regione siciliana uscente, Nello Musumeci, ha inviato una nota di diffida ai dirigenti generali dei dipartimenti chiedendo loro di sbloccare ulteriormente i pagamenti da effettuare alle imprese.
“Bisogna rimuovere ogni ostacolo – ha scritto il governatore – per completare il riaccertamento dei residui attivi al 31 dicembre 2021, consentendo così lo sblocco definitivo della spesa e la predisposizione da parte della Ragioneria generale, nel più breve tempo possibile, del rendiconto generale 2021”.

Regione siciliana, gravi ritardi nei pagamenti delle fatture

Musumeci ha segnalato i gravi ritardi nei pagamenti delle fatture, da parte dei diversi rami dell’Amministrazione regionale, nei confronti delle imprese affidatarie di lavori e servizi pubblici.
Ritardi che a loro volta influiscono sui pagamenti ai dipendenti e ai fornitori, compromettendo, in alcuni casi, la stessa sopravvivenza delle imprese. Musumeci ha spiegato che, i lamentati ritardi, da parte anche delle relative associazioni, risultano essere, per la presidenza della Regione, conseguenza della mancata definizione, nei tempi previsti dalle circolari e dalle istruzioni impartite, degli adempimenti finalizzati al riaccertamento ordinario dei residui al 31 dicembre scorso, con il conseguente blocco o ritardo, a diversi mesi dalla chiusura dell’esercizio finanziario, di una parte rilevante della spesa avviata negli esercizi precedenti.

La conseguenza è stata che, con la mancata approvazione entro il 30 giugno scorso del rendiconto generale, si è determinata l’applicazione delle sanzioni previste dal regolamento di contabilità e, in particolare, l’impossibilità di utilizzare l’avanzo vincolato, con il conseguente blocco anche della spesa.
Nella nota si evidenzia, inoltre, che è stato già avviato il percorso per il necessario accertamento delle responsabilità dirigenziali.

La replica di Ance Sicilia

Immediata la replica di Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili). “Ringraziamo il presidente Musumeci per l’iniziativa assunta nei confronti della burocrazia che blocca da un anno la spesa per i pagamenti alle imprese edili – ha detto Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia -. Ma ciò è tardivo e non basta, le imprese non sono più nelle condizioni di aspettare altri due-tre mesi perché si insedi il prossimo governo. Trovarci con un Esecutivo per l’ordinaria amministrazione non può costituire un alibi per l’intera classe politica che da oltre un anno non riesce a imporsi sull’immobilismo amministrativo”.
Cutrone aggiunge però che questo non basta e lancia una proposta: “(….) Urge una tregua elettorale nella quale il governo Musumeci, i deputati regionali uscenti, i partiti e tutti i candidati stringano insieme un Patto per un’assunzione comune di responsabilità che consenta in pochi giorni di adottare tutti gli atti e provvedimenti dai quali dipende la sopravvivenza delle imprese siciliane, a partire dai pagamenti bloccati da un anno. E che sulla riforma della burocrazia per evitare che si ripetano i ritardi subiti dalla Sicilia negli ultimi anni ci sia un impegno di tutti i partiti affinché sia il primo punto nell’agenda del prossimo governo”.

Cutrone ha ricordato che proprio lo scorso 25 agosto il Consiglio di Ance Sicilia aveva chiesto l’urgente convocazione del tavolo tecnico sui mancati pagamenti istituito presso l’assessorato regionale all’Economia, ma non c’era stata risposta. “Bisogna che l’intera classe politica, uscente e candidata, dimostri davvero attenzione nei confronti delle imprese costringendo con ogni mezzo la burocrazia a compiere il lavoro per cui viene pagata, anche a costo di adottare dure sanzioni fino alla rimozione in caso di ritardi non più giustificabili”.

Il QdS ha raggiunto telefonicamente Gianpaolo Simone, segretario regionale del Dirsi, sindacato più rappresentativo dei dirigenti regionali, per una commento alla diffida: “Non si può parlare di un problema – ha detto Simone – quando si è perfettamente a conoscenza che l’Amministrazione tutta è completamente allo sbando. Questo è soltanto uno dei problemi che l’Amministrazione regionale riscontra, il Presidente della Regione non tiene conto della enormità delle problematiche che vi sono in questa Amministrazione completamente allo sbando”.

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