Poste Italiane, ecco il Piano industriale 2024/2028

Poste Italiane tra crescita e continuità: ecco il Piano industriale 2024/2028

Poste Italiane tra crescita e continuità: ecco il Piano industriale 2024/2028

Redazione  |
mercoledì 20 Marzo 2024

Prevista una crescita di circa il 3% annuo. Impegno con gli investitori per distribuire il 65% dell’utile netto: un euro per ogni azione nel 2026

ROMA – Crescita e continuità. Queste le parole chiave contenute nel messaggio che i vertici di Poste Italiane, in particolare l’amministratore delegato Matteo Del Fante, il direttore generale Giuseppe Lasco e il Cfo Camillo Greco, hanno affidato al mercato nel giorno di presentazione del Piano industriale 2024-2028, svoltosi nel quartier generale di viale Europa.

Crescita sui ricavi

“Come numeri – ha spiegato del Fante – è un piano dove noi cresciamo di circa il 3% l’anno sui ricavi di anno in anno con un margine operativo che cresce un po’ di più, del 4%, e un dividendo che cresce del 7%. Diamo l’impegno agli investitori di distribuire il 65% del nostro utile netto, minimo, durante il piano e in questa traiettoria nel 2026 distribuiremo un euro per ogni azione”. “Abbiamo detto poi – ha aggiunto il top manager – due cose. Una scontata, ma ci premeva molto sottolinearla, facendo vedere un po’ la storia dal 2017 a oggi dei nostri piani a priori e dei nostri risultati a posteriori dicendo che, trimestre dopo trimestre, dal 2017 noi abbiamo sempre battuto le aspettative. Quindi come azienda, comunque a controllo pubblico e con radici istituzionali e pubblicistiche avere un approccio conservativo alla comunicazione al mercato per cui non faccio promesse che poi non riesco a mantenere ma anzi, faccio e poi miglioro credo che sia un tratto della casa che a questo punto ci viene riconosciuto”.

Inoltre “confermiamo continuità e impegno a rimanere nel territorio con sempre più servizi, anche pubblici. Non vi sarà sfuggita la notizia della settimana scorso che sono stati emessi i primi passaporti, effettivamente, da un ufficio postale”. “Poi – ha proseguito l’amministratore delegato di Poste Italiane – abbiamo dato un messaggio più congiunturale. Siamo quasi alla fine del primo trimestre e abbiamo detto in termini più qualitativi che, anche rispetto alle nostre previsioni fatte alla fine dell’anno scorso per il 2024 i trend su tutti i nostri business, alcuni in maniera marcata, sono migliori delle nostre aspettative e del budget”.

11 miliardi di patrimonio netto

“C’è stato chiesto – ha spiegato ancora Del Fante – se ci sono di fronte operazioni straordinarie, visto che comunque adesso l’azienda ha più di 11 miliardi di patrimonio netto, e che alla fine del piano avrà quasi 4 miliardi di riserve distribuibili e che ha patrimonializzazione nell’ambito Poste Vita più che capiente. Noi abbiamo detto che il pian o che presentiamo oggi è un piano organico, senza nessuna previsione di acquisizioni significative che cambino il nostro bilancio”.

Uno dei pilastri del piano di Poste Italiane è costituito dallo sviluppo logistico, anche al servizio di un’accelerazione dei tempi di consegna per una serie di beni più richiesti dai consumatori. In vista anche una joint venture immobiliare con la scelta del partner che, ha detto il direttore generale Giuseppe Lasco rispondendo a una specifica domanda, è imminente. “Penso che per il mese di aprile – ha affermato – dovremmo arrivare all’aggiudicazione di questa operazione”.

La presenza sul territorio

Lasco, rispondendo a una specifica domanda sulla possibilità che Poste nei prossimi anni segua alcune delle maggiori realtà finanziarie italiane che hanno avviato importanti programmi di riduzione dell’orario di lavoro e di flessibilità, ha risposto con un segnale all’insegna della continuità: “Noi siamo un’azienda che, oltre ad avere il più alto numero di dipendenti del nostro Paese, che tende sempre ad avere politiche attive di lavoro. Abbiamo fatto un ricambio generazionale tra uscite ed entrate di circa 90 mila persone negli ultimi sei anni. Questo ci ha dato la possibilità di introdurre nel gruppo tantissimi giovani, di abbassare l’età media del personale e di alzare molto la scolarizzazione del personale”.

“In controtendenza rispetto al sistema finanziario – ha concluso Lasco – rimaniamo presenti sul territorio e abbiamo la necessità di investire risorse sul territorio. Abbiamo circa 14 mila uffici postali: così eravamo anche nel 2017 quando ci siamo con tutti i sindaci dei comuni italiani a non chiudere gli uffici postali”.

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