Rifiuti e discariche nel mirino dell’antimafia - QdS

Rifiuti e discariche nel mirino dell’antimafia

Rifiuti e discariche nel mirino dell’antimafia

sabato 21 Settembre 2019

“Clima di precarietà a vantaggio dei privati”. La commissione Ars guidata da Fava ha avviato un’indagine dopo l’ennesima emergenza “Bellolampo”

PALERMO – Approfondire la situazione relativa al sistema di gestione dei rifiuti siciliani significa mettere le mani in un pozzo oscuro e apparentemente senza fine. Lo farà la Commissione antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, mentre tutt’intorno si accavallano le polemiche sul trasporto e sul trattamento rifiuti da Palermo a Catania, con l’assessore Pierobon impegnato sul fronte dell’emergenza e a rilanciare l’assetto organizzativo delle società di regolamentazione dei rifiuti.

INDAGINE REGIONALE SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI
Dopo le note e clamorose relazioni delle commissioni parlamentari di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, l’ultima risale al 2016, che hanno praticamente messo a nudo un sistema fatto di connivenze a vari livelli e di criminalità diffusa nel settore dello smaltimento e del trasporto, adesso è il turno della Commissione antimafia dell’Ars che, proprio nei giorni scorsi, ha annunciato l’avvio di un ciclo di lavoro finalizzato a indagare la gestione dei rifiuti in Sicilia.

L’AUDIZIONE DI ORLANDO
Il sindaco di Palermo è stato il primo tassello del lavoro che sarà condotto da Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia dell’Ars, per comprende cosa cela un sistema che per decenni ha ridotto nell’angolo gli impianti pubblici. Lo spunto è stato il recente caso legato alla discarica di Bellolampo – lo scorso 11 settembre la procura di Palermo ha aperto un’inchiesta per inquinamento ambientale, anche se il sito è già da tempo nel mirino della magistratura – e quindi all’ennesima emergenza nella raccolta e gestione dei rifiuti isolani. “La sensazione – ha spiegato Fava – è che l’impianto palermitano di Bellolampo, principale struttura pubblica esistente in Sicilia, dia fastidio. Ne sono conseguenza atti amministrativi e fatti criminali destinati a creare un clima di precarietà a vantaggio dei privati”.

RIFIUTI IN VIAGGIO
Nei giorni scorsi gli uomini della Regione sono stati al lavoro col Comune di Palermo per trovare una soluzione alla crisi e anche per risolvere la recente polemica relativa ai rifiuti inviati da Palermo a Catania. In particolare, da circa un mese la discarica di Motta S. Anastasia riceve l’immondizia del capoluogo che dovrebbe essere già pretrattata dall’impianto Tmb di Palermo, un passaggio denunciato dalla Oikos – la società che gestisce l’impianto Valanghe d’inverno – e messo in dubbio anche dalle deputate stellate regionali Foti e Marano che hanno chiesto verifiche sanitarie in quanto “siamo a conoscenza che questo impianto non funzioni regolarmente (l’impianto di Bellolampo, ndr) ed è quindi probabile che i rifiuti non siano conformi alle prescrizioni di legge. Se così fosse, non potrebbero entrare nella discarica di Misterbianco”.

Il riferimento corre anche all’altra discarica catanese che riceve i rifiuti di Palermo, Grotte San Giorgio di Lentini, e che, secondo quanto riportato dalle deputate, li “ha già rispediti indietro ritenendoli non ben trattati” e “tutto questo fa pensare a un potenziale rischio ambientale che potrebbe investire la Sicilia orientale”. Per Pierobon, in merito al “trattamento dei rifiuti in uscita, la Rap si è impegnata a installare in breve tempo un altro impianto mobile che consentirà di potenziare l’attività”.

LA SPIEGAZIONE DELL’ARPA
L’Arpa, l’agenzia regionale di salvaguardia dell’ambiente, è stata chiamata in causa in relazione alla conformità dei rifiuti in uscita da Bellolampo e ha risposto nel merito con una nota ufficiale. “Non spetta all’Arpa controllare quali rifiuti caricano le aziende sui tir, quindi Arpa non ha rilasciato pareri né sulla qualità dei rifiuti in uscita da Bellolampo, né su quelli in arrivo a Catania. Arpa ha fatto delle ispezioni visive e documentali insieme al NOE nella discarica di Motta Sant’Anastasia il 12 settembre. Sono stati aperti cinque tir e visivamente i rifiuti non risultavano conformi, è stata poi l’azienda Oikos a verificare tutti i rifiuti e ad esprimersi”.

PROSSIMI APPUNTAMENTI
L’assessore Pierobon punta sulle Srr, le società per la regolamentazione dei rifiuti, avviando una serie di incontri per verificare il rispetto della normativa in tema di personale, di gestione del servizio e di impianti. “Non tollereremo assunzioni all’esterno o altre anomalie – ha spiegato Pierobon – bisogna assorbire tutto il personale storico nel rispetto di quanto previsto dalla legge regionale che regola il settore. Valuteremo lo stato delle procedure e quanto è stato fatto, quindi decideremo se sostituirci agli enti inadempienti”.

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