Rifiuti, da Mite 1,5 mld per raccolta differenziata e riciclo - QdS

Rifiuti, da Mite 1,5 mld per raccolta differenziata e riciclo

Antonino Lo Re

Rifiuti, da Mite 1,5 mld per raccolta differenziata e riciclo

mercoledì 22 Settembre 2021

La misura punta a conseguire gli obiettivi Ue di riciclo, che prevede che al massimo il 10% dei rifiuti in discarica e il 65% riciclato. A fine mese il dicastero pubblicherà i decreti

Dal ministero della Transizione ecologica un miliardo e mezzo di euro per la raccolta differenziata e il riciclo: il 30 settembre il dicastero pubblicherà i decreti con i criteri di selezione dei progetti relativi agli investimenti per le infrastrutture a supporto della raccolta differenziata e per gli impianti di riciclo.

La misura punta a conseguire gli obiettivi Ue di riciclo, che prevede che al massimo il 10% dei rifiuti in discarica e il 65% riciclato. Il ministro Cingolani rileva: “Mettiamo in moto il grande filone di interventi del Pnrr, quello dedicato all’economia circolare. I progetti partiranno nelle prossime settimane”.

Gli investimenti, spiega il ministero in una nota, comprendono misure di potenziamento, digitalizzazione e ammodernamento delle infrastrutture per la raccolta differenziata e si muovono secondo tre assi: infrastrutturazione della raccolta differenziata, impianti per il riciclo delle frazioni della differenziata e flussi critici. “Bisogna migliorare sia la quantità che la qualità di quello che viene raccolto – prosegue il ministro Cingolani – e l’introduzione di nuove tecnologie faciliterà la raccolta per i cittadini”.

Il 60% degli investimenti sugli impianti di riciclo andrà al Centro-Sud. Una particolare attenzione verrà dedicata alla frazione organica che oggi costituisce il 30% circa di tutta la produzione di rifiuti e che dovrà essere valorizzata per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di riciclo e di decarbonizzazione.

Altro capitolo importante del progetto “Città circolari” del Mite, conclude la nota, riguarda i rifiuti speciali, come i fanghi provenienti dagli impianti di depurazione che oggi costituiscono una criticità spesso affrontata con strumenti emergenziali e che invece saranno sfruttati al meglio nell’ottica del modello di economia circolare.

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