La Sicilia si aggrappa all'Europa per uscire dalla crisi: le sfide del futuro

La Sicilia si aggrappa all’Europa per uscire dalla crisi: le sfide del futuro

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La Sicilia si aggrappa all’Europa per uscire dalla crisi: le sfide del futuro

Marianna Strano  |
sabato 28 Maggio 2022

La Sicilia ha ancora molte sfide da vincere per un futuro dignitoso, molte nell'ambito dell'UE. Ne discutono, su QdS.it, gli europarlamentari Annalisa Tardino, Pietro Bartolo e Ignazio Corrao.

La Sicilia, dopo due anni di pandemia e, da febbraio, una guerra in Ucraina che sta minando ancor di più la stabilità economica mondiale, si aggrappa con tutte le sue forze al Pnrr per resistere alla crisi e trovare una via di fuga. Se gli scenari di guerra hanno creato nuove crepe è anche vero che hanno cementato la coesione degli Stati europei. E proprio all’Europa la Sicilia si aggrappa per uscire dall’emergenza.

Sostenibilità, infrastrutture, diritti: queste e molte altre sono le sfide del futuro per la Sicilia, da affrontare in sinergia con l’Ue. Di questo argomento discutono, in questo approfondimento per QdS.it, gli europarlamentari Annalisa Tardino, Pietro Bartolo e Ignazio Corrao.

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Sicilia e Ue: europarlamentari si confrontano su economia, infrastrutture e futuro della Sicilia

Gli onorevoli discuteranno di altre tematiche rilevanti per il futuro dell’isola. Tra i problemi da affrontare in sinergia con l’Ue emergono: sostenibilità, infrastrutture, burocrazia lenta, insularità, diritti e migrazione.

La Sicilia ha un ruolo centrale nell’ambito dell’Ue, in virtù della sua posizione e delle sue risorse incredibili. Tuttavia, l’isola sembra ancora lontana dall’essere opportunamente considerata in relazione ad alcune questioni. Una prima missione per la Sicilia in Ue, quindi, è guadagnare una “posizione” migliore e farsi valere in campo internazionale.

La questione insularità

Per Sicilia e Sardegna il tema dell’insularità è fondamentale. Accelerare i provvedimenti a favore delle Isole maggiori è necessario affinché esse abbiano le stesse opportunità burocratiche ed economiche del continente.

Si tratta di una questione da affrontare nell’ambito dell’Unione Europea. A tal proposito, Annalisa Tardino si concentra sulla tradizionale marginalità delle Isole maggiori in ambito europeo e sulla necessità di cambiare la situazione. “La Sicilia è rimasta per troppo tempo ai margini del dibattito europeo. Ai siciliani, così come ai sardi, che rappresento a Bruxelles, non sono stati riconosciuti adeguati diritti, ad esempio, sul tema dell’insularità. Abbiamo bisogno di una forte spinta per migliorare sul piano della mobilità e dei collegamenti, partendo dal ruolo geografico centrale che ha nel Mediterraneo”, dichiara.

“Disastro” burocrazia: una sfida per la Sicilia in Ue e non solo

Sembra impossibile negare che tra gli ostacoli principali alla realizzazione di opere a favore della Sicilia ci sia una burocrazia lenta e da migliorare. Su questo punto concorda anche Annalisa Tardino, che sottolinea: “I nostri sforzi si concentrano sulla semplificazione delle normative e delle procedure che consentono di accedere a fondi e bandi europei, nonché sulla divulgazione di tutte le opportunità che l’Europa offre. Di recente ho organizzato due seminari rivolti agli amministratori locali, per spiegare loro quali strumenti hanno a disposizione per utilizzare al meglio i finanziamenti a valere sulla programmazione ordinaria e sul PNRR”.

La questione burocrazia è un problema reale per la Sicilia e su questo, seppur con lievi differenze, sembrano d’accordo tutti gli europarlamentari intervistati. Ignazio Corrao, nel suo intervento sull’agricoltura siciliana, non ha risparmiato critiche alle istituzioni, regionali ed europee, per “bandi scritti coi piedi, assurde lungaggini burocratiche, criteri folli” e altro. Nel focus sul settore ittico in Sicilia, anche Pietro Bartolo ha citato la questione, sottolineando il lavoro del suo gruppo per “sburocratizzare e semplificare le norme di accesso ai finanziamenti” per il comparto pesca.

Il problema, per Annalisa Tardino, non riguarda solo le istituzioni locali e nazionali. “Come gruppo politico, chiediamo un cambiamento a livello di governance delle istituzioni europee, attraverso una modifica dei trattati, che vanno rivisti rimettendo al centro i popoli, il lavoro, la crescita e la sicurezza”, spiega, sostenendo di voler portare le istituzioni europee meno verso questioni ideologiche e più “verso i problemi reali della vita di tutti i giorni di cittadini, famiglie e imprese”.

Infrastrutture, il “tallone d’Achille” della Sicilia?

Tra le tematiche più importanti da affrontare in sinergia con l’Ue, per Annalisa Tardino, ci sono quelle legate a infrastrutture e trasporti in Sicilia. C’è molto, troppo da fare. A livello europeo, però, si cerca una soluzione per porre fine all’arretratezza dell’isola su questo fronte.

“Ancora prima di essere nominata componente della Commissione Trasporti e Turismo, mi sono battuta per garantire investimenti nel settore dei trasporti e per progetti infrastrutturali per il territorio, al fine di intervenire sulla viabilità regionale. In più, ho lavorato anche per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, ottenendo nero su bianco da Bruxelles che l’opera può essere finanziata con fondi europei e che tocca al Governo italiano farsi avanti”, spiega l’europarlamentare.

Stretto di messina
Stretto di Messina

“Con il collega deputato nazionale Alessandro Pagano siamo riusciti a far inserire i porti di Licata (AG) e Gela (CL) nell’elenco delle infrastrutture che usufruiranno di fondi speciali in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale. Su mia proposta, inoltre, la Lega ha presentato alcuni emendamenti alla Legge di Bilancio 2022, a sostegno del tema della mobilità in Sicilia e in particolare della provincia di Agrigento”, aggiunge.

E non c’è solo il problema della realizzazione delle infrastrutture in Sicilia da considerare. Serve attenzionare tutti gli argomenti collegati, dal benessere dei lavoratori del settore trasporti all’importanza delle infrastrutture per l’economia locale. “Servono infrastrutture per la mobilità dei cittadini e per permettere lo sviluppo di settori fondamentali per la nostra economia, come turismo e agroalimentare. Ho già ottenuto un’importante apertura dalla commissaria europea ai trasporti sull’inserimento della parte Sud della Sicilia negli importantissimi corridoi Ten-T. Questi collegheranno un punto all’altro dell’Unione e sulle quali viaggeranno persone e merci. Stiamo lavorando anche a favore degli autotrasportatori e per uno sviluppo ulteriore dei collegamenti ferroviari“.

Infrastrutture energetiche e investimenti sul digitale in Sicilia

In un momento caratterizzato dalla crisi post-Covid e dal caro energia, con i prezzi di carburante e gas alle stelle, in Sicilia il tema delle infrastrutture energetiche è di primaria importanza. “Grazie al nostro gruppo – spiega Annalisa Tardino – i finanziamenti per infrastrutture energetiche, come il gasdotto Gela-Malta, sono ancora possibili”.

La digitalizzazione, soprattutto in epoca post-Covid, è un altro tema sul quale serve molto lavorare in Sicilia. “Nell’ultimo periodo abbiamo anche chiesto e ottenuto più fondi per permettere alla Sicilia di investire nel digitale e portare la banda ultra-larga nelle aree interne e rurali e alle fasce più deboli della popolazione”.

Infrastrutture e digitalizzazione: quale futuro per la Sicilia? Immagine di Bethany Drouin da Pixabay.

Sicilia in Ue: le sfide per ambiente e sostenibilità

Annalisa Tardino, Pietro Bartolo e Ignazio Corrao sembrano concordare sul fatto che gli obiettivi della Sicilia in UE per il futuro vadano affrontati tenendo conto della tutela dell’ambiente. Per Corrao, in particolare, la tutela dell’agricoltura passa necessariamente dalla cura per l’ambiente e il sostegno ai progetti ecosostenibili per il territorio.

“Gestione dei rifiuti e discariche a cielo aperto, sversamento di liquami tossici nei fiumi e distruzione degli ecosistemi, inquinamento industriale come nel caso di Gela e Augusta, devastazione degli incendi boschivi: sono tutte piaghe che ogni giorno affliggono la Sicilia. Da anni ormai il nostro territorio è sotto attacco da parte di veri e propri sistemi criminali che hanno interessi economici a discapito della collettività”.

“Di tutti questi temi mi occupo, con attenzione e scrupolo, prestando ascolto ogni giorno alle comunità locali, ai presidi territoriali, ai comitati e anche alle associazioni ambientali di ogni angolo della Sicilia. E qualcosa ai piani europei si muove”, spiega l’europarlamentare.

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Biodiversità, ambiente e sostenibilità: temi importanti per la Sicilia.

Caso Fiume Naro: Commissione Ue “bacchetta” Regione Siciliana

“Di recente mi sono occupato del Fiume Naro, oggi uno dei corsi d’acqua più inquinati d’Europa. Dopo la mega multa all’Italia per l’inquinamento del Fiume Naro e di tutto il bacino delle acque agrigentine, finalmente la Commissione Ue, in seguito a interrogazione, mi ha comunicato ufficialmente che potrebbe essere raggiunta la conformità alla Direttiva sulle acque entro il 2024″. Questo è un esempio riportato da Corrao durante il discorso su ecosostenibilità e lotte ambientali in Sicilia.

“Certo, è avvilente assistere per l’ennesima volta alla Commissione Ue che ‘bacchetta’ la Regione Siciliana sulla gestione dei bacini idrografici. Tuttavia, suscita speranza la notizia che finalmente i lavori iniziati nel 2021 dovrebbero permettere di garantire la conformità alla direttiva nel 2024″.

Guerra in Ucraina, migrazioni e diritti: l’attività in Commissione LIBE

Di ambiente e sicurezza ambientale, nonché di diritti, si occupa anche la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE). In questa commissione lavorano per la Sicilia Pietro Bartolo, in qualità di vicepresidente, e Annalisa Tardino.

Bartolo è definito da molti il “medico dei migranti” per il suo impegno a Lampedusa. Anche in Commissione Europea, l’europarlamentare non dimentica l’impegno per la protezione dei migranti e dei loro diritti.

Guerra in Ucraina e migranti: il ruolo della Sicilia e dell’Ue

Non lo fa per i profughi ucraini, né per chi attraversa ogni giorno il Mediterraneo alla ricerca della salvezza. “Indubbiamente la guerra in Ucraina ha prodotto una serie di effetti sia sull’economia per l’aumento del costo dei carburanti e di molte materie prime ed avrà ripercussioni anche sul sistema dell’accoglienza dei migranti. Si stima già un aumento di arrivi dall’Africa nei prossimi anni per scarsità di cibo, oltre che per i cambiamenti climatici”, spiega.

“Su ognuna di queste questioni la sinergia con l’Ue è fondamentale. L’Europa nelle difficoltà degli ultimi anni, a partire dalla pandemia, si è scoperta più forte. È stata compatta nell’affrontare il virus ed è così oggi per l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina. Per la prima volta nella storia è stata attivata la direttiva 55 del 2001, che concede lo status di protezione temporanea. Uno status che non è mai stato concesso ai tanti cittadini di Paesi terzi che fuggivano da situazioni di conflitto, come i profughi afghani. Ora c’è da lavorare perché la direttiva possa applicarsi a chiunque fugge da una guerra. In Commissione LIBE, di cui sono vicepresidente, siamo al lavoro per definire il nuovo Patto per la migrazione“.

A proposito del Patto e del ruolo della Sicilia, Bartolo ricorda: “Uno dei primi punti è il superamento del Regolamento di Dublino, che affida il carico dell’accoglienza quasi esclusivamente al Paese di primo approdo. La Sicilia, ponte tra Africa e continente europeo è indubbiamente tra le regioni italiane che sono più interessate al fenomeno migratorio e che possono trovare giovamento dalla revisione della direttiva”.

Le sfide future per la Sicilia in Ue

Dopo aver parlato di agricoltura e infrastrutture, Annalisa Tardino dedica una parte dell’intervista alla sua attività in Commissione LIBE.

“Lì sto lavorando alla riforma del regolamento di Dublino, in materia di politiche migratorie, sul dossier relativo alle prove elettroniche in indagini penali, sulle nuove normative sull’intelligenza artificiale, la protezione dei diritti fondamentali, la sicurezza dei cittadini, oltre al lavoro in commissione ENVI, che si occupa di ambiente, salute e sicurezza alimentare“.

L’europarlamentare Tardino ricorda anche il sostegno per il comparto del turismo siciliano. “Sono a fianco del comparto dei balneari, poiché gli investimenti e i posti di lavoro dei titolari degli stabilimenti balneari sono a rischio a causa dell’applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein sulla concorrenza”, dichiara. Anche la ripresa del turismo, assieme a tutte le tematiche precedentemente affrontate, si rivela di primaria importanza per la Sicilia. Il turismo è il cuore dell’economia siciliana, assieme all’agricoltura e alla pesca. La ripresa del settore, quindi, farà probabilmente parte dei progetti UE prossimamente.

Sono queste le sfide per il futuro in Sicilia: gestione delle migrazioni, ripresa economica, sostenibilità e tutela della biodiversità, infrastrutture e digitalizzazione. E gli europarlamentari siciliani, ognuno nel rispetto delle proprie posizioni, hanno l’obiettivo primario di impegnarsi per proporre e promuovere il “brand Sicilia” a livello europeo. Un impegno necessario per vincere sfide che per la Sicilia non sono solo importanti per la sopravvivenza, ma anche fondamentali per guadagnare un maggiore rilievo internazionale nonostante i problemi noti, dalla burocrazia alla marginalizzazione storica dell’isola.

Su QdS.it di domani, un ulteriore approfondimento dei tre europarlamentari sulla crisi di agricoltura e pesca in Sicilia.

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