Regione e parti sociali faccia a faccia, ma i lavoratori non hanno mostrato segni di fiducia. Polemiche contro il governo regionale accusato di voler creare difficoltà alla vertenza
PALERMO – È arrivato il momento. Si insedia, all’assessorato regionale al Lavoro e alla Famiglia, il tavolo tecnico interassessoriale con le parti sociali che lavorerà per “individuare i percorsi realmente attivabili per la risoluzione della crisi occupazionale, interessante il bacino dei lavoratori della formazione professionale e degli operatori degli sportelli multifunzionali”.
E i lavoratori non vogliono rimanere in silenzio. Gli appartenenti all’organizzazione “Ex sportellisti liberi” si sono subito fatti sentire con un comunicato, in cui scrivono come “sia necessaria la presenza dei lavoratori in piazza per rendere ancora più incisiva la battaglia lunga cinque anni e lanciare il messaggio preciso che non abbiamo più tempo da concedere o da perdere, in special modo a fronte del colpo di mano operato in V commissione da parte di tutti i gruppi politici con l’avallo dei soliti noti”.
Anche Adriana Vitale, operatrice ormai nota per la sua battaglia insieme ai colleghi dei famigerati sportelli multifunzionali, prende posizione: “Per la prima volta – scrive Vitale – si è parlato di noi a livello nazionale. Per la prima volta, con delibera assessoriale, si è istituito un tavolo dove sono chiamati un causa tutti i dipartimenti e assessorati coinvolti, quindi Lavoro, Economia, Funzione pubblica, Formazione e un rappresentante della Presidenza. Avevo criticato l’ipotesi del tavolo tecnico perché pensavo fosse sempre la stessa minestra, ma il coinvolgimento dei sopra detti assessorati, mi fa pensare che stavolta si fa sul serio”.
L’associazione degli “Irriducibili” e l’organizzazione sindacale Cobas non sono della stessa opinione, anzi: “Preso atto degli sviluppi portati avanti dalle istituzioni regionali riteniamo che tutto ciò dimostri un tentativo di annullare l’impegno preso con il ministero del Lavoro cambiando in corso le regole del gioco. Per tutto questo riteniamo un obbligo nei confronti della categoria indire un presidio davanti la presidenza del consiglio per denunciare direttamente al ministro Di Maio questi gravi atti, richiedendo la firma urgente di un accordo che li impegni a completare il percorso intrapreso”.
Insomma, tante le posizioni intorno a questo tavolo tecnico, perché grande è l’aspettativa e la disillusione. Nonostante la gioia e l’entusiasmo delle istituzioni regionali per l’avvio dell’Avviso 2, quello dei corsi tradizionali, dopo anni di fermo delle attività, non è stato ancora predisposto un vero programma che permetta di guardare più in là dei prossimi sei mesi, una condizione inaccettabile per gli 8 mila lavoratori e per tutti i giovani che vorrebbero poter usufruire dei corsi di formazione professionale. Il tavolo tecnico, per delibera assessoriale, sarà composto dagli assessori al Lavoro, alla Formazione, al Bilancio e alla Funzione pubblica con i rispettivi direttori generali e un componente della presidenza della Regione, e si occuperà di tradurre indirizzi e scelte relative al futuro dei lavoratori e, come scritto nella stessa delibera, di trovare tutte le possibili soluzioni atte a risolvere la vertenza che investe tutto il compatto della formazione professionale.
I lavoratori al momento non hanno mostrato alcun segno di fiducia, nessuna voglia di discutere su argomenti vuoti, contro la necessità, invece, di atti reali. Perché l’Avviso 2 non ha dato spazio a tutti i formatori, ma solo ad una piccola parte degli operatori dell’albo. E le speranze legate all’inserimento dei navigator nei centri per l’impiego sono ormai morte e sepolte per gli ex sportellisti. Le speranze vennero meno presto, quando il deputato regionale Giancarlo Cancelleri affermò come fosse necessario un regolare concorso con selezione per accedere al ruolo, a cui molti degli ex sportellisti non possono partecipare per mancanza di requisiti.