Messina, Giovani imprenditori di fronte alla crisi - QdS

Messina, Giovani imprenditori di fronte alla crisi

Lina Bruno

Messina, Giovani imprenditori di fronte alla crisi

giovedì 02 Aprile 2020

Intervista alla presidente dell’apposita sezione di Sicindustria provinciale, Sveva Arcoviti. C’è il timore che le conseguenze delle misure restrittive possano distruggere molte realtà

MESSINA – Le imprese industriali gestite da giovani sono poche in provincia e al di fuori delle start up di carattere innovativo e tecnologico, il panorama offre veramente poco.

Sono state numerose le misure messe in campo in questi anni e quella che ha avuto forse più risposte è stata “Resto al Sud, con copertura fino al cento per cento per i giovani under 46. A Messina sono stati approvati oltre cento progetti, che però non sono tutti strettamente legati ad attività produttive. Il timore adesso è che la crisi economica che sta investendo tutte le attività, a seguito dell’emergenza Coronavirus, possa incidere in modo particolare sui giovani imprenditori e soprattutto su quelle nuove generazioni che avevano magari pensato di investire sulle proprie capacità e idee.

“Le ripercussioni economiche sulle giovani imprese messinesi sono le stesse di tutte le altre, con l’aggravante che un’impresa composta da giovani che non ha un percorso radicato alle spalle, ha una minore patrimonializzazione e quindi meno liquidità. Ha più difficoltà rispetto alla media”. A parlare è Sveva Arcovito, presidente del gruppo Giovani industriali di Sicindustria Messina.

Fin dall’inizio ha cercato di strutturare un dialogo tra l’Impresa e il contesto che potesse innescare sviluppo socio economico. “A perdere di più – spiega – sono le micro e piccole imprese, il vero motore della nostra economia. Bisogna evitare che troppe, se non tutte le realtà produttive messinesi, alle prese con una crisi economica senza precedenti dal secondo dopoguerra, si ritrovino fuori mercato, per evitare di mietere vittime di altro tipo. Inizialmente hanno cominciato a soffrire le imprese legate al turismo. Ma ora, a cascata, ne risentono tutti i settori, tutte le imprese di ogni dimensione, senza eccezioni”.

“Nonostante tutto – aggiunge – le imprese messinesi stanno facendo il proprio dovere con responsabilità, stanno seguendo tutte le prescrizioni per tutelare la salute dei propri lavoratori e alcune aziende, come la Irritec e la Fontalba, stanno dando contributi concreti per la gestione dell’emergenza”.

L’amministratore di Fontalba, Alessandro Faranda, ha deciso infatti di donare oltre tremila bottiglie d’acqua alle famiglie più fragili e bisognose e a distribuirle in questi giorni sono stati i volontari della Comunità di Sant’Egidio e dell’Unitalsi. Irritec, azienda di Capo d’Orlando che si occupa di impianti di irrigazione, ha contribuito, in collaborazione con UniMe, alla trasformazione delle maschere da snorkeling commercializzate da Decathlon, in dispositivi C-Pap ospedalieri per terapia sub intensiva per i centri Covid del territorio.

Ma quanto ne uscirà penalizzata la voglia di fare impresa nei giovani?
“Quando questo momento di crisi finirà – sostiene Arcovito – tutti avremo bisogno di rimetterci in gioco. Ma dobbiamo essere realisti e concreti: se lo Stato non sarà in grado di causare un vero e proprio shock economico attraverso uno straordinario piano di intervento, purtroppo non basterà solo mettere in campo tenacia, fiducia e voglia di riscatto”.

Come se ne potrà uscire?
“Intanto occorre buon senso: bisogna collaborare di fonte a questa emergenza sanitaria ed economica, tutti, imprese, sindacati, Governo. Ma chi ragiona per il bene del nostro territorio non può che pensare anche al dopo virus, a cosa e come fare dopo, per evitare che questa immane tragedia umana si trasformi nella completa deindustrializzazione del Paese. In questo momento le aziende hanno bisogno di certezze, non di confusione. Potremo uscirne solo con un piano concreto per sostenere davvero la produzione e i consumi”.

Quanto è importante il sostegno pubblico? Cosa chiedete?
“Il sostegno pubblico è fondamentale. Le scelte di politica economica devono essere immediate. In questo momento è urgente dare liquidità alle imprese, fornendogli credito di esercizio e capitale circolante, e alle famiglie, per far ripartire subito i consumi. Sicuramente il debito aumenterà, ma è necessario che il Governo salvaguardi i fondamentali dell’economia”.

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