Palermo, modificato il Piano di riequilibrio ma è un salasso per i contribuenti - QdS

Palermo, modificato il Piano di riequilibrio ma è un salasso per i contribuenti

Gaspare Ingargiola

Palermo, modificato il Piano di riequilibrio ma è un salasso per i contribuenti

venerdì 28 Gennaio 2022

Semaforo verde della Giunta Orlando al maxi emendamento per aggiustare il tiro del documento varato per scongiurare il default. Adesso occorre approvare tutto entro la fine del mese

PALERMO – La Giunta Orlando ha dato il via libera al maxi emendamento al Piano di riequilibrio che il Consiglio comunale deve approvare entro il 31 gennaio.

Un piano da 863,5 milioni di euro che, a differenza della prima versione che è andata a sbattere contro il “niet” della Ragioneria e i malumori di Sala delle Lapidi, stavolta si fonda su “entrate certe idonee al risanamento del Comune”, come si legge nel nuovo parere (questa volta favorevole) del ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile. I contributi straordinari da Roma (vincolati alla riduzione del disavanzo di amministrazione) non sono più ipotesi ma soldi veri: 69,8 milioni dal Decreto Fiscale (già incassati) e un doppio stanziamento stimato in 35 milioni per il 2022 e 22 per il 2023 grazie alla Legge di Bilancio. Nel ventennio 2021-2040 lo Stato erogherà al Comune un totale di 293,2 milioni più altri 21,5 milioni per il biennio 2041-2042 (non compreso nel Piano).

Ma ad essere confermato, anzi se possibile inasprito, è anche e soprattutto il salasso per i contribuenti palermitani. C’è ad esempio un ulteriore aumento dell’addizionale Irpef rispetto alle previsioni iniziali, in deroga ai limiti massimi: l’incremento del gettito passa da 33,1 a 49,4 milioni già quest’anno, poi addirittura a 59,9 l’anno prossimo per poi scendere gradualmente tra i 37,9 e i 31,6 nel decennio 2024-2034 e stabilizzarsi infine tra i 12 e gli 11,3 milioni tra il 2035 e il 2040.

Sulle entrate fiscali il ragioniere continua a non credere realizzabile la previsione di un aumento della riscossione dall’attuale 38% al 75%, ben al di sopra della media italiana del 60%, e avverte che il mancato rispetto di queste stime potrebbe portare ad un ulteriore aumento dell’Irpef: “La misura individuata ai fini del riequilibrio pluriennale del bilancio relativa agli ipotizzati incrementi dei tassi di riscossione delle entrate proprie – scrive – contrasta con quella formalmente attestata dalla dirigenza preposta. A tal riguardo, si ritiene che tale profilo di criticità debba essere sottoposto a costante monitoraggio ed oggetto di immediate misure compensative, quali l’ulteriore incremento dell’addizionale Irpef o altre entrate proprie, posto che, in ogni caso, il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, secondo i principi contabili, è comunque computato in ragione della media delle riscossioni effettivamente accertate”.

Confermati anche gli aumenti a tappeto delle tariffe per i servizi a domanda: costeranno di più i matrimoni allo Spasimo (che avrà anche un biglietto di ingresso), i diritti di istruttoria, gli impianti sportivi, i mercati generali (ittico e ortofrutticolo), i servizi funebri e cimiteriali, i musei e gli spazi espositivi, gli spazi pubblicitari (messi a gara di recente), i passi carrabili, le certificazioni urbanistiche, i servizi a pagamento della Polizia Municipale. Basile invita ad aggiornare queste tariffe prima possibile: “Lo schema di piano – sottolinea – contempla le risorse finanziarie necessarie al conseguimento dell’obbligo di copertura dei costi dei servizi a domanda individuale nella misura minima prevista dalla legge (36%). Al riguardo, occorre che senza indugio siano approvate tutte le relative tariffe, le quali, come noto, devono essere effettivamente, a consuntivo e per ciascuna delle annualità interessate dal Piano, idonee al conseguimento del detto obiettivo di copertura dei relativi costi, poiché in caso contrario è prevista dall’ordinamento l’applicazione di una sanzione non sostenibile per gli equilibri di bilancio”.

E sugli spazi pubblicitari il ragioniere ricorda il rischio incombente dopo “l’Ordinanza del Tar Palermo n. 32 del 17 gennaio con la quale è stata sospesa l’efficacia della procedura di gara aperta per l’assegnazione delle superfici pubblicitarie sul suolo pubblico: vanno acquisite formali rassicurazioni da parte della dirigenza preposta”. Sono previste anche l’installazione di altre telecamere di controllo degli accessi alla Ztl, la riduzione delle spese della Giunta, dei costi della refezione scolastica e dei componenti dei Consigli di Circoscrizione, l’alienazione di 17 immobili e la vendita delle quote Gesap dal 2025 (che frutterà 22,1 milioni). Sulle partecipate Basile esorta l’Amministrazione “a procedere ad una verifica e relativa valutazione di tutti i servizi erogati e della situazione di tutti gli organismi delle società partecipate e dei relativi costi o oneri comunque a carico del bilancio comunale”. Ma soprattutto lancia l’allarme sulla vertenza da 111 milioni con l’Amat: “Il Collegio dei revisori, con profili di condivisione, segnala ‘l’incombenza della mancata definizione del reclamato credito da parte di Amat al 31 dicembre 2019 per 111 milioni’, che ‘ove non definito transattivamente renderebbe inutile ogni buon proponimento risanante’”.

Meno sanguinosa del previsto, invece, la riorganizzazione del personale, che nella prima versione del piano prevedeva un’emorragia inarrestabile di dipendenti fino ai circa 1.100 del 2040. Il maxi emendamento propone invece, accanto ai pensionamenti, l’incremento ore dei dipendenti di categoria A e B, centinaia di assunzioni e incremento ore dei dipendenti C e D e assunzioni di dirigenti tecnici (11), amministrativi (8), contabili (2) e avvocati (4). Ora la palla passa a Sala delle Lapidi. Saranno giorni di fuoco: entro lunedì il piano non va soltanto approvato ma anche inviato alla Corte dei Conti e al Ministero dell’Interno. Dopodiché l’Amministrazione dovrà firmare il contratto con la Presidenza del Consiglio entro il 15 febbraio.

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