Progressisti in conclave: strada in salita per il dopo Abramo

Progressisti di nuovo in conclave: strada in salita per il dopo Abramo

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Progressisti di nuovo in conclave: strada in salita per il dopo Abramo

Melania Tanteri  |
martedì 14 Marzo 2023

L'entusiasmo è durato poco più di 48 ore. L'unione del fronte progressista è di nuovo messa a dura prova.

L’entusiasmo è durato poco più di 48 ore. L’unione del fronte progressista è di nuovo messa a dura prova dopo il niet di Emiliano Abramo. Il referente siciliano della Comunità di Sant’Egidio ha rinunciato alla candidatura, sofferta ma alla fine approvata da tutte le anime della coalizione che vede insieme Pd, M5S, Sinistra Italiana, Verdi e il forum Civico Catania può, appena due giorni dopo la sua incoronazione.

Fronte progressista riunito

La coalizione è già al lavoro per trovare un altro nome. Un lavoro arduo. Mettere d’accordo tutti non sarà facile. Anche perché, dopo la rinuncia di Abramo, accettato anche da chi aveva evidenziato di non anutrire particolare entusiasmo per questa scelta, la parola sembrerebbe spettare al Movimento 5 Stelle. Che un candidato lo ha già espresso e che, a quanto pare, lo ribadirà oggi pomeriggio e ancora: Graziano Bonaccorsi.

M5S: “Bisogna fare presto”

Il consigliere comunale, al quale si deve gran parte dell’opposizione a Pogliese e alla sua squadra, resta dunque il nome dei Cinque stelle, che si augurano si faccia presto. “Il nome spetterebbe a noi – sussurra qualche pentastellato. In ogni caso, occorre ragionare e fare lavoro di squadra, ma bisogna fare presto”. Il rischio è che il fronte si disgreghi perdendo rivoli che potrebbero confluire altrove. A sostegno di Enzo Bianco, ad esempio. O nel “partito del vescovo” che non c’è, come sottolineato dagli stessi promotori del Cantiere per Catania, ma c’è. E non è escluso che il nome che potrebbe cavare le castagne dal fuoco, soprattutto tra i democratici, possa arrivare proprio da lì.

I democratici e il nome che non c’è

Anche perché, a quanto pare, il Pd nomi da mettere sul piatto non ne ha. O meglio, li avrebbe se non ci fossero stati veti. Uno dei papabili, l’ex consigliere Niccolò Notarbartolo, sembra sia fuori dai giochi per un veto imposto dal segretario Dem Barbagallo. Anche il nome dell’economista – anche lui ex candidato sindaco – Maurizio Caserta non sembrerebbe più in lizza: sarebbe stato lo stesso docente a rifiutare, nonostante la tessera del Pd fresca fresca.

Il quadro si complica

Un quadro sempre più simile a uno schizzo che a un’opera compiuta che potrebbe ulteriormente complicarsi: non è escluso, infatti, che di fronte a questo stato di cose, qualcuno decida di abbandonare o seguire navi più solide per approdare a porti sicuri. Il tempo stringe. Lo sanno bene i progressisti che potrebbero trovare una quadra entro la settimana. “La frattura – affermano in tanti – è esclusa”. Ma resta lo spauracchio che aleggia sulla coalizione.

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