Nulla di fatto dopo l’incontro al ministero del Lavoro, che però promette soluzioni strutturali. Sono 1.600 gli esuberi previsti dall’azienda soltanto per i call center del capoluogo
PALERMO – Fumata grigia e un futuro che, almeno per il momento, diventa sempre più nero. Il tavolo di confronto convocato a Roma sulla vertenza Almaviva Contact non ha individuato soluzioni valide per il futuro dei lavoratori (1.600 rischiano il posto nella sola sede di Palermo). Le parti si riaggiorneranno a settembre. Ma nel frattempo per i sindacati la priorità è non abbassare la guardia.
“Anche oggi – ha commentato Giuseppe Tumminia, segretario regionale di UilCom Sicilia – il nostro giudizio è negativo. Siamo consapevoli che non ci sono soluzioni immediate e che i tempi sono stretti, ma ci aspettavamo che il Governo nazionale garantisse lo stop all’apertura delle procedure di licenziamento attraverso un rapporto trasparente con i committenti Tim e Wind, di cui non abbiamo notizie”.
Per il sindacalista, l’unica ricetta per uscire dalla crisi è la seguente: “Incremento del lavoro, riduzione degli ammortizzatori sociali e riordino del settore dei call center”.
Ad aggiornare sull’incontro romano ci ha pensato anche il sindaco Leoluca Orlando, che non ha nascosto le proprie preoccupazioni per quella che rischia di diventare una vera e propria bomba sociale. “Dal tavolo al ministero del Lavoro – ha commentato – non è arrivata alcuna novità, almeno di quelle che ci aspettavamo per rasserenare la tensione e dare risposte concrete sulla vertenza Almaviva a Palermo. Continua la preoccupazione, perché nessuno dei punti attorno a cui si snoda la crisi dei call center è stato affrontato”.
“Non sarà un’estate facile – ha concluso il sindaco – per migliaia di lavoratrici e lavoratori di Almaviva. Tuttavia continuiamo a confidare che nella prima settimana di settembre, quando il tavolo si riunirà nuovamente, sarà possibile scongiurare l’apertura della procedura degli esuberi con qualche misura di sistema appropriata”.
Soluzioni concrete per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali sono state invocate anche dall’assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone. “Abbiamo chiesto al Governo nazionale – ha detto – impegni concreti per evitare i licenziamenti annunciati dall’azienda, nonché interventi strutturali rivolti alla risoluzione delle difficoltà di tutta la filiera del comparto dell’information technology sulla quale, è bene ribadirlo, è necessario altresì che gli enti preposti vigilino al fine di una corretta applicazione del costo del lavoro. Questo governo regionale non consentirà che la Sicilia possa essere considerata una prateria di scorribande speculative”.
Insomma, tutti si attendono dal Governo a trazione Movimento 5 stelle-Lega un intervento deciso e risolutivo su una questione che rischia di mandare in crisi centinaia di famiglie. E dal ministero del Lavoro è arrivata una nota che aveva proprio l’obiettivo di rasserenare gli animi.
“La vertenza Almaviva Palermo – hanno comunicato da Roma – è costantemente monitorata. L’aggiornamento del tavolo al 6 settembre è propedeutico alla ricerca di soluzioni che evitino i licenziamenti. Il comparto call center è al centro di una profonda trasformazione produttiva e necessita di una riforma strutturale su cui il Ministero è già al lavoro”.
Di certo non basteranno queste parole per tranquillizzare i 1.600 dipendenti a rischio e le rispettive famiglie. Ciò che si spera è che, dopo un’estate infernale, la fine del 2019 possa portare finalmente notizie positive.