Terme di Sciacca e Acireale, due buchi nell’acqua tra bandi disertati, degrado e atti di vandalismo - QdS

Terme di Sciacca e Acireale, due buchi nell’acqua tra bandi disertati, degrado e atti di vandalismo

Chiara Borzi

Terme di Sciacca e Acireale, due buchi nell’acqua tra bandi disertati, degrado e atti di vandalismo

giovedì 18 Luglio 2019

La Sicilia, con sette stabilimenti attrae solo il 5,1% dei flussi turistici contro il 21% di Trentino e Veneto. Eppure L’Isola potrebbe fatturare oltre tre milioni se soltanto riuscisse a sfruttare i dodicimila posti letto nelle zone in cui si trovano stabilimenti termali

CATANIA – Passano gli anni ma lo scenario rimane immutato. Il termalismo siciliano è segnato da un immobilismo che equivale alla perdita di introiti, ma anche d’immagine per il territorio. I due principali stabilimenti regionali, Sciacca e Acireale, riempiono le pagine di cronaca ma con fatti che raccontano di bandi disertati, degrado delle strutture, atti di vandalismo. Rare le notizie che informano su svolte incisive.

Nonostante la Sicilia possa vantare sette stabilimenti, attrae appena il 5,1 per cento del flusso turistico termale. Trentino Alto Adige e Veneto attraggono il 21 per cento, come la Toscana, dove Montecatini fattura 4 milioni di euro l’anno. L’Isola potrebbe fatturare almeno 3,3 milioni se solo riuscisse a sfruttare 12 mila posti letto esistenti nelle zone in cui sono presenti o prossimi stabilimenti termali. 70 euro è la media di spesa giornaliera del turista termale, quattro i giorni di permanenza media. Dal 2008 al 2015 per la Sicilia è stato registrato un calo dell’11,7% di ricavi da prestazioni termali e del 2,1 per cento di ricavi da attività complementari (Rapporto sul settore termale 2015, Federterme).

Proprio Federterme ha monitorato l’andamento delle attività di tutte le terme siciliane, comprese Sciacca e Acireale. Le terme di Sciacca sono chiuse da più di tre anni e condizione analoga vivono le terme di Acireale, che pure in passato un ruolo importante per il territorio – analizza l’ente -avevano avuto.

In questo scenario di riferimento occorre porre in essere le condizioni per poter intervenire, anche a livello legislativo regionale. Per questi storici istituti termali, infatti, la realizzazione di un processo di passaggio ad una gestione di tipo privatistico è certamente obbligata dai fatti, ed è ormai ineludibile proprio in considerazione dalla situazione di estrema difficoltà che le aziende stanno vivendo.

Il tema potrebbe essere affrontato, a questo punto, a livello locale ed in chiave innovativa, ipotizzando il ricorso ai fondi immobiliari pubblici di cui alla L. 410/01, ad esempio attraverso un tavolo ad hoc che veda la partecipazione della Regione Siciliana, dei sindaci delle città termali interessate e di Federterme, che potrebbe svolgere subito un primo approfondimento nel merito.

Non ci sono dati aggiornati sul termalismo siciliano, dunque serve far riferimento a vecchi dati per guardare alle presenze negli esercizi complementari alle terme.

Grazie all’elaborazione Federterme su dati ISTAT, anno 2013, possiamo confrontare il numero di presenze negli esercizi alberghieri e complementari delle località termali tra Sicilia ed Emilia-Romagna. L’Emilia ha contato oltre 1 milione di presenze, la Sicilia 430 mila (nel dettaglio oltre 273 mila arrivi di turisti non stranieri per l’Emilia e 31 mila per la Sicilia) ed inoltre 173 mila presenze circa di turisti stranieri per l’Emilia e quasi 274 mila per la Sicilia. Nel 2013 i due più grandi stabilimenti termali erano in funzione, ma come evidenziato dal forum permanente sulle terme di Acireale, quest’ultime avevano accumulato oltre 12 milioni di debito dal 2006 al 2013.

La Toscana, il Veneto e il Trentino Alto Adige hanno fatto registrare il maggior numero di flussi turistici nelle località termali, sia in termini di arrivi che di presenze. In generale l’Italia conta 380 stabilimenti termali che si trovano in 19 regioni, in 180 Comuni, con circa 65.000 addetti diretti e indiretti nell’indotto, per un fatturato da 800 milioni nel 2015. Sono state 15 milioni le prestazioni termali erogate (nel 2014) a carico del Servizio sanitario nazionale. La Sicilia rimane ai margini di questo business.

L’assessore all’Economia Armao e la sindaca Valenti fanno il punto della situazione

SCIACCA (AG) – “Siamo in dirittura d’arrivo. Sono ottimista. Abbiamo lavorato in collaborazione con la Regione Siciliana per arrivare a un obiettivo atteso da anni”.

Ad esprimersi senza celare positività è la sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, sulla possibilità di veder affidata parte dei beni immobiliari delle terme.

terme sciacca

“La chiusura dello stabilimento termale e di tutte le attività legate alle nostre terme ha determinato un danno enorme all’economia della città e del territorio. Proprio in questi giorni, l’assessore all’Economia Gaetano Armao, col quale ho avuto un’intensa interlocuzione, mi ha riferito che è pronto lo schema di manifestazione di interesse. Così com’è pronto l’affidamento al Comune di Sciacca del parco delle terme, dove di recente è stato pure eseguito un intervento di scerbatura e potatura.

Segnali che lasciano ben sperare su una situazione che finalmente sta per sbloccarsi. Purtroppo è trascorso tanto, troppo tempo, dalla chiusura. Ci auguriamo che venga al più presto emesso il bando di affidamento e che si trovino imprenditori che abbiano le capacità di recuperare il tempo perduto con una gestione sana e produttiva, portando le terme al suo periodo migliore”, ha concluso Valenti.

“Con il comune di Sciacca c’è un’ampia collaborazione, di questo non posso che ringraziare il sindaco – ha a sua volta dichiarato dagli scranni Ars proprio l’assessore all’Economia Armao -. Un’amministrazione comunale non ha al suo interno la dotazione adeguata per seguire una questione così complessa, siamo intervenuti noi come assessorato.

Siamo pronti ed è sul mio tavolo lo schema di manifestazione d’interessa di cui devo parlare con il Presidente della Regione nelle prossime ore, poi potrà essere pubblicato. Posso annunciare l’affidamento del parco urbano delle Terme al Comune di Sciacca, con tutte le misure di cautela per un’area così delicata”.

Acireale in mezzo al mare disertati i primi due bandi

CATANIA – I sindaci delle città di Sciacca e Acireale hanno dichiarato di tenere particolarmente alla riapertura dei rispettivi stabilimenti termali, ma vivono con diversa partecipazione lo stato di crisi del comparto a livello territoriale.

In maniera diversa si è comportata anche la Regione. Se da una parte l’assessore Gaetano Armao ha dichiarato disponibilità e comprensione all’amministrazione della sindaca Valenti, in provincia di Catania sono stati disertati primo e secondo bando in cui si attendeva la partecipazione dell’amministrazione regionale.

terme-acireale

Il sindaco di Acireale non ha ritenuto di commentare il fatto, mentre lo ha fatto la deputata regionale acese Angela Foti: “Il governo Musumeci a questo punto ci dica chiaramente quali sono le sue intenzioni e spieghi i motivi della mancata attivazione del mutuo previsto dalla legge 20 del 2016.

L’iter di ricongiungimento del patrimonio immobiliare di Terme Spa e la chiusura della liquidazione della stessa sono passaggi imprescindibili sui quali, fin dai tempi del governo Crocetta, si era legiferato con la pressoché unanimità dell’aula. La mancata partecipazione specialmente a fronte delle numerose dichiarazioni di intento da parte del governo Musumeci, appare del tutto inspiegabile”.

Ragionevolmente più cauta la posizione di Francesco Petralia, membro del Collegio dei liquidatori attivo ad Acireale. “Il collegio dei liquidatori cerca di lavorare in sinergia, ma quel che accadrà ora non dipende più da noi. La Regione dovrà lavorare per convincere i creditori del fondo Cerberus a non avviare la procedura esecutiva che era stata sospesa. Speriamo ci riesca. Pur avendoci inviato una seconda nota in cui è stato ribadito l’interesse verso l’operazione, la Regione non ha ricevuto l’ok all’accensione del mutuo da Cassa Depositi e Prestiti”.

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