Italia, ritardi PNRR e debito pubblico preoccupano investitori esteri
(Teleborsa) - L'attrattività dell'Italia presso gli investitori esteri rimane stabile, anche se rimangono situazioni di criticità in aree significative. Inoltre, i rischi di ritardo nel PNRR e l'indebitamento pubblico sono i principali fattori che potrebbero condizionare il posizionamento del paese nei mercati. È quanto emerge dall'Osservatorio 2023 sull'attrattività dell'Italia presso gli investitori esteri realizzato incrociando i dati derivanti dall'elaborazione del Super-Index AIBE (realizzato con la collaborazione del CENSIS) con una survey condotta presso le 38 banche ed istituzioni finanziarie internazionali associate ad AIBE (Associazione Italiana Banche Estere).
In particolare, l'Italia conferma il 9° posto fra i paesi del G20 nella graduatoria del Super-Index AIBE 2023, pur migliorando il proprio punteggio relativo (55,2 su 100 contro 38,8 dell'anno precedente). In sintesi, il livello di attrattività del paese può contare sulle performance positive nel campo dell'export (5° posto), del capitale umano disponibile (8° posto), del grado di adeguatezza della logistica (7° posto) e degli avanzamenti che riguardano il contesto della sostenibilità ambientale (5° posto).
Al contrario, l'Indice segnala ancora ritardi per quanto riguarda l'adeguatezza delle procedure nel "fare impresa" e negli adempimenti fiscali. Non si registrano, invece, miglioramenti particolari per ciò che attiene alla percezione della presenza della corruzione, della digitalizzazione, dello stato di diritto (per tutti e tre gli ambiti permane la nona posizione in graduatoria).
Dalla survey AIBE emerge che i fattori che maggiormente condizionano la crescita sono stati l'inefficienza e i ritardi con cui si sta attuando il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, insieme all'eccesso di indebitamento pubblico dovuto a misure di contenimento della crisi energetica e/o a misure di stimolo all'attività economica dei mesi passati (es. Superbonus). L'azione del Governo è indebolita nel campo economico e delle riforme da alcune incertezze nelle decisioni politiche e nella debolezza della domanda interna. Tra gli intervistati AIBE, meno condivisi appaiono la debole domanda estera con effetti diretti sulle esportazioni italiane e le restrizioni che hanno condizionato l'erogazione del credito rivolto alle imprese.
"La cosa che preoccupa, o che dovrebbe preoccupare, è che il debito possa diventare, ancora una volta, il pretesto per una crisi di fiducia sull'Italia determinata dall'eccessivo rialzo dei tassi o da qualche fattore esogeno di natura geopolitica", commenta Guido Rosa, presidente AIBE.
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