Giglio Group, CEO: parlare di intimidazione a revisori è inopportuno, valutiamo azioni legali
(Teleborsa) - "Trasformare in intimidazione - che per altro è un reato preciso - il fatto che abbiamo detto che tuteleremo i nostri diritti in piena conformità con la normativa, mi sembra che crei un serio danno di immagine. Parlare di intimidazione avvicina Giglio Group quasi a un comportamento mafioso e ci sembra totalmente inopportuno". Lo ha detto a Teleborsa Alessandro Giglio, fondatore e CEO di Giglio Group, dopo le dimissioni di BDO Italia dall'incarico di revisione legale dei conti. I revisori, rivolgendosi ai vertici di Giglio Group, hanno scritto: "La straordinariamente grave vostra manifestazione - un vero e proprio aut aut - rileva infatti quale compromissione dell'indipendenza di BDO Italia per intimidazione e impedisce la prosecuzione dell'incarico di revisione".
"Ci riserviamo di tutelare gli interessi sociali, e quindi potremmo prendere in considerazione azioni legali - ha detto a questo proposito il CEO - Vogliamo capire, nelle sedi opportune e in piena conformità con la normativa, se c'è spazio per ulteriori azioni, a fronte di errori che noi riteniamo evidenti nella relazione fatta di BDO". "Abbiamo evidenziato degli errori oggettivi e numerici nelle rilevazioni di BDO Italia, come abbiamo scritto nei comunicati, ma mai e poi mai abbiamo fatto alcun tipo di intimidazione", ha aggiunto.
In merito alla decisione di passare da Euronext Star Milan a Euronext Milan, Giglio ha detto che "ci sembrava opportuno, avendo ricevuto una "no opinion", uscire temporaneamente dallo STAR per non mettere in imbarazzo di Borsa Italiana nell'avere una società STAR con una "no opinion", per poi riservarci - d'accordo con Borsa - di rientrare non appena questo enorme pasticcio sarà, come noi ne siamo certi, chiariti".
Nonostante i rilievi di BDO Italia, l'imprenditore ha confermato le previsioni del piano industriale e sostiene che queste siano anche confermate dai risultati del primo trimestre 2023. Giglio ha sottolineato che "il piano industriale, per altro, è stato validato da una primaria società di consulenza, una delle Big Four, mentre un'altra società indipendente, sempre di primaria importanza, ha fatto l'impairment test e quindi ha certificato i valori dei nostri asset".
Infine, il CEO ha evidenziato che "tutti i contratti previsti dal piano industriale sono stati firmati, quindi non esiste quell'incertezza che quel tale contratto non si concretizzi. Adesso abbiamo di fronte grandi aspettative, anche perché dei contratti in essere faremo a breve comunicazione al mercato, sono contratti di grandissimo spessore e sostengono in maniera decisa quelle che sono le nostre previsioni".
La timeline della vicenda:
- Il 3 maggio Giglio Group comunica che la società di revisione BDO Italia ha rilasciato la propria relazione sulla revisione contabile del progetto di bilancio di esercizio al 31 dicembre 2022, che contiene la dichiarazione di impossibilità di esprimere un giudizio.
- Il 14 maggio Giglio Group afferma che la decisione di BDO Italia è "gravemente erronea ed in violazione, quindi, dell'incarico professionale di revisione contabile". Inoltre, conferma la propria fiducia al Piano Industriale e richiede il passaggio da Euronext Star Milan a Euronext Milan.
- Il 17 maggio la società comunica che BDO Italia ha rassegnato irrevocabilmente le proprie dimissioni dall'incarico di revisione legale, scrivendo che "la straordinariamente grave vostra manifestazione - un vero e proprio aut aut - rileva infatti quale compromissione dell'indipendenza di BDO Italia per intimidazione e impedisce la prosecuzione dell'incarico di revisione.
I principali elementi per cui BDO Italia non ha espresso un giudizio:
- Il patrimonio netto consolidato è negativo per 4.274 migliaia di euro, inclusivo di una perdita consolidata di esercizio pari a 2.078 migliaia di euro. L'indebitamento finanziario netto a livello consolidato ammonta a 17.331 migliaia di euro e risultano scaduti da oltre 60 giorni debiti con fornitori per 4.898 migliaia di euro. Il Piano Industriale 2022-2026 prevedeva un aumento di capitale di 5 milioni di euro, con immissione della conseguente liquidità, che ad oggi non si è realizzato.
- Nell'ambito delle verifiche sulla ragionevolezza delle assunzioni poste alla base del nuovo Piano Industriale 2023-2027, i revisori hanno rilevato plurime incertezze riguardanti, tra l'altro: i tassi di crescita previsti per i ricavi, che sono superiori di circa un terzo rispetto a quelli previsti per il mercato di riferimento; la disponibilità finanziaria per sostenere l'incremento del capitale circolante e gli investimenti previsti in relazione ai nuovi canali di vendita fisica; la determinazione dei costi operativi, che è parametrata all'ipotesi di incremento dei ricavi e non alle variabili autonome che li determinano. "Non abbiamo ottenuto evidenze probative adeguate e sufficienti né a supportare la ragionevolezza delle predette assunzioni poste a base del piano, né a superare le correlate incertezze", viene sottolineato.