Tanta storia d’Italia in un film che ne sottolinea i momenti di cambiamento. Li spiega Muccino: “La grande storia è quella che ci definisce, anche se non vogliamo siamo definiti da quello che la grande storia ci racconta. C’è un’idea forte di cambiamento nelle scelte che ho fatto” afferma il regista e prosegue: “La caduta del muro di Berlino, Mani Pulite, l’11 settembre, i nuovi movimenti politici, questi continui slanci per il cambiamento corrispondono nei personaggi a una continua sfida verso il domani. Tutti loro vogliono e pensano che domani sarà un giorno migliore”. Inevitabile per certi chiari omaggi, non pensare a C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. Pur confermando gli omaggi ai grandi registi, Muccino rimarca le differenze con l’opera del maestro: “Di quel film oggi molte cose non hanno più senso, l’antagonismo tra ricchi e poveri, la morale politica, tutto ciò non ha senso nella generazione che abbiamo vissuto, siamo cresciuti sotto l’ombra e complesso di inferiorità di coloro che avevano fatto il dopoguerra, il 68′, gli anni di piombo, siamo stati schiacciati dalla storia degli altri e non abbiamo mai avuto la nostra storia. Per questo il mio film è diverso da quello di Scola”.
(ITALPRESS).