Per il 3,1 per cento degli intervistati la crisi sanitaria è diventata una crisi economica profonda: 600 mila famiglie potenzialmente in difficoltà.
Una famiglia su due (47 per cento) è costretta a ricorrere ai risparmi per far fronte alle difficoltà, ma solo il 10,2 per cento vi attinge in misura significativa; il 15,3 per cento vede le entrate ridursi significativamente o addirittura azzerarsi (3,1 per cento); il 19,4 per cento ha chiesto e ottenuto aiuti economici.
La crisi sanitaria peggiora anche le aspettative. Il saldo tra chi prevede un miglioramento e chi attende invece un peggioramento delle prospettive di reddito nei prossimi 12-18 mesi è negativo e pari al 20 per cento.
Nel 2020 si interrompe il miglioramento dei giudizi di sufficienza del reddito. Dopo la prima ondata pandemica il saldo tra ottimisti e pessimisti scende ulteriormente dal 66,1 al 63,8 per cento.
Il primo obiettivo degli investimenti resta la sicurezza (59,2 per cento); la liquidità è stabile al secondo posto (36,7 per cento); segue il rendimento di lungo termine.
(ITALPRESS).