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Messina – Patto sforato, ma niente sanzioni “spariscono” le multe di due anni

Messina – Patto sforato, ma niente sanzioni “spariscono” le multe di due anni

mercoledì 24 Luglio 2013

Il decreto non è stato concordato ne formalmente recepito dalla Conferenza Stato-Regioni. La Corte costituzionale: Regioni a statuto speciale escluse dal D. lgs. 149/2011

Messina – Il Comune ha sforato il Patto di stabilità anche nel 2012 ma non subirà alcuna conseguenza. La paura di metà settimana, allorquando si era materializzato un buco di 7,3 mln € nel bilancio consuntivo dell’anno scorso, è infatti evaporata in poco tempo grazie alla sorprendente sentenza della Corte Costituzionale che, dando ragione al ricorso presentato dalla precedente Giunta, ha ammesso la non suscettibilità delle Regioni a statuto speciale alla normativa riguardante il Patto di stabilità, almeno fino a quando essa non verrà formalmente recepita in sede di Conferenza Stato-Regioni. Non solo, dunque, il Comune non dovrà sborsare i 7,3 mln di euro della sanzione per l’anno 2012, ma neanche i 7 mln del 2011. E nelle more del provvedimento della Consulta potrebbero esserci spazi anche per un allentamento sul blocco di investimenti e assunzioni.
Lo sforamento. L’eredità dello zio buonanima, in questo caso del commissario straordinario Luigi Croce, è stata per la nuova Giunta lo sforamento del Patto di stabilità 2012, dovuto sostanzialmente all’inserimento prematuro in bilancio dei 40 mln in entrata promessi da Crocetta nel dicembre scorso e mai arrivati in riva allo Stretto. Come ricorderete, la scelta di inserire queste somme in bilancio era stata avversata dai dirigenti di Palazzo Zanca e pretesa dal Commissario. Una forzatura da 7,3 mln di euro, quanto il disavanzo del bilancio 2012, così parcellizzato: 3,9 mln per Atm; 2,4 mln per Ato, 1 mln per avvocatura.
Corte Costituzionale. Due giorni dopo la funerea notizia sul bilancio 2012, ecco però giungere l’eco della sentenza della Corte Costituzionale, che ribalta di fatto ogni prospettiva. Aveva ragione Buzzanca, la Corte dei Conti non può sanzionare il Comune di una Regione a statuto a speciale, in quanto il decreto legislativo 149 del 2011 (quello che riguarda il Patto di stabilità) non è stato concordato né formalmente recepito in sede di Conferenza Stato-Regioni. Spariscono così, d’un colpo, le multe per il 2011 e per il 2012, e sparisce anche la paura nei confronti della Corte dei Conti in prospettiva dissesto.
La sentenza della Consulta, infatti, sancisce che la Corte, sempre per le Regioni a statuto speciale, non può esercitare alcun diritto di decretare dissesti o di imporre tempestivi riequilibri finanziari nei confronti di enti locali. E il vice sindaco nonché assessore al Bilancio Guido Signorino è anche in attesa della pubblicazione integrale del dispositivo per capire se all’interno di esso è previsto uno sblocco per investimenti e nuove assunzioni. Ora l’unica partita da vincere per evitare il dissesto, dunque, sembra essere quella per l’ottenimento del contributo ministeriale del “Salva-Comuni” (o “Salva-Politici che dir si voglia).
IL?SINDACO. Abbiamo accennato al tentativo della Giunta Accorinti di rimodulare il fallimentare piano di riequilibrio finanziario esitato dal Commissario straordinario Luigi Croce per ottenere i benefici economici del decreto “Salva-Comuni”.
 
A tal proposito, nei giorni scorsi riferivamo degli appuntamenti “romani” del vice sindaco Signorino (accompagnato addirittura da Francantonio Genovese) e delle rassicurazioni ottenute in merito. Occorreva una leggina “ad hoc”, e quella leggina, sotto forma di emendamento al decreto legislativo per gli enti locali n. 149 del 2011 (proprio quello di cui si è occupata la Corte Costituzionale), è stata presentata in Senato nei giorni scorsi da Bruno Mancuso del Pdl. In attesa di conoscere l’esito della procedura, vitale per evitare il default, la Giunta guarda con attenzione anche alle opportunità che potranno riaffiorare dalla riapertura dei termini del Decreto 35, quello con cui nelle settimane scorse il Governo ha sbloccato 40 miliardi da destinare agli enti locali per la copertura dei debiti. Un’opportunità purtroppo totalmente “lisciata” in prima battuta da Palazzo Zanca, su scelta diretta del ragioniere generale Ferdinando Coglitore.

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