Su di essa incidono i “reati predatori” (furti e rapine) che, destabilizzando la vita quotidiana, procurano quel senso di allarme ben noto a chi ne è vittima.
Un’attenzione alle statistiche, finalizzata a “orientare le politiche di governo della sicurezza”, che si accompagna all’attenta definizione dei fenomeni studiati.
Quello che emerge è un quadro poco rassicurante: secondo le denunce di rapine (effettuate e tentate) da parte delle Forze di polizia all’Autorità giudiziaria nel 2012, dal 1985 al 1991 vi è stata una crescita esponenziale dei casi di rapine denunciate (da 42,2 a 69,1 per 100 mila abitanti), con un ulteriore aumento nel 2012 (+5,1% rispetto al 2011), per un totale di 71,6 per 100 mila abitanti.
Il fenomeno si spiega con la diminuzione delle denunce sia di rapine che di scippi nel periodo 2008-2010.
A livello regionale, la più grande inversione di tendenza si registra in Liguria (-4,5) e Lazio e (-3,3). La Basilicata resta la regione con il minor numero di rapine per abitante, mentre il più colpito è il Mezzogiorno (92,7 rapine per 100 mila abitanti), con un picco in Campania (169,6). La Sicilia si attesta sopra la media nazionale (91,4).
In particolare, gli scippi sono cresciuti del 40,5% rispetto al 2010, mentre i furti in abitazione sono aumentati del 40,3% nel biennio 2010-2012.
Detiene invece il primato per gli scippi (45,1 per 100 mila abitanti a fronte della media nazionale di 33,6). Il dato più alto si registra in Campania (67,2), seguita dalla Sicilia (56,7).
La paura del crimine non corrisponde all’esperienza diretta della violenza e il senso percepito di sicurezza non dipende dalle misure protettive adottate.
Il rischio di criminalità risulta “molto o abbastanza” presente, secondo l’indagine multiscopo Istat “Aspetti della vita quotidiana” che rileva annualmente aspetti fondamentali della vita quotidiana degli italiani.
Nel 2013 tale percezione passa da 26,4 a 31%, e riguarda il 33,4% delle famiglie nel Nord-ovest, il 28,4% nel Nord-est, il 34,3% al Centro e il 28,1% nel Mezzogiorno, con la sola Campania al 36,1%. I dati migliori si registrano nella provincia autonoma di Bolzano (8,5%) e nel Molise (9,4%).
Rispetto al 2012 l’aumento è di oltre 5 punti nel Nord-ovest e nel Centro e di 3 nel Mezzogiorno. Il dato del 2013 rompe il trend decrescente in atto dal 2008.