Il documento è stato presentato dal sindaco agli addetti ai lavori; rimasti fuori i comitati di quartiere. Enzo Bianco: siamo la prima città siciliana ad aprirsi a progetto di rilancio territorio
CATANIA – Il primo passo perché Catania sia dotata di un piano di riqualificazione generale del centro storico è stato fatto: la Giunta ha approvato il documento che classifica oltre 5.500 edifici della città così da sapere per ciascuno di essi quali interventi sono consentiti a seconda della tipologia in cui rientrano (edilizia base, monumentale e moderna).
“Catania è la prima città della Sicilia ad applicare la nuova legge sul recupero dei centri storici e ad aprirsi a un grande progetto di rilancio del territorio”, ha detto il sindaco Enzo Bianco durante la presentazione del documento a una sala gremita di giornalista, ma anche addetti ai lavori ed esponenti degli ordini degli architetti, ingegneri e geometri. Insieme al sindaco l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo, la soprintendente ai Beni Culturali Fulvia Caffo, il capo dell’Ufficio del Genio civile Gabriele Ragusa, la presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti, con il presidente della commissione urbanistica Rosario Gelsomino, il presidente della Prima Municipalità Salvo Romano. Sono rimasti fuori invece, alcuni cittadini che rappresentano i comitati di quartiere e le formazioni politiche più attive e non presenti nel Consiglio comunale che dunque hanno protestato lamentando una mancanza di dialogo, chiarezza e apertura alla città da parte dell’amministrazione comunale.
Obiettivo del piano è il miglioramento della qualità urbana, della qualità edilizia e delle condizioni complessive di sicurezza anche ai fini della prevenzione sismica da attuare attraverso la tutela e la conservazione delle caratteristiche della città barocca, con la correzione e il miglioramento delle alterazioni incompatibili con la struttura storica e la razionalizzazione, il riuso e l’ottimizzazione del patrimonio edilizio esistente, attraverso la conservazione, la valorizzazione, il potenziamento e il ripristino degli elementi architettonici, decorativi e formali. Un Piano che si attendeva da molto e che rappresenta un importante tassello ai fini del nuovo piano regolatore, ma di cui ancora non si conoscono i tempi di attuazione e che ancora non comprende proprio tutto il comprensorio. San Berillo ad esempio dovrebbe essere definito entro un mese. Perché il piano possa essere definitivamente varano comunque, occorre aspettare 30 giorni dalla sua pubblicazione sul sito del Comune perché chi vuole possa presentare suggerimenti e proposte, poi il loro vaglio in un’apposita conferenza di servizi per passare all’approvazione da parte del Consiglio che comunque ha sei mesi per farlo. Infine toccherà alla Regione Siciliana dare il benestare definitivo.
“Siamo intervenuti su 281 ettari sulla zona A e B, l’aerea settecentesca e ottocentesca del centro storico, analizzando seimila unità edilizie e approntando uno studio dettagliato degli immobili che consentirà la riqualificazione anche dal punto di vista sismico o dell’efficientamento energetico. Ci aspettiamo un rilancio del settore economico, del settore sociale e culturale come già accaduto, proprio sulla spinta dei piani di riqualificazione del centro storico, nelle altre grandi città d’Italia e d’Europa”, ha detto l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo.
Soddisfatto il primo cittadino. “Dal Piano discendono scelte importanti come quella di destinare l’area dell’Ospedale Vittorio Emanuele, che sta per essere dismesso, al più grande campus universitario dell’Italia meridionale, o la scelta di demolire l’edificio di nessun pregio che sta davanti al Santa Marta, per recuperare il frontespizio del Settecento che è di una bellezza straordinaria e questo in una zona della città che ha una grande vocazione anche di turismo culturale. Insomma, il centro storico rinasce”, ha affermato Bianco.