Ue: "Sanzioni a Paesi che rifiutano migranti" - QdS

Ue: “Sanzioni a Paesi che rifiutano migranti”

redazione

Ue: “Sanzioni a Paesi che rifiutano migranti”

venerdì 03 Marzo 2017

Stanziati ben 200 milioni di euro per sostenere azioni congiunte

BRUXELLES – La Commissione europea ha presentato ieri nuove misure per intensificare e accelerare i rimpatri dei migranti che non hanno diritto all’asilo in Europa, come concordato al vertice Ue tenuto a Malta all’inizio dello scorso febbraio.
Si tratta di “azioni pratiche che possono avere effetto immediato” e che puntano a “colmare lacune e a far rispettare le regole esistenti con il rigore e il realismo necessario per arrivare a risultati tangibili, nel rispetto dei diritti fondamentali”, stando a quanto si legge nel comunicato diffuso dall’Ue.
Ribadendo di voler continuare ad accogliere i migranti “che ne hanno veramente bisogno”, la Commissione ha annunciato la necessità di “procedure più veloci, misure più severe contro il rischio di fuga, un approccio multidisciplinare da parte delle autorità nazionali e una migliore cooperazione e coordinamento tra gli Stati membri” per garantire “l’efficacia della politica di rimpatrio, fatte salve le garanzie in materia di diritti fondamentali”.
A tal fine l’Ue stanzierà “200 milioni di euro nel 2017 per sostenere le misure nazionali in materia di rimpatrio ed azioni europee congiunte per quanto riguarda rimpatri e reinserimenti”.
Tra le misure raccomandate, l’Ue ha sollecitato gli Stati membri a “superare le inefficienze del processo di rimpatrio e a ridurre i tempi dei ricorsi, adottando sistematicamente decisioni di rimpatrio che non abbiano scadenza”; a contrastare “gli abusi” prevedendo “procedure accelerate” della richieste di asilo e, “nel caso, alla frontiera, quando le domande risultino sospette e sembrino non avere altro scopo che quello di ritardare l’esecuzione di una decisione di rimpatrio”; “scongiurare il rischio di fuga ponendo in detenzione le persone a cui è stata notificata una decisione di espulsione o che rifiutano di collaborare nel processo di identificazione o che si oppongono al rimpatrio con violenza o frode”.
Nel comunicato l’Ue si è infine impegnata a collaborare a superare “le difficoltà in materia di riammissione con la rapida conclusione dei negoziati sugli accordi con Nigeria, Tunisia e Giordania e impegnandosi in un dialogo con Marocco e Algeria”.
La Commissione europea ha ammonito che “non esiterà” ad avviare procedure di infrazione contro i Paesi che rifiutano di accogliere i migranti provenienti da Italia e Grecia, precisando che sono circa 13.500 i richiedenti asilo che sono stati “ricollocati” finora (di cui circa 9.600 dalla Grecia), a fronte del piano adottato nel settembre 2015, che prevede di ricollocarne 160.000 in due anni.
Se gli Stati membri “non intensificheranno presto le proprie procedure di ricollocamento”, la Commissione “non esiterà a ricorrere ai poteri che le sono riconosciuti dai trattati”, ha detto la Commissione.
L’Ue ha poi sottolineato che ad oggi Ungheria, Austria e Polonia “si rifiutano di partecipare al programma”, mentre Repubblica ceca, Bulgaria, Croazia e Slovacchia “sono coinvolti in misura molto limitata”.

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