Fusione scali Palermo e Trapani, disco verde dalla Regione - QdS

Fusione scali Palermo e Trapani, disco verde dalla Regione

Fusione scali Palermo e Trapani, disco verde dalla Regione

venerdì 23 Novembre 2018

Si lavora all’ambizioso obiettivo della costituzione di un unico polo aeroportuale della Sicilia occidentale. Attraverso un atto di indirizzo chiesto alla controllata Airgest di avviare una valutazione propedeutica

TRAPANI – “Sì” della Regione alla fusione tra l’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto di Trapani, e la Gesap che invece controlla lo scalo palermitano. Il disco verde, da tanto tempo in realtà nell’aria e per questo molto atteso, è arrivato nel corso di un consiglio di amministrazione dell’Airgest di cui è azionista proprio la Regione siciliana per quasi l’intero pacchetto.
 
La Regione dunque accelera il progetto di fusione tra i due aeroporti con un atto d’indirizzo attraverso il quale ha chiesto alla controllata Airgest che gestisce il “Vincenzo Florio” di Birgi di avviare le procedure per arrivare alla fusione con la Gesap, la società che gestisce il “Falcone-Borsellino a Punta Raisi.
 
L’assemblea dei soci di Airgest ha promosso la redazione della valutazione aziendale e di un piano industriale propedeutici.
Il passo successivo sarà l’avvio delle procedure per arrivare alla fusione tra le due società da cui ci si aspetta di ottenere coscpicui benefici.
 
In questo modo, possono quindi partire ufficialmente le trattative tra le due società per arrivare a costituire un unico polo aeroportuale della Sicilia occidentale dopo una lunga fase di stallo. Già da oltre un anno Airgest e Gesap hanno sulla carta avviato qualche tentativo di prova di sinergia. Quello che sembrava essere soltanto un invito sino a poco tempo fa, o un auspicio per altri, adesso è diventato realtà. Le due società si erano messe in contatto dai tempi in cui a Birgi vi era la presenza dell’unico vettore Ryanair, che opera ancora oggi anche su Palermo. Una pianificazione avviata per evitare di sovrapporsi nell’attività essendo i due scali a distanza di appena un’ora di auto. Contatti però interrotti dal momento che Ryanair non opera più su Birgi in seguito al mancato rinnovo del contratto di co-marketing. Ora quindi si dovrà riprendere questa strada lasciata in sospeso. Situazione che però non porta il sereno a Birgi, almeno sul piano del clima politico.
 
Il senatore M5s Maurizio Santangelo attacca a testa bassa infatti il manager di Airgest, Paolo Angius, di cui si chiedono con forza le dimissioni con accuse anche molto pesanti: “Angius – sostiene il senatore – dovrebbe spiegare come mai dalla lettura dei dati pubblicati sul ‘Registro Imprese’ risulti ancora oggi titolare in proprio di 297 azioni di Gesap spa, dal lontano 16 luglio 2007. Il conflitto di interessi tra strategie pubbliche e private in questo caso è evidente. Quello che è accaduto ha dell’inspiegabile ed è ignobile aver investito decine di milioni di euro su Birgi per poi eventualmente portare i profitti futuri nelle casse dei privati, i quali ovviamente sono interessati alla concessione trentennale a disposizione di Airgest”.
 
Di tutt’altro orientamento lo stesso Paolo Angius: “Questa è una grande occasione – replica – e credo che oramai si debba superare l’idea di un contesto provinciale e parlare più che altro di territorio. La fusione con Gesap è necessaria considerata non solo l’omogeneità del territorio ma anche per le strategie da intraprendere”.

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