Pec... ma che peccato non averla - QdS

Pec… ma che peccato non averla

Pec… ma che peccato non averla

sabato 24 Aprile 2010

Servizi. Dialogo impossibile tra i cittadini e la Pa.
Pec-Day. Da lunedi milioni di italiani potranno dotarsi di una casella di posta elettronica con valore legale. In Sicilia però 366 su 399 Comuni e Province regionali non sono in regola.
Quei dannati bilanci. Secondo il presidente dell’Anci e sindaco di Siracusa, Roberto Visentin, “l’approvazione dei bilanci distrae i Comuni dall’adeguarsi alla Pec”.

PALERMO – Lunedì 26 aprile sarà una data storica per l’era digitale dei rapporti tra amministrazioni e cittadini. A partire da quella data, chiamata con un esplicativo Pec-Day, 50 milioni di italiani avranno la possibilità di dotarsi di una propria casella di Posta eletronica certificata, per comunicare direttamente e con valore legale con le Pa.
Peccato, però, che la Pa siciliana sia ancora abbondantemente impreparata a comunicare con i propri cittadini attraverso questo strumento. Su 399 tra Comuni e Province regionali, infatti, solo 36 sono dotati di Pec. Appena il 10%, cioè, ha ottemperato agli obblighi previsti dal Cad (Codice dell’amministrazione digitale, D.lgs n. 82 del 7 marzo 2005) e dalla più recente riforma del ministro Brunetta, disposta con D.Lgs n.150/2009.
 
Dovrebbe rappresentare la rivoluzione digitale nei rapporti tra la Pa e il cittadino: è la Posta elettronica certificata, Pec, che avrà lo stesso valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno. In Sicilia, su 399 tra Comuni e Province, meno del 10%, soltanto in 36, hanno ottemperato agli obblighi previsti dalla legge, attivando almeno un indirizzo di Posta elettronica certificata e comunicandolo al DigitPA, il Dipartimento per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, per essere inserito nell’apposito archivio informatico all’indirizzo www.indicepa.gov.it.
A sancire l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di dotarsi di questo innovativo strumento informatico sono diversi riferimenti normativi. Il D.lgs n. 82 del 7 marzo 2005, il cosiddetto Codice dell’amministrazione digitale, prevedeva, ad esempio, l’obbligo per tutte le Pa di istituire una casella Pec per ogni registro di protocollo. Mentre la riforma Brunetta, il D.Lgs n. 150/2009, prevede che il mancato assolvimento di quanto disposto dalla legge influisca negativamente ai fini della misurazione della performance individuale, che si ripercuote sul calcolo della retribuzione di risultato dei dirigenti degli uffici preposti.
I Comuni siciliani che hanno completato tutti i passaggi, dall’attivazione alla comunicazione per rendere pubblica la loro Pec, sono appena 31, tra questi soltanto 4 i Capoluoghi di provincia: si tratta di Catania, Messina, Palermo e Trapani. Cinque, invece, le amministrazioni provinciali siciliane reperibili nell’elenco informatico del ministero: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Palermo e Trapani.
La Pa che merita la palma del virtuosismo è la Provincia regionale di Catania che ha già attivato e reso disponibili 30 indirizzi Pec, mentre tutte le altre l’hanno attivata per un solo registro di protocollo.
In negativo si distinguono i territori di Caltanissetta, Enna e Siracusa: non si ritrova infatti alcuna amministrazione comunale, nell’apposito elenco, dotata di Pec. Undici i Comuni del messinese, 7 quelli del trapanese, 6 quelli della provincia di Catania, 5 i palermitani e uno a testa per le province di Agrigento e Ragusa. Va comunque sottolineato che diverse amministrazioni comunali, come quelle di Ragusa, Siracusa e Agrigento, hanno attivato almeno un indirizzo Pec, riscontrabile nei rispettivi siti internet istituzionali, come dispone la Legge n. 69 del 18 giugno 2009, ma che non hanno ancora completato il passaggio dell’inserimento nell’indice delle Pubbliche amministrazioni, istituito ai fini della trasparenza dalla Legge n. 102 del 3 agosto 2009.
Secondo Roberto Visentin, sindaco di Siracusa e presidente di Anci Sicilia, molti Comuni sono alle prese con l’approvazione dei bilanci, che li distrae dal mettersi in regola con l’attivazione della Posta elettronica certificata. “Come Anci Sicilia – ha detto però l’aretuseo Visentin – stiamo studiando l’organizzazione di un incontro, con la collaborazione di una società informatica, per aiutare, sostenere e indirizzare i Comuni siciliani nell’adempimento di quanto previsto dalle normative”.
Per quanto riguarda le amministrazioni provinciali, il presidente dell’Unione regionale province siciliane, Giovanni Avanti, punta molto sulla digitalizzazione anche se è conscio che l’Urps può solo dare delle direttive ai vari presidenti di Provincia senza poter imporre alcunché.
Intanto, lunedì 26 aprile sarà una data storica per l’era digitale dei rapporti tra amministrazioni e cittadini. A partire da quella data, chiamata con un esplicativo Pec-Day, 50 milioni di italiani avranno la possibilità di dotarsi di una propria casella di Posta elettronica certificata, per comunicare direttamente e con valore legale con le Pa. Per richiedere l’attivazione del servizio sarà sufficiente collegarsi al sito internet www.postacertificata.gov.it.
Il ministero per rendere più semplice la ricerca degli indirizzi Pec per il cittadino ha inoltre attivato il sito internet www.paginepecpa.gov.it.

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