Logistica, una possibilità siciliana - QdS

Logistica, una possibilità siciliana

Logistica, una possibilità siciliana

domenica 15 Novembre 2015

I fondi per le infrastrutture potrebbero rianimare un settore che al Sud può crescere e fornire ciò che manca per servizi ed economia. Tra Pon (1,84 mld) e Por (685 mln) previsti tanti interventi nel comparto ferroviario e portuale

PALERMO – Cinque regioni interessate, cinque aree logistiche coinvolte, tra cui quadrante orientale e occidentale della Sicilia, investimenti complessivi per 1,84 miliardi di euro, il 75% finanziati con fondi Fesr e il 25% con il Fondo di rotazione nazionale. Sono questi i numeri del Pon (Programma operativo nazionale) Infrastrutture e Reti 2014-2020, adottato dalla CE alla fine di luglio e presentato a Napoli una settimana fa.
Nel Por (programma operativo regionale) Sicilia, invece, sono previsti circa 683 milioni di euro (512 fondi Ue e 170 statali).
Un grande piano che potrebbe avere riflessi importanti anche nello sviluppo di un settore strategico come la logistica.
Diversi gli interventi principali previsti tra Por e Pon che sono stati elencati nel documento di Ludovica Agrò, direttore agenzia per la Coesione territoriale, pubblicato sul sito del ministero delle Infrastrutture. Tra i punti principali la direttrice Messina-Catania-Palermo che prevede il potenziamento della linea Catania-Palermo, il completamento della velocizzazione Catania-Siracusa (tratto Bicocca-Augusta), il raddoppio della tratta Fiumetorto-Ogliastrillo e il nodo ferroviario di Palermo, tratta ferroviaria Ogliastrillo-Castelbuono, completamento del raddoppio ferroviario Palermo-Carini tratta urbana Bivio Oreto-Notarbartolo. Previsti inoltre interventi anche sul Porto di Augusta (nella foto) con potenziamento complessivo e collegamento con la rete ferroviaria e azioni anche per l’interporto di Termini Imerese.
Un grande piano investimenti che diventa essenziale per almeno due ragioni. A svilupparle è stato Sergio Curi, senior researcher C-Log, Università Carlo Cattaneo, nell’intervento “Logistica per lo sviluppo e la coesione del Mezzogiorno”. La logistica assicura alle imprese di garantire la loro presenza sui mercati “nazionali ed esteri secondo gli standard qualitativi richiesti dai clienti”.
In Italia, anche per la struttura delle aziende più concentrate su ideazione e sviluppo dei prodotti, la logistica è vista più “come un costo che come un’opportunità per accrescere la competitività dell’azienda sui mercati nazionale ed esteri”. La qualità e la strutturazione di un sistema produttivo avanzato, invece, dipendono anche dal nuovo rapporto con la logistica: “un salto culturale e manageriale – scrive Curi –, soprattutto nel caso delle Pmi, che le aprisse a nuove forme di organizzazione delle rispettive catene logistiche, soprattutto in una fase storica caratterizzata da grandi cambiamenti indotti dalle innovazioni tecnologiche, che stanno modificando rapidamente, non solo il modo di fare logistica, ma anche gli attori stessi presenti nel settore”.
Proprio la logistica, e veniamo alla seconda ragione, può diventare un fattore di sviluppo autonomo di un territorio, in grado di creare ricchezza e occupazione anche tramite la movimentazione di merci che arrivano da altri luoghi. A questo punto il discorso si integra perfettamente con nuovo piano infrastrutturale previsto per il sud, visto che la Sicilia da sempre si candida, ad oggi soltanto sulla carta, a hub energetico e logistico del Mediterraneo. Servono “la presenza di infrastrutture adeguate e gestite in modo tale da soddisfare la esigenze della domanda”, “un apparato pubblico efficiente” e “norme pensare per ridurre la complessità burocratica”.
Non si parte da zero perché “nelle regioni del Sud è già presente un reticolo di piattaforme logistiche gestite da operatori privati locali che devono essere messi nelle condizioni migliori per poter operare” e l’operatore pubblico si “deve occupare delle reti e dei sistemi infrastrutturali, dei problemi della regolazione, della programmazione e del loro finanziamento”.

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