A 76 anni l'ex deputato nazionale e assessore regionale di centrodestra torna primo cittadino dopo undici anni. Secondo, molto indietro, il grillino Pascucci che si era fatto fotografare con il nipote di Provenzano. A Palazzo Adriano, l'altro Comune sciolto per mafia, ha vinto Nicolò Granà
"Ciccio" ha vinto e, come Winston Churchill, alza due dita a v per sottolinearlo.
Con il nomignolo è conosciuto a Corleone Nicolò Nicolosi, 76 anni, prima democristiano e poi di centrodestra.
E’ nato nella vicina Bisacquino ma di Corleone è già stato sindaco, dal 2002 al 2007, mancando la rielezione per tre soli voti.
Ma Nicolosi è stato anche deputato nazionale e regionale e assessore della Giunta di Lino Leanza.
Un politico di lungo corso, dunque, e di un centrodestra "tradizionale", anche se "Ciccio" tiene a precisare di essere espressione di una formazione civica voluta dai cittadini "creata nel segno della diversità rispetto all’Amministrazione sciolta per mafia" e sottolinea il carattere civico ricordando che uno dei due assessori designati è Salvatore Schillaci, ultimo segretario del Pd del paese.
Niente "cambiamento" populista, dunque, a Corleone – dove sono andati a votare 6611 elettori su 10814, il 61,13% – ma, semmai, un "Ritorno al futuro" dopo la bagarre di questi giorni che ha travolto il candidato grillino, Maurizio Pascucci, scomunicato da Luigi Di Maio dopo aver postato su Facebook una sua foto con il nipote di Provenzano.
Pascucci, rispetto alle previsioni della vigilia che lo davano largamente vincente, è stato letteralmente stracciato, ottenendo 1.830 voti, la metà di quelli di Nicolosi, che sono stati 3.587 voti, mentre una buona affermazione ha avuto Salvatore Antonio Saporito, architetto espressione della società civile e del volontariato con la lista vicina al centrosinistra "Viviamo Corleone", con 1.006 consensi.
"L’esito di queste elezioni – ha commentato Nicolosi – rappresenta una vittoria per la città. I corleonesi si sono svegliati affidando a noi il compito di condurre Corleone verso nuove mete. Lo faremo con la squadra di consiglieri e assessori che abbiamo designato, lo faremo con tutti i corleonesi perché questo paese è abbandonato e avremo tanto da lavorare"
A Palazzo Adriano, l’altro comune sciolto per mafia nel 2016 e commissariato dal Ministero dell’Interno, ha votato il 68,53% degli elettori (1.394 su 2.094).
Nicolò Granà appoggiato dalla lista civica "SiAmo", ha vinto con 867 voti, contro le 481 preferenze andate a Giuseppe Alessi sostenuto da "Noi ci mettiamo la faccia".