Dal Def poco ossigeno del governo per l’economia siciliana nel 2013 - QdS

Dal Def poco ossigeno del governo per l’economia siciliana nel 2013

Dal Def poco ossigeno del governo per l’economia siciliana nel 2013

giovedì 24 Aprile 2014

Le principali misure del Documento di economia e finanza: istruzione, ambiente, cultura e infrastrutture, Povertà e occupazione, Isola ai margini. Attesa per l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi

PALERMO – Il Documento di Economia e Finanza 2014 illustra anche le iniziative economiche messe in campo dal governo nell’ultimo anno per la Sicilia, data la necessità di agire sullo squilibrio nazionale e avviare una seria politica di risanamento e rilancio delle aree sottoutilizzate. Non possiamo dire che il divario sia stato colmato e nemmeno scalfito – lo rivelano gli ultimi dati sui conti economici delle Regione – però non sono mancate le azioni, raccolte nel Programma nazionale di riforma (La strategia nazionale e le principali iniziative e Gli squilibri nazionali e le riforme in dettaglio), che nel medio periodo potrebbero far riprendere la Regione.
Il piano strategico banda ultralarga è stato autorizzato dalla Commissione europea nel 2012, ed è già stato avviato in Campania, Molise e Calabria a valere sui fondi europei 2007-2013 e presto sarà lanciato anche in Sicilia. Il documento del governo rileva che per il bando di gara isolano, e per Puglia, Concorezzo e Val di Sabbia, si prevedono 553,3 milioni di euro con cofinanziamento privato per almeno 171,5 milioni di euro.
Per il tessuto produttivo del Paese a giugno 2013 sono state previste due tipologie di intervento per promuovere la nascita delle imprese in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Sono disponibili 190 milioni di euro in attuazione di una specifica azione prevista prevista nel Pon Ricerca e Competitività Fesr 2007-2013. Gli interventi prevedono aiuti per le nuove imprese di nuova costituzione e sostegno ai programmi d’investimento effettuati da nuove imprese digitali o a contenuto tecnologico.
Altre misure nel campo dell’occupazione hanno riguardato le assunzioni agevolate dei disoccupati, dei beneficiari di Cassa integrazione guadagni straordinari (Cigs) da almeno 24 mesi, e soprattutto dei giovani già impegnati in borse di lavoro che per il 31 per cento sono stati concentrati nelle Isole e in particolar modo in Sicilia.
Tra i vari progetti per le università del sud, segnaliamo l’iniziativa “messaggeri della conoscenza” rivolta alle università delle regioni della Convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) e finalizzata a importare e condividere competenze, conoscenze e tecniche differenti e innovative nelle università del Sud per un finanziamento, che il ministero ha assicurato per 5,3 milioni di euro.
 
L’iniziativa rientra nelle priorità riservate ai giorni del piano di azione coesione (Pac). Complessivamente sono stati ammessi a finanziamento 113 progetti didattici, su 350 proposte presentate, per un importo complessivo di 4 milioni.
Altro passaggio importante ha riguardato l’avviso pubblico del Miur per il potenziamento delle infrastrutture di ricerca pubblica in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Quest’ultima ha assorbito il 21 per cento del costo totale dei progetti.
Nell’ambito del POIn “Grandi attrattori culturali” a marzo il governo ha autorizzato 46 ulteriori interventi di restauro nelle regioni dell’obiettivo convergenza destinato 33,7 milioni di euro alla Sicilia sui 135 complessivi. Per il miglioramento dei siti di interesse nazionale sono stati stanziati 90 milioni di euro per i programmi presentati in risposta al bando “Investimenti innovativi (Macchinari)” da imprese localizzate in Sicilia. A tutti questi capitoli sono inoltre affiancate le iniziative sulle infrastrutture per l’energia (elettrodotto Sorgente-Rizziconi di Terna tra Sicilia e Calabria) e per gli assi viari e ferroviari.
A fronte di tutto questo il Mezzogiorno resta la zona del Paese con i tassi più elevati di povertà ed esclusione. In Sicilia troviamo i dati record: 42,3 per cento dei residenti a rischio povertà, 36,2 in grave deprivazione e il 19 vive in famiglie a bassa intensità lavorativa.

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