Ricche opportunità di sviluppo turistico soffocate dalle costruzioni: record negativi a Palermo, Catania e Messina. Il 70% dei litorali deturpato dal cemento, mentre i sindaci chiudono gli occhi
PALERMO – In Sicilia ci sono oltre 1.400 chilometri di coste, seconda regione d’Italia dopo la Sardegna, su un totale nazionale che sfiora quota 7.400. Un patrimonio che, a dispetto della bellezza del litorale e della sua varietà, non è diventato l’eldorado del turismo, ma la patria del cemento. Un fenomeno che è particolarmente evidente nei principali centri urbani dell’Isola dove le costruzioni hanno amplificato i fenomeni di erosione e annegato lo sviluppo turistico costiero procedendo in maniera disordinata e senza piani urbanistici verso un mare di illegalità.
I valori di urbanizzazione litoranea superano il 70% per 12 delle 26 città considerate dall’Ispra in uno studio sull’urbanizzazione costiera. Tra queste realtà ritroviamo Catania, Messina e Palermo sono da record.
Per i sindaci è tempo di intervenire: servono regole ferree e controlli. (
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