“Penso – ha spiegato – che il governo si sia trovato ad affrontare un’emergenza epocale e imprevista. Il problema è che manca una logica di programmazione. Si è pensato al ristoro dei danni del settore produttivo e dei lavoratori ma non alla fase 2 che non è mai esistita e chissà quando arriverà”. “Le attività agricole e agroindustriali – ha aggiunto – passano attraverso due ministeri. Se non si parlano e non sviluppano una politica agroindustriale è evidente che gli agricoltori vanno in una direzione e l’industria alimentare in un’altra. I paesi forti hanno bisogno di un’agricoltura forte perchè oggi l’autosufficienza alimentare determina sovranità alimentare. Oggi noi italiani riusciamo a produrre il 75% di quello che mangiamo. Per arrivare a 100 bisogna fare un piano, avere una strategia e una visione su dove andare e quali filiere investire. In questi anni è mancata la programmazione”. Con la pandemia “il danno più grande – ha evidenziato – lo abbiamo avuto dalla chiusura generale a livello globale di tutto quello che è il canale della ristorazione. In questi anni eravamo cresciuti moltissimo in termini di export”, ha aggiunto spiegando che invece negli ultimi tempi “è molto frenato”. “In questi mesi gli italiani – ha detto – possono essere orgogliosi di avere avuto agricoltori che hanno prodotto e mai fatto mancare nulla”. “Spero – ha aggiunto poi in riferimento al Recovery fund – che queste risorse economiche che arriveranno all’Italia vengano spese bene”. Il presidente di Confagricoltura ha infine lanciato un messaggio ai giovani: “Abbiamo bisogno di tanti giovani per rilanciare l’immagine dell’agricoltura italiana e conquistare spazi di mercato”.
(ITALPRESS).