Servizio idrico Trapani, i Comuni dell’Ati: “No a Siciliaque” - QdS

Servizio idrico Trapani, i Comuni dell’Ati: “No a Siciliaque”

Servizio idrico Trapani, i Comuni dell’Ati: “No a Siciliaque”

venerdì 27 Agosto 2021

La questione di nuovo al centro delle polemiche. I 17 comuni del trapanese hanno chiesto la sospensione dell’affidamento. Konsumer Sicilia al QdS: “La Regione riveda la propria posizione”

TRAPANI – La questione acqua è da sempre un argomento delicato. In tal senso si inserisce il Forum siciliano Acqua e Beni Comuni che ha chiesto di sospendere l’affidamento a Siciliacque e avviare una seria riflessione. Il Forum si batte contro la proposta del Governo regionale che ha chiesto all’Assemblea idrica di autorizzare Siciliacque Spa ad essere gestore unico per i prossimi tre anni.

“Dopo aver tentato di accollare la gestione del servizio idrico direttamente ai Comuni, – scrive il Forum in una nota stampa – per uscire da una fase liquidatoria di Eas che perdura dal 2004, dilapidando un ingentissimo capitale pubblico che poteva essere diversamente e più oculatamente amministrato, ed avere perso innanzi al Tar su ricorso dei sindaci, la Regione ci riprova. È chiaro che, come più volte annunciato, vuole arrivare all’Ati Unico regionale per continuare a difendere interessi che non sono certo quelli delle comunità siciliane. Ai sindaci chiediamo con forza di sospendere la decisione sulla soluzione prospettata dalla Regione”.

In merito alla questione, è intervenuto il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicolò Rizzo, in qualità di presidente dell’ambito territoriale idrico di Trapani e del quale fanno parte 17 comuni serviti per il sistema idrico dall’Eas, l’ente acquedotti siciliani in liquidazione dal 2004.

“Nel rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale e del Tar, non può essere accolta la proposta del Governo regionale. I sindaci dei 17 Comuni componenti l’Ati idrico manifestano grande difficoltà ed amarezza e chiedono ancora una volta alla Regione di intervenire per risolvere la questione della vacatio legislativa sulla gestione delle reti idriche e provvedere immediatamente perché SIciliacque, che fornisce l’acqua in molti Comuni, aumenti i quantitativi di acqua erogati in questo periodo estivo”.

Va ricordato che i comuni coinvolti dell’Ati sono: Alcamo, Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Gibellina, Castelvetrano, Paceco, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, San Vito lo Capo, Valderice, Vita e le Isole Egadi.

“Siciliacque eroga ai Comuni la stessa quantità d’acqua del periodo invernale con grandi difficoltà per tutte le città nel periodo estivo – dice Rizzo. Abbiamo chiesto alla prefettura, che ringraziamo per la costante disponibilità, di sensibilizzare il dipartimento regionale. Già a gennaio 2021, quali Comuni componenti l’Ati idrico, avevamo diffidato la Regione affinchè si adoperasse perchè la vacatio normativa venisse colmata con urgenza. Siamo in attesa di una soluzione che possa essere quanto più celere possibile”.

In esclusiva per il QdS abbiamo sentito così Giancarlo Pocorobba, presidente di Konsumer Sicilia, associazione che spesso si è espressa sulla questione dell’acqua:

“La questione del possibile affidamento delle risorse idriche a Siciliacque non può considerarsi la panacea delle annose criticità idriche della nostra regione e del trapanese in particolare. Pur comprendendo, infatti, le preoccupazioni dei Sindaci che, da anni, si vedono costretti a far fronte alle reiterate inadempienze dell’Eas (attingendo alle già esigue risorse dei bilanci comunali)”.

“Si rammenta – ha aggiunto Pocorobba – che l’acqua è un bene comune e, in quanto tale, non può ritenersi asservita ad interessi che esulano da quelli dei suoi cittadini. La stessa esperienza dell’Eas, infatti, insegna che non si può pensare di arginare il fenomeno demandandone la gestione a soggetti i quali, nel farlo, perseguono unicamente un interesse economico”.

Nell’invitare, pertanto, la Regione Sicilia a rivedere la propria posizione, chiediamo – ha concluso, Pocorobba, che venga immediatamente aperto un costruttivo dialogo con tutte le parti interessate, ivi comprese del terzo settore, così che, dal confronto, si possa addivenire ad una soluzione che tenga in debito conto, in egual misura, non soltanto l’interesse politico ma soprattutto comune”.

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