San Cataldo, donna prova a portare droga al marito in carcere, arrestata - QdS

San Cataldo, donna prova a portare droga al marito in carcere, arrestata

San Cataldo, donna prova a portare droga al marito in carcere, arrestata

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venerdì 08 Ottobre 2021

Ha portato con
sé, debitamente occultata, della droga in carcere nel tentativo di consegnarla
al marito detenuto nel carcere di S. Cataldo. L’incauto tentativo non è
sfuggito agli attenti controlli della Polizia Penitenziaria, che ha arrestato
la donna e sequestrato lo stupefacente. 

E’ accaduto
questa mattina nel carcere di S.Cataldo e darne notizia è il Sindacato Autonomo
Polizia Penitenziaria SAPPE.

Calogero Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commenta: “Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri di S. Cataldo, a cui vanno le nostre attestazioni di stima e apprezzamento, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere.  

Verso le ore 11.45 personale di Polizia Penitenziaria (gruppo colloqui), dopo un’accurata azione di controllo, rinveniva sulla persona di una donna italiana  una modesta quantità di sostanza stupefacente. La stessa era debitamente celata all’Interno di una borsa e destinata al compagno detenuto della donna. La donna in questione è stata tratta in arresto dal personale di Polizia Penitenziaria ed a disposizione dell’autorità giudiziaria”.

“Ogni giorno”,
prosegue, “la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per
evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più
capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i
detenuti. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex – una droga
sintetica che viene utilizzata anche presso il SERT per chi è in trattamento –
sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri. Ovvio che
l’azione di contrasto, diffusione e consumo di droga in carcere vede l’impegno
prezioso della Polizia penitenziaria, che per questo si avvale anche delle
proprie Unità Cinofile. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e
di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene
fondamentale. Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare
all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le
attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in
carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti”. 

Anche il
segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Donato
Capece esprime apprezzamento per la professionalità dimostrata dai poliziotti
penitenziari del carcere di S.Cataldo e afferma: “Il SAPPE esprime il proprio
compiacimento  per la
brillante azione della Polizia Penitenziaria di S.Cataldo che ancora una volta
dimostra di essere garante della legalità all’interno dell’Istituto di pena,
nonostante le precarie e critiche condizioni operative”. Capece ricorda anche
che nella Relazione annuale 2020 della Direzione centrale per i servizi
antidroga (Dcsa), che traccia l’andamento del narcotraffico in
Italia e, di conseguenza, descrive il consumo di sostanze illecite da parte
degli italiani, è emerso che “continua, per il terzo anno consecutivo, il
trend crescente delle morti per overdose che, con un ulteriore incremento pari
a 37 unità raggiunge quota 373, con un aumento dell’11,01% rispetto all’anno
2018. In oltre la metà dei casi, la causa del decesso è da attribuire al consumo
di oppiacei (169 casi all’eroina, 16 al metadone, 1 al fentanil, e 1 alla
morfina). Dal 1973, anno in cui hanno avuto inizio le rilevazioni in Italia
sugli esiti fatali per abuso di droga, sono complessivamente 25.780 i morti
causati dal consumo di stupefacenti. L’andamento in atto è un fenomeno
estremamente preoccupante, sul quale gli analisti e gli esperti delle diverse
discipline dovranno continuare ad interrogarsi per individuare le cause e porre
un argine non solo sul piano della repressione del traffico e dello spaccio”. 

Il leader del
SAPPE conclude ricordando che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente
impegnata nell’attività di contrasto alla diffusione della droga nei
penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama
l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in
business”.

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