Orto sociale a Ragusa, un progetto per la formazione dei detenuti - QdS

Orto sociale a Ragusa, un progetto per la formazione dei detenuti

Stefania Zaccaria

Orto sociale a Ragusa, un progetto per la formazione dei detenuti

venerdì 26 Novembre 2021

Grazie al programma Libere tenerezze alcuni ospiti della casa circondariale iblea gestiranno tre aree adibite alla coltivazione di ortaggi e hanno ricevuto nei giorni scorsi la visita del sindaco

RAGUSA – Profumano di libertà e di un futuro un po’ più roseo gli ortaggi che vengono coltivati nella casa circondariale di Ragusa, in contrada Pendente.

Il progetto ‘Libere tenerezze orto umoristico rigenerativo’, nato in piena pandemia da un’idea dell’associazione ‘Ci ridiamo su’ sta dando i suoi frutti e proprio qualche giorno fa il sindaco Peppe Cassì e il delegato alle politiche giovanili Simone Digrandi hanno visitato gli orti sociali gestiti da alcuni detenuti. Sono tre le aree adibite alla coltivazione di ortaggi a rotazione stagionale, di legumi, di carciofi, di agrumi e di frutta.

A questa si aggiunge anche un’area sperimentale in struttura coperta dedicata alle piante tropicali di papaya, mango, avocado e banana mediterranea e un pergolato di kiwi e uva. Sono diverse le zone che presto saranno destinate a nuove coltivazioni ed attività, tra queste una struttura coperta per fragole e frutti di bosco che cresceranno grazie alla musica quantica e un’area per apicoltura e avicoltura. È in corso di realizzazione anche un impianto di filodiffusione per sottoporre le coltivazioni alle frequenze della musica.

“Il progetto ‘libere tenerezze’ – hanno spiegato alcuni componenti dell’associazione – è nato quasi per caso o per gioco. Infatti la pandemia ha pressoché annullato le attività progettuali e i contatti esterni dei detenuti, soprattutto con i loro familiari, alzando ancora di più̀ il senso di isolamento, frustrazioni, tensioni personali e collettive. A conclusione di un progetto di sartoria sociale – che ha coinvolto i detenuti della casa circondariale in una straordinaria ‘Chiamata alle Arti’ nella produzione di mascherine da donare alla comunità̀ nell’aprile 2020 – durante un incontro di ringraziamento sono stati donati loro dei semi di ‘tenerezze’ per la cura avuta per la collettività̀”.

“Un detenuto, Bruno – continuano – in ricordo del padre contadino, ha voluto piantare i semi in uno degli appezzamenti di terreno del carcere. Da lì lo spunto, lo stimolo, la suggestione, d’intesa con l’amministrazione giudiziaria, che ha portato alla creazione del progetto Orto. Crediamo fortemente nel valore del gesto agricolo che raggiunge il suo apice di valore quando sfocia nel sociale e con questo progetto si è voluto contribuire a dare la possibilità̀ ai detenuti di ritrovare la fiducia in sé stessi e la spinta motivazionale”.

Il progetto ha avuto riconoscimenti e sostegni importanti: come sottolineato dagli ideatori durante l’incontro con l’Amministrazione comunale, “il provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria l’ha inserito nella propria programmazione triennale, finanziandolo a pieno, e la bellezza di quanto realizzato è arrivata fino al Vaticano. Papa Francesco ha da tempo voluto su Vatican News, ‘I Cellanti’ una rivista attenta ai progetti virtuosi nelle carceri e venutone a conoscenza il progetto è stato accolto”.

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