Alimenti extra Ue non sicuri, come tutelarsi: i consigli dell'esperta, Margherita Ferrante - QdS

Alimenti extra Ue non sicuri, come tutelarsi: i consigli dell’esperta, Margherita Ferrante

Alimenti extra Ue non sicuri, come tutelarsi: i consigli dell’esperta, Margherita Ferrante

Redazione  |
domenica 15 Gennaio 2023

“Bisogna evitare di comprare prodotti turchi, egiziani, cinesi o indiani perché in questi Paesi si controlla meno rispetto al controllo stringente che c’è in Europa”. Non usa mezzi termini la direttrice del laboratorio di Igiene ambientale e degli alimenti dell’Università di Catania, Margherita Ferrante. Ed è da aggiungere che a volte anche dai prodotti provenienti dai paesi Ue bisogna guardarsi.

È il caso del pollo low cost polacco che nell’ultimo rapporto del Rasff del 2022 ha ricevuto numerose notifiche di allarme (circa l’8% delle 389 provenienti dall’Italia) e in cui si è trovata, tra le altre cose, la salmonella.

In ogni caso, va detto che in genere i prodotti alimentari provenienti dall’Unione europea devono rispettare una serie di stringenti normative legate al pacchetto igiene che ne determina una maggiore sicurezza rispetto ai cibi provenienti da zone extra Ue.

Per questo bisogna avere, secondo Ferrante, “la consapevolezza che viviamo in un paese privilegiato, in cui si sorveglia, e nelle nostre scelte dobbiamo favorire i prodotti da noi monitorati e controllati”.

Scegliere consapevolmente cibi di qualità, tuttavia, non è sempre possibile in un periodo in cui l’inflazione e la perdita del potere di acquisto delle famiglie crescono vertiginosamente.

Basti pensare che le importazioni di carne di pollo dalla Polonia (proprio quella in cui è stata trovata la Salmonella) ad agosto scorso, periodo in cui l’inflazione non era così elevata come ora, hanno toccato quota 15mila tonnellate, segnando addirittura un raddoppio rispetto all’anno precedente. Le famiglie hanno sempre meno soldi e risparmiano sul cibo affidandosi a prodotti che costano di meno ma che sono potenzialmente contaminati.

E pensare che, come conferma la Ferrante, “a volte buttiamo alimenti sicuri che possono essere ancora consumati”. Un paradosso, lo spreco alimentare riguarda maggiormente le fasce più benestanti della popolazione che comprano cibi di qualità, mentre le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese si mangiano microplastiche, nanometalli, pesticidi e quant’altro.

Così, “il contrasto agli sprechi alimentari” diventa un momento importante sia “per dare sostegno alle famiglie bisognose” sia per “non buttare i cibi sicuri prodotti in Ue e farli circolare al massimo per utilizzarli completamente”.

La sicurezza dei cibi Ue, tuttavia, potrebbe essere minacciata dall’entrata in vigore di un trattato, che attualmente circola solo in forma di bozza, tra l’Unione europea e i paesi dell’America meridionale (i cosiddetti paesi Mercosur). Un accordo commerciale che non riguarda solo il mercato agroalimentare ma coinvolge, fra i tanti, anche quelli farmaceutico e dell’abbigliamento.

Secondo la Coldiretti, il trattato Ue-Mercosur “aprirebbe le porte a prodotti che utilizzano più di duecento pesticidi non autorizzati” dall’Ue.

“Questo accordo nasce prima di tutto per una tutela commerciale dell’Unione europea – spiega Ferrante -. È indubbio che ci potrebbe essere una potenziale minaccia. Ma è indubbio anche che l’accordo, prima di entrare in vigore deve passare diversi filtri che non sono solo i paesi del Sud America, ma soprattutto gli stati membri dell’Ue e il parlamento Ue che dovranno discuterne i termini.

Parlando di agroalimentare non si potrà non pretendere che la circolazione libera da questi Paesi all’Ue è un potenziale pericolo. Questi prodotti dovrebbero rispettare dei criteri minimi di sicurezza che sono importanti per noi”.

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