L’assessore regionale ai Rifiuti, Alberto Pierobon, si è impegnato a "promuovere la diffusione del sistema HomeBiogas 2.0 commercializzato dai ‘Nuovi Mille’ di Marsala" dopo "le valutazioni dei competenti uffici".
Dunque, via libera se ci sarà l’ok dei tecnici regionali.
L’impegno è stato assunto dopo aver constatato, a Marsala, il funzionamento del "biodigestore" che Mario Ragusa, ricercatore della sede marsalese dell’Istituto regionale della vite e dell’olio, Gianfranco Maltese, agricoltore, e Vittorio Nocera, esperto di business e management, sfruttando un’idea che arriva da Israele, hanno realizzato per trasformare i rifiuti organici in biometano e fertilizzanti.
"Abbiamo la certezza – dice Mario Ragusa, che da anni studia progetti innovativi in campo energetico – che questo in Sicilia si può realizzare. In collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria ambientale dell’Università di Enna, stiamo lavorando alla realizzazione di un modulo formato da cinquanta biodigestori casalinghi, con sistema di accumulo del biogas da cento metri cubi e relativo gruppo elettrogeno in assetto cogenerativo da installare, ad esempio, sulle isole come Pantelleria o Lampedusa, dove il problema dei rifiuti rispetto alla terraferma costa dieci volte di più".
A differenza delle compostiere tradizionali, HomeBiogas 2.0 può trasformare in gas e fertilizzante ogni tipo di cibo, dalla carne al pesce, dall’olio ai grassi.
Ed è possibile generare biometano utile per tenere acceso un fornello a gas fino a 3 ore al giorno.