La nuova condanna, ormai passata in giudicato, infatti, ha comportato il venir meno del beneficio dell’indulto che gli aveva evitato la cella nel 2011, quando era diventata definitiva la pena per l’accusa di riciclaggio. Ciancimino è accusato di avere sotterrato nel giardino della sua casa, nel centro della città, 40 candelotti di dinamite. Il reato è di detenzione di esplosivo in concorso con un amico, Giuseppe Avara, che si è disfatto del tritolo. Per entrambi le condanne sono state confermate dalla Cassazione.
Non è ancora chiaro quanto il teste della trattativa resterà in carcere: alle due condanne, infatti, si dovrà sottrarre il tempo trascorso in custodia cautelare.
I guai giudiziari di Ciancimino potrebbero comunque aumentare dal momento che si trova sotto processo per calunnia a Caltanissetta e per calunnia e concorso in associazione mafiosa a Palermo nel dibattimento sulla cosiddetta trattativa.
Entrambi i procedimenti pendono in primo grado.