CATANIA – Sette anni e otto mesi di reclusione. È questa la richiesta avanzata dalla Procura generale, rappresentata in aula dal pm Agata Santonocito, a conclusione della requisitoria nel processo davanti alla Terza Corte d’appello di Catania nei confronti dell’ex presidente della Regione siciliana ed ex leader dell’Mpa, Raffaele Lombardo.
Il 19 febbraio del 2014 era stato condannato, per concorso esterno in associazione mafiosa, a sei anni e otto mesi col rito abbreviato presieduto dal gip Marina Rizza. L’accusa ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado per il concorso esterno con l’aggiunta di un anno per reato elettorale, dal quale era stato assolto.
La difesa dell’ex presidente della Regione si è detta convinta di dimostrare “l’assoluta infondatezza” delle accuse mosse, “confidando nell’assoluzione”. Lo ha detto l’avvocato Alessandro Benedetti dopo la conclusione della requisitoria davanti alla Corte d’appello di Catania. “La Procura generale – ha aggiunto il penalista – ha chiesto la conferma della pena stabilità dal giudice di primo grado e inoltre la sanzione aggiuntiva per il reato elettorale che costituiva l’ oggetto del suo appello. Nel corso della requisitoria molti punti della sentenza sono stati oggetto di profonda critica, mentre si è insistito sulle dichiarazioni di collaboratori come l’architetto Tuzzolino, smentito da tutti i testimoni citati e accusato di avere calunniato persino il suo avvocato difensore”. La prossima udienza si terrà il 10 novembre, con dichiarazioni spontanee di Raffaele Lombardo. La sentenza è prevista per la fine di gennaio 2017.