“Il disagio abitativo nel Paese è in forte crescita, come confermano i dati del Ministero dell’Interno, uno su tutti i 42 mila sfratti emessi nel 2022, l’80,1% per morosità" conferma Cgil
“Il disagio abitativo nel Paese è in forte crescita, come confermano i dati del Ministero dell’Interno, uno su tutti i 42 mila sfratti emessi nel 2022, l’80,1% per morosità, a cui si aggiungono 99 mila richieste di esecuzione di sfratti presentate ad ufficiali giudiziali, e 30 mila sfratti eseguiti con l’intervento dell’ufficiale giudiziale. Dati destinati ad aggravarsi nell’anno in corso visto che nella legge di Bilancio 2023 il Governo Meloni non ha rifinanziato né il Fondo per l’affitto né il Fondo per la morosità incolpevole, oltre ad aver eliminato il reddito di cittadinanza che prevedeva una quota aggiuntiva per il pagamento del canone di locazione”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.
La dirigente sindacale spiega che “altri due nodi dell’emergenza sono la carenza dell’offerta di edilizia pubblica e l’allarmante situazione degli alloggi per studenti universitari fuori sede, che mette in discussione l’esigibilità del diritto allo studio di tanti ragazzi e ragazze”.
Emergenza disagio abitativo, come uscirne
Per Barbaresi “occorre una politica che agisca sia a livello centrale che locale, e che consideri la casa come infrastruttura sociale indispensabile. Per questo, il servizio abitativo destinato ai cittadini che si trovano in una situazione di disagio economico deve essere parte dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), da garantire su tutto il territorio nazionale”. La segretaria confederale della Cgil elenca quindi alcune priorità: “rifinanziare il Fondo di sostegno per l’affitto e il Fondo per la morosità incolpevole per un valore di almeno 900 milioni di euro; incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica di 600 mila unità e integrarla con quote di Edilizia residenziale sociale (ERS); realizzare residenze universitarie pubbliche nell’ambito del diritto allo studio e incrementare il Fondo per gli studenti fuori sede che ad oggi dispone di soli 4 mln di euro per il 2023; rivedere il regime fiscale legato alle locazioni per incentivare al massimo il canone concordato”.
“È necessaria – conclude Barbaresi – una strategia complessiva per affrontare con determinazione, e con risorse adeguate, una vera e propria emergenza che, aggravata dal caro vita, dal sempre maggiore impoverimento e dall’aumento delle diseguaglianze, ha dimensioni sempre più preoccupanti per la tenuta sociale del Paese”.