Al centro delle indagini della Dia, coordinate dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Stefania La Rosa, verifiche su incentivi ai dipendenti che furono assegnati dai precedenti vertici del Consorzio, fino al settembre del 2013. Sono i cosiddetti incentivi progettuali relativi ai lavori da realizzare, stabiliti dai piani triennali approvati dal Cas, e assegnati in base alle varie figure professionali previste: il responsabile unico del procedimento, il progettista, il direttore dei lavori, il responsabile della sicurezza, e i vari collaboratori del progetto. Agli atti dell’inchiesta ci sarebbero intercettazioni ambientali e telefoniche che, secondo l’accusa, proverebbero l’assegnazione di incentivi progettuali a una ristretta cerchia di dipendenti, prescindendo spesso dall’effettivo contributo apportato nell’ambito del gruppo di lavoro.
“Le indagini devono fare il loro corso, sono tranquillo e ho molta fiducia nella magistratura”, ha detto il presidente del Cas, Rosario Faraci, all’Ansa.