Li Sacchi ha spiegato le diverse fasi del suo operato (utilizzava le proprie credenziali, accedeva al sistema informatico dell’Asp e alterava i dati relativi agli assistiti per la stampa di autorizzazioni false, modificando o inventando le patologie sofferte, i medici prescrittori, le date e quant’altro fosse stato necessario per giustificare l’erogazione gratuita dei prodotti) e ha ammesso di aver ricevuto tre euro per ogni autorizzazione emessa.
Anche il farmacista Gaetano Sirchia, titolare della farmacia di corso Tukory, ha risposto al Gip, scaricando però la colpa sui suoi collaboratori. Gli altri indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.