Cannella: "Riorganizzazione dei servizi divenuta non più rinviabile" - QdS

Cannella: “Riorganizzazione dei servizi divenuta non più rinviabile”

Cannella: “Riorganizzazione dei servizi divenuta non più rinviabile”

sabato 23 Dicembre 2023

Forum con Giampiero Cannella, coordinatore regionale Fratelli d’Italia per la Sicilia occidentale. Indispensabile una nuova concezione della burocrazia regionale

Giampiero Cannella, classe 1965, giornalista professionista, è stato parlamentare alla Camera dei Deputati nel gruppo di Alleanza nazionale. Consulente per la comunicazione di Enti pubblici e società private, nel 2019 ha ricoperto questo incarico per la Presidenza della Regione siciliana. Autore di pubblicazioni su temi militari, ha ricoperto negli anni diversi incarichi politici, tra i quali assessore e vice sindaco di Palermo. Dal 2022 è assessore comunale alle Politiche culturali. Dal 2013 è coordinatore regionale di Fratelli d’Italia per la Sicilia occidentale.

Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del direttore Carlo Alberto Tregua e del vice presidente Filippo Anastasi, il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia per la Sicilia occidentale, Giampiero Cannella.

La sospensione della Corte dei Conti sul Giudizio di parifica del Rendiconto della Regione siciliana per il 2021 ha scatenato una forte reazione del Governo regionale. Cosa ne pensa?
“Quella della Corte dei Conti non è stata una bocciatura, semmai la scelta di sospendere il giudizio è avvenuta per ottenere un approfondimento della situazione del precedente Governo Musumeci. La politica si occupa di dare risposte alla comunità e i giudici contabili controllano la spesa. Atteso che non posso valutare io il Governo Musumeci, che pure ha raggiunto moltissimi obiettivi, la guida dell’ex presidente della Regione ha rappresentato un momento di grande modernizzazione della nostra Isola. E l’attuale governo del presidente Schifani rappresenta la continuità con quell’Amministrazione negli assetti politici e istituzionali”.

La burocrazia blocca la Pubblica amministrazione. Il nostro giornale l’ha rappresentata spesso come un motore in difficoltà. Che senso ha, per esempio, procedere con centinaia di assunzioni, se prima non si stabilisce il Piano organizzativo dei servizi?
“In Sicilia abbiamo dei problemi oggettivi che riscontro anche nell’Amministrazione locale. Obiettivamente in Italia esiste il problema di una Pubblica amministrazione anziana anagraficamente e, di conseguenza, con una mentalità nella maggior parte dei casi refrattaria alle innovazioni. Accade, inoltre, che i funzionari vadano in pensione e non siano sostituiti dalle nuove leve. Aggiungo anche che in passato il posto pubblico era inteso come un ammortizzatore sociale e quindi spesso il numero del personale contava più della qualità. Oggi, invece, svolgere incarichi è molto più complesso rispetto al passato e lo vediamo quando ci troviamo di fronte a impegni come il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Occorre più competenza, ma la burocrazia non è al passo con i tempi. È verissimo che occorre una razionalizzazione dei servizi, ma è anche vero che le Pubbliche amministrazioni hanno un problema quantitativo. Per esempio, in passato al Comune di Palermo c’erano un capo area che dirigeva la Galleria d’arte moderna, un direttore della Biblioteca, un direttore dell’Archivio storico e un direttore amministrativo che avevano competenze specifiche. Ora al non è più così, anche se adesso attraverso un bando abbiamo selezionato una nuova dirigente per la Galleria d’arte moderna. Ritengo dunque una nuova riorganizzazione dei servizi e della pianta organica non più rinviabile. Come partito, lo segnaliamo da tempo, ma è altrettanto vero che se al momento non tamponiamo le falle, non riusciremo nemmeno ad adempiere ai compiti preposti”.

Il pensionamento e la mancanza di un ricambio generazionale immediato non favorisce la formazione delle nuove leve. Che ne pensa?
“In passato in Sicilia avevamo istituti di alta formazione per la Pubblica amministrazione come il Cerisdi, ma oggi queste strutture non esistono più. Riportare in vita una scuola di alta formazione per la classe dirigente sarebbe un’iniziativa assai utile, inquadrata naturalmente in un progetto legato all’organico e agli obiettivi da raggiungere. Oggi è cambiato tutto grazie alla digitalizzazione e quindi si aprono nuovi scenari anche dal punto di vista della formazione”.

La campagna di tesseramento di Fratelli d’Italia in Sicilia ha registrato un fortissimo incremento di iscritti rispetto al 2022, passando da poco più di cinquemila tesserati a oltre 24mila del 2023. Chi sceglie FdI e cosa cerca?
“Gli iscritti sono quadruplicati, c’è stata una campagna di adesione che ha visto una partecipazione notevolissima. Non c’è una connotazione generazionale: abbiamo riscontrato di essere un partito che è intergenerazionale e interclassista. Da noi ci sono iscritti professionisti, cosi come ci sono operai, lavoratori, disoccupati. E questo, secondo me, è dovuto a livello nazionale al messaggio chiaro di Giorgia Meloni, che è un messaggio orientato al coinvolgimento di tutte le fasce sociali e di tutte le categorie. A un Pd radical chic dei centri urbani si contrappone un movimento che è molto attento alle istanze sociali, anche con la concretezza delle soluzioni. E questo è un messaggio che è passato sia agli elettori, sia ai cittadini. Diciamo anche che Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni sono percepiti come una novità nel panorama politico”.

Rifiuti: Sicilia senza termocombustori
a causa dell’integralismo ambientalista

Sulla modernizzazione della Pubblica amministrazione, Fratelli d’Italia sta portando avanti le istanze di digitalizzazione per lo snellimento della burocrazia?
“Il partito ha posto la digitalizzazione come punto di programma. Il problema è che ci sono così tante emergenze da affrontare in questo momento, che la visione strategica viene a mancare”.

Quali soluzioni proponete sul dissesto idrogeologico?
“Premesso che il Governo Musumeci ha realizzato numerose opere per affrontare questo problema, il dissesto idrogeologico è una questione che investe tutta Italia. E l’assessore regionale del Territorio e Ambiente, Elena Pagana, sta lavorando alacremente su quest’aspetto. Gli incendi sono l’altro grande problema della Sicilia e, per affrontarli, occorre curare molto di più il territorio con interventi mirati, usando strumenti moderni, oltre a inasprire le pene, anche se questo è compito del Governo regionale”.

Dal punto di vista dell’energia e dei rifiuti che proposte avanzate?
“Abbiamo appoggiato l’azione condotta dal Governo regionale. Sui rifiuti la gestione richiede l’uso dei termocombustori, la cui mancanza è una follia d’integralismo ambientalista che fino a oggi ha alimentato il sistema delle discariche, facendo restare la Sicilia arretrata rispetto alle innovazioni sul campo. A Copenaghen hanno realizzato una pista di sci in erba sul loro termocombustore, mentre altri sono costruiti dentro le città. Non si capisce perché in Sicilia non si debbano realizzare”.

Che tipo di azione di stimolo sul Governo regionale state portando avanti attraverso il lavoro degli assessori FdI presenti all’interno della Giunta?
“Noi lavoriamo con l’obiettivo di essere uno stimolo costante per il Governo, come si è visto con la vicenda del caro-voli affrontata dal presidente della Regione siciliana e dal nostro assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Alessandro Aricò”.

La grande crescita di Atreju
e l’apertura verso l’esterno

Lei ha partecipato ad Atreju, la grande festa di FdI che si è svolta a Roma nei giorni scorsi. Un giudizio rispetto al passato.
“Sono stato tra i primi organizzatori di Atreju, che nacque nel 1998 come festa politica di Azione giovani. Al tempo io ero presidente di Azione universitaria e Basilio Catanoso di Azione giovani, due siciliani ai vertici politici giovanili di allora, della parte occidentale e orientale dell’Isola. Ricordo gli incontri sull’Università con l’allora ministro Enrico Berlinguer e sul giornalismo con Mario Petrina. Quelle erano edizioni pioneristiche rispetto a quest’ultima, che si è svolta a Castel Sant’Angelo, con una organizzazione e un’immagine molto curata”.

Entrando nel merito, come sono cambiati i contenuti di questo progetto?
“Credo ci sia stata la voglia non soltanto di parlare di quello che ha fatto Fratelli d’Italia al Governo, ma anche di interloquire con soggetti che possono essere in qualche modo portatori di soluzioni per le tematiche future. Elon Musk ne è un esempio, così come i premier britannico e albanese. L’apertura verso l’esterno ha ribadito la capacità di Giorgia Meloni di essere credibile sul piano internazionale. Non si può contestare la dimensione internazionale che ha come premier sia rispetto gli Stati Uniti, sia con gli altri partner naturali geopolitici. E poi Atreju è anche la capacità di entrare nello specifico dei temi. Per esempio, io ho partecipato a un convegno sul contrasto alla pedopornografia dove è stato presentato un film che uscirà a febbraio. Credo che oggi Fratelli d’Italia abbia la capacità di affrontare le sfide che ci attendono e di provare a trovare le soluzioni senza pregiudizi”.

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