Trattativa Stato-mafia, Napolitano testimonierà - QdS

Trattativa Stato-mafia, Napolitano testimonierà

Trattativa Stato-mafia, Napolitano testimonierà

venerdì 18 Ottobre 2013
PALERMO – La Corte d’assise di Palermo, davanti alla quale si sta svolgendo il processo sulla trattativa Stato-mafia, ha ammesso la richiesta della Procura di citare a deporre come testimone il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ma con alcuni limiti. Lo hanno riferito fonti giudiziarie.
Il capo dello Stato figura nella lista dei testi della Procura, che intende sentirlo sui colloqui tra l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino e l’ex consigliere giuridico del Quirinale, Loris D’Ambrosio.
Ma la sua deposizione, ha deciso la Corte, dovrà avvenire “nei soli limiti della conoscenza del teste che potrebbero esulare dalla funzioni presidenziali e dalla riservatezza del ruolo”, come disposto dalla Corte costituzionale nella sentenza in cui aveva accolto la richiesta di Napolitano di distruggere le intercettazioni delle sue conversazioni telefoniche con Mancino. Di queste intercettazioni non si parlerà nel processo. Il Quirinale, in una nota, fa sapere di essere "in attesa di conoscere il testo integrale dell’ordinanza di ammissione della testimonianza adottata dalla Corte di Assise di Palermo per valutarla nel massimo rispetto istituzionale".
La Corte ha ammesso la testimonianza di altre persone tra cui l’attuale presidente del Senato Piero Grasso, in quanto ex magistrato alla Procura di Palermo. I pm che hanno portato al processo Mancino e altri imputati, tra cui diversi mafiosi, sostengono che una presunta trattativa sarebbe stata intavolata con i capi di Cosa nostra da esponenti istituzionali per evitare il ricorso alla violenza, dopo l’attentato contro il giudice Giovanni Falcone nella primavera del 1992. Ma pochi mesi dopo fu ucciso in un altro attentato anche il magistrato Paolo Borsellino, e nei primi mesi del 1993 ci furono altre esplosioni, attribuite alla mafia, che provocarono vittime a Milano e Firenze.
Proprio nelle motivazioni della condanna in primo grado per l’attentato di Firenze del boss Francesco Tagliavia, i giudici fiorentini hanno scritto che la trattativa avvenne realmente, ma che è invece infondata l’ipotesi che Forza Italia, il partito di Silvio Berlusconi avesse appoggiato la mafia e fosse tra i mandanti delle stragi

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