Dimenticate in inverno e prese d’assalto in estate. Senza servizi adeguati si rischiano gravi ripercussioni sociali
PALERMO – L’interrogativo che alberga nella mente di ogni cittadino che abita nelle isole minori della Sicilia è se lo Stato e la Regione garantiscano realmente a loro, che sono abitanti di aree periferiche, gli stessi diritti di chi vive sulla terraferma. La risposta che arriva dalla stragrande maggioranza degli isolani è alquanto scontata ed equivale a un secco e deciso “No”. Il perché è facile a dirsi: soprattutto nel corso degli ultimi decenni su queste isole cristalline, quasi tutte patrimonio Unesco e meta gettonata delle vacanze internazionali, sono stati tagliati reparti ospedalieri, corse di traghetti e imposti vincoli e condizioni a tutela del territorio così stringenti da rendere difficile viverci, soprattutto per chi non si trova in una condizione economica soddisfacente e quindi costretti a pagare all’incirca il 20% in più rispetto alla terraferma per acquistare generi alimentari, per non parlare della benzina alle stelle e di gran lunga oltre i due euro al litro.
Il primo nodo è quello della salute e dell’assistenza sanitaria
In ogni isola gli stringenti decreti degli ultimi anni, che hanno colpito soprattutto le regioni in regime di rientro sanitario, hanno impoverito le prestazioni, con chiusura di reparti e assenza di medici, questi ultimi quasi introvabili a tal punto da costringere il Governo regionale a cercarli all’estero. Tanto per fare un esempio: a Lipari sono attesi due medici provenienti dall’Argentina e in branche molto delicate come Cardiologia, Pediatria, Chirurgia e Ortopedia è già un miracolo se alcuni medici, una volta a settimana, vengano a lavorare sull’arcipelago. A Pantelleria addirittura ci sono state carenze in Neurologia e a causa dell’assenza per malattia dell’unico professionista. Per avere un sostituto si è dovuto attendere diverse settimane e al suo arrivo ci si è accorti che la lista d’attesa era diventata insostenibile.
La crisi dei trasporti
Ma insieme alla condizione di marginalità in campo sanitario cammina a braccetto anche la crisi dei trasporti. Disagi si registrano in tutte le isole, ma alle Eolie in particolare i problemi sono stati anche acuiti da criticità di natura giudiziaria tra Procura di Messina e Caronte & Tourist: prima, l’estate scorsa, il sequestro di tre traghetti alla compagnia; nei giorni scorsi, poi, lo stop dei giudici anche a un altro traghetto dopo un incidente con un ormeggiatore rimasto ferito. I sindaci delle Eolie (il primo cittadino di Lipari Riccardo Gullo e i tre sindaci di Salina, Giacomo Montecristo per Leni, Domenico Arabia per Santa Marina Salina e Clara Rametta per Malfa hanno scritto al presidente della Regione Renato Schifani, all’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò e alla Prefettura di Messina, lamentano eccessive lentezze nelle indagini e i conseguenti rischi per la continuità territoriale prevista dalla Costituzione. “L’ennesimo sequestro di navi – hanno affermato gli amministratori – sta mettendo in ginocchio gli interessi vitali degli abitanti dell’arcipelago”.
Alcuni abitanti hanno addirittura ipotizzato, in assenza di risposte da parte della Regione, di mettere in acqua una piccola compagnia privata, soprattutto per garantire la stagione turistica che è alle porte. Proprio in tema di turismo, con particolare focus su quello sostenibile, ha preso il via nella giornata di ieri e si concluderà oggi una due giorni, organizzata a Lipari da Federalberghi Isole Eolie, per parlare di criticità e soluzioni anche in tema di collegamenti. Oggi è attesa la presenza del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, di Nico Torristi, presidente Sac (società di gestione dell’aeroporto di Catania) e di Uras Federalberghi Sicilia, di Emanuele Carnevale, albergatore isolano e consulente dell’assessore al Turismo Elviara Amata e di Christian Del Bono, presidente Federalberghi isole minori. “Un confronto – ha spiegato Carnevale – su esperienze e opportunità diverse che potranno essere da spunto per nuove scelte di campo nello sviluppo delle nostre isole”.
Infine la tutela ambientale
Terzo tema di stringente attualità e frizione nelle isole riguarda la tutela ambientale. In un recente convegno, organizzato a Lipari dall’associazione tecnici eoliani (cui hanno partecipato delegazioni di tutte le Amministrazioni delle altre isole), presieduta dal presidente Gaetano Barca, si è parlato anche delle migliaia di case a rischio demolizione, con tutto il dramma sociale che ne consegue. Ne è venuta fuori una promessa del Governo regionale, formulata dagli assessori Elvira Amata (Turismo) ed Elena Pagana (Territorio e Ambiente), di istituire un tavolo tecnico permanente sui problemi urbanistici, edilizi e turistici che riguardano tutte le isole minori.
“L’idea ambiziosa – ha spiegato Barca – di organizzare un convegno generale sulle problematiche di programmazione e pianificazione del territorio delle isole, nasce da numerosi momenti di riflessione e di dibattito durante l’attività assembleare della nostra associazione. Motivati da una forte responsabilità di operare in un sito unico, ricco di storia, di cultura, archeologia, natura, paesaggio e biodiversità, ma anche complesso per la sua particolare conformazione e discontinuità, troppo spesso troviamo frizioni, incongruità e divergenze sul sistema vincolistico e di programmazione territoriale–urbanistica. Da qui l’idea di condividere con le altre isole siciliane le esigenze e i problemi che accomunano queste stupende realtà”.
Nel corso dell’incontro, alla presenza – anche se da remoto – di Amata e Pagana, è partito un grido d’allarme forte e chiaro verso le istituzioni. In particolare, è stato sottolineato come con le attuali normative e con la mancata applicazione dell’ultimo condono edilizio, annullato da una sentenza della Corte costituzionale nel 2022, nelle isole minori si rischia il dramma sociale. A rischio demolizione ci sono, infatti, migliaia di edifici.
Da citare, sempre su questo versante, la relazione di Alberto Siracusano psichiatra, professore emerito e coordinatore del tavolo tecnico “Salute mentale” del ministero della Salute. Siracusano ha spiegato che sulle isole minori, dove si vive già dieci anni in meno rispetto alla terraferma, “il rischio di malattie cardiovascolari e mentali causate dallo stress emotivo dovuto alla mancanza di certezze sui propri beni è altissimo”.
Gli assessori regionali Elena Pagana ed Elvira Amata hanno promesso interventi concreti. Vedremo se realmente saranno i fatti a confermare i buoni propositi o a smentirli.
Le parole di Fabrizio D’Ancona, sindaco di Pantelleria: “La Costituzione italiana dice che ogni cittadino deve avere gli stessi diritti degli altri”
PANTELLERIA (TP) – Per comprendere meglio le istanze che provengono dai territori abbiamo sentito Fabrizio D’Ancona, sindaco di Pantelleria, isola famosissima anche per il suo mare, i capperi, e i dammusi. Alla domanda se i suoi concittadini si sentano o meno di Serie B, dopo una pausa di pochi secondi, ha risposto così: “Non vorrei esprimermi in questa catalogazione, ma certamente posso dirle che i problemi che assillano gli abitanti di isole minori come la mia e Lampedusa, lontanissime dalla terraferma, invitano alla riflessione su numerosissime problematiche che comprendono soprattutto salute e trasporti”.
Recentemente sulla sua isola è scoppiato il caso dell’assenza della Neurologa per questioni di salute e la mancata nomina di un sostituto ha causato una lista di visite lunghissima… Come mai c’è voluto tanto tempo per la sua sostituzione?
“Il caso della neurologa e soltanto uno dei tanti. Si parla di problematiche che sulla terraferma richiederebbero, per essere risolte, minor tempo. Nel caso specifico della Neurologa, la professionista non poteva essere sostituita perché, purtroppo, le norme in Italia sono tante e non si tiene conto delle peculiarità di territori periferici. E siccome la dottoressa quando si è assentata non aveva presentato una certificazione adeguata, l’iter di sostituzione si è paralizzato. Quindi tutte le autorità preposte erano dalla parte della ragione, ma l’utenza locale è stata lasciata in balia di nessuno. Ora, questo non va bene, soprattutto quando viene messa a rischio la salute di cittadini, che non possono certo viaggiare per andare a curarsi”.
Ritiene quindi che sia necessaria una normativa ad hoc per affrontare i problemi delle isole minori?
“Esattamente. E per questo una decina di giorni fa i sindaci di tutte le isole minori della Sicilia si sono incontrati a Santa Marina Salina per decidere di riattivare la Consulta delle isole minori siciliane, che in passato è stata messa da parte, e riprendere così un’interlocuzione attiva e diretta con le istituzioni regionali e nazionali. Sicuramente oggi manca un interlocutore apposito con cui confrontarsi e bisogna chiedere che venga riconosciuto e indicato”.
Cosa si dovrebbe fare, nello specifico?
“Ci vorrebbe la nomina di un assessore regionale al quale assegnare la delega alle Isole minori, che hanno problemi diversi rispetto ad altri territori della terraferma. Le faccio un esempio: qualche giorno fa sono stato chiamato da un agricoltore che aveva una mucca in pericolo di vita. Bene, in qualsiasi altra parte della Sicilia sarebbe bastato chiamare un veterinario Asp, ma da noi non esiste. Non abbiamo un ufficio Asp di Veterinaria. Cito questo episodio solo per ribadirle che le tematiche nelle nostre isole sono talmente ampie che se non c’è un’attenzione e una deroga su tutta una serie di questioni specifiche, non ne usciremo mai. Ci formalizziamo su norme che hanno una valenza per una città, ma non altrettanta valenza per le nostre realtà”.
Quali sono dunque le priorità su cui dovrebbe puntare questa ricostituita Consulta?
“Per prima cosa avere un tavolo aperto con un assessore di riferimento che abbia la delega specifica alle Isole minori, per far sì che eventualmente si possa anche avere un ufficio ad hoc per affrontare tutte le problematiche di questi territori, a cominciare dalla sanità e dai trasporti. Ora, se è vero che la sanità in Sicilia non funziona più a dovere, immaginatevi cosa succede nelle nostre isole, dove solo per fare una risonanza un pantese deve spendere non meno di 400 euro tra volo aereo, pernottamento e ticket dell’esame. Questo è solo un esempio, perché i nodi che assillano le nostre popolazioni sono a 360 gradi. La politica, nel corso degli ultimi anni, ha dimenticato questi territori. Adesso noi sindaci delle isole intendiamo ricordare a chi ci governa che la Costituzione dice che ogni cittadino deve avere gli stessi diritti, da Nord a Sud. E noi ribadiamo con forza: ‘isole minori comprese’”.