Trapani, corruzione e malaffare in politica: sequestro da 9 milioni

VIDEO | Politica e malaffare, il giro di corruzione nel Trapanese: “promotore” l’ex senatore Papania

VIDEO | Politica e malaffare, il giro di corruzione nel Trapanese: “promotore” l’ex senatore Papania

Redazione  |
giovedì 17 Ottobre 2024

L'ex senatore sarebbe stato a capo di un sistema politico che sfruttava i fondi europei per spese personali.

Nel corso della mattinata odierna oltre 60 finanzieri del Comando Provinciale di Trapani stanno dando esecuzione a 14 misure cautelari personali emanate dai Tribunali di Marsala e di Trapani. Il tutto su richiesta della Procura Europea – sede di Palermo – e della Procura della Repubblica di Marsala, nei confronti di noti esponenti politici di Trapani accusati di truffa aggravata e corruzione. Questi, infatti, hanno rivestito e/o rivestono importanti incarichi a livello comunale, regionale e, in un caso, nazionale.

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Contestualmente, sono in corso nelle provincie di Trapani e di Palermo anche molteplici perquisizioni domiciliari e locali tese a ricercare e acquisire ulteriori elementi probatori e riscontri d’indagine.

Trapani, le indagini per corruzione

Le operazioni odierne s’inseriscono nel contesto di una complessa e articolata attività di indagine, svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza trapanese. Questa ha consentito di disvelare la commissione di plurimi delitti di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, malversazione e di condotte di riciclaggio e autoriciclaggio.

Principale promotore e organizzatore degli illeciti perpetrati l’ex senatore della Repubblica, nonché ex Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana e Assessore della Regione Siciliana, Nino Papania, supportato stabilmente da un dirigente di M.P.A. (“Movimento per l’Autonomia”) e del Movimento V.I.A. (“Valori, Impegno, Azione”), da un esponente del movimento V.I.A. di Marsala e da un ex consigliere del comune di Cinisi (PA). I soggetti erano interessati a ricercare e acquisire crescenti consensi intorno al movimento politico V.I.A., allargandone la composizione e l’area di influenza sul territorio trapanese e regionale, anche in vista di successive tornate elettorali.

Il modus operandi

Al fine di conseguire illeciti arricchimenti e di perseguire l’ambizioso progetto politico, i principali indagati nell’inchiesta per corruzione a Trapani hanno ottenuto diversi finanziamenti. Il tutto avvalendosi strumentalmente degli enti CE.SI.FO.P. (Centro Siciliano per la formazione professionale), I.R.E.S. (Istituto di studi e ricerche economiche e sociali) e Associazione Tai. I finanziamenti ottenuti riguardavano il Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014/2020 per oltre 8,7 milioni di euro da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale. Di detta somma, circa ottocentomila euro sono stati già percepiti e impiegati per il sostenimento di spese voluttuarie personali o connesse a iniziative di sostegno del movimento politico V.I.A. e a campagne elettorali, e ulteriori 2,5 milioni sarebbero stati a breve erogati. Le Fiamme Gialle, in esecuzione dei provvedimenti emanati dalle AA.GG. procedenti, hanno pertanto operato il sequestro, anche per equivalente, di circa 1 milione di euro, pari all’ammontare delle somme malversate o riciclate, nonché il sequestro preventivo dei circa 8 milioni di euro residui già finanziati.

Gli indagati

Le indagini hanno consentito di accertare come a sei esponenti politici locali – quattro dei quali attualmente consiglieri presso i Comuni di Marsala e Custonaci – e, soprattutto, a loro congiunti, pur privi dei requisiti e delle competenze richieste, siano state assegnate o promesse posizioni lavorative, nomine e promozioni presso i citati enti di formazione, in cambio del sostegno garantito al predetto movimento politico. C’è anche un indagato molto noto al centro dell’inchiesta per corruzione in provincia di Trapani: si tratta dell’ex senatore e assessore regionale Nino Papania, raggiunto da un provvedimento di divieto di dimora a Palermo e Trapani e considerato “promotore e organizzatore” del sistema di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione e riciclaggio messo in piedi nel Trapanese.

Tra i 24 soggetti nel complesso indagati per corruzione a Trapani risultano, a vario titolo, coinvolti nei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e riciclaggio anche altri sei esponenti politici che rivestono o hanno rivestito cariche presso i Comuni di Marsala, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo ed Erice.

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