L'intervento del Genio civile della Regione Siciliana, che evidenzia gli aspetti da tenere in considerazione anche in vista della realizzazione del ponte sullo Stretto.
Un bivio. Se possibile, una fase di passaggio decisiva rispetto al futuro della città. Messina vive con apprensione e interesse le notizie che arrivano in merito al suo futuro urbanistico diviso tra l’approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale (Prg) – ora in standby – e le questioni legate alla realizzazione del ponte sullo Stretto, che vivrà un’altra fase caldissima a metà novembre.
Negli ultimi anni, il dibattito su questi temi è stato caratterizzato da ritardi e cambi di rotta per via di molteplici dietrofront politici per entrambe le questioni. Ad accendere nuovamente i riflettori sulla questione del Prg messinese, è stato l’intervento del Genio civile della Regione siciliana, per tramite dell’ingegnere capo Santi Trovato.
Il parere sull’atteso Piano Regolatore Generale di Messina
L’ex Commissario straordinario del Consiglio della Città Metropolitana di Messina, ritiene che il Comune debba rivedere il Prg vigente per adeguarsi alle nuove esigenze imposte dall’avanzamento del progetto del Ponte. Il Prg di Messina è uno strumento urbanistico che da anni attende di essere aggiornato in modo organico.
La necessità di una nuova pianificazione era emersa già durante la sindacatura di Renato Accorinti, quando era stata lanciata una Variante generale del Prg, affidata al lavoro di un team di tecnici comunali sotto la supervisione del professor Carlo Gasparrini, esperto esterno proveniente dall’Università di Napoli.
Una variante che però non prendeva in considerazione l’ipotesi del ponte sullo Stretto, in quel momento mandato in sordina dall’allora Governo. Durante l’Amministrazione De Luca, il piano regolatore è stato oggetto di ulteriori revisioni e modifiche poi sottoposte all’attenzione delle Commissioni e del Consiglio comunale. Nel 2023, l’iter si è bloccato nuovamente. Un rallentamento non casuale e coinciso con il rilancio del progetto del ponte.
L’impatto del Ponte
L’arrivo del progetto del Ponte ha cambiato radicalmente il contesto urbanistico in cui si trovava a operare il Comune di Messina. Non si tratta semplicemente di una nuova infrastruttura che collegherà due sponde, ma di un’opera che rivoluzionerà profondamente il territorio. Secondo quanto dichiarato dal vicesindaco Salvatore Mondello, impegnato a Roma in missione, il Comune è stato costretto a rivedere i tempi e le modalità di aggiornamento del piano regolatore.
Il progetto del Ponte richiede una pianificazione complessiva, che non si limiti a integrare una singola opera, ma che tenga conto di un sistema di interventi che trasformeranno il volto della città e dell’area circostante. Compresa parte della provincia tirrenica.
Gli scenari immaginati nel nuovo Prg rispondevano a una visione della città che non includeva la costruzione di questa colossale infrastruttura. Di conseguenza, la presenza del Ponte impone una riflessione più profonda sull’intera pianificazione urbana. In gioco non ci sono solo le modalità di collegamento tra Messina e la Calabria, ma anche la riorganizzazione degli spazi urbani, delle infrastrutture e dei servizi cittadini.
Quali cambiamenti ci si aspetta nel nuovo Piano Regolatore?
L’integrazione del Ponte nel Prg impone una serie di modifiche strutturali che toccheranno vari ambiti, dal trasporto alla gestione del territorio. Prima di tutto, sarà necessario prevedere un potenziamento delle infrastrutture di collegamento interno, per permettere un accesso agevole all’area del ponte. Questo potrebbe significare la costruzione di nuove strade e ferrovie, o l’ampliamento di quelle già esistenti. Anche la gestione delle aree portuali sarà un punto cruciale. In questo piano rientra il completamento del porto di Tremestieri, i cui lavori sono appena ripresi dopo oltre un anno di stop.
Messina, come città portuale di grande rilevanza, dovrà adattarsi ai cambiamenti nei flussi di traffico che il ponte potrebbe comportare, prevedendo anche la possibile crescita delle attività commerciali legate ai trasporti marittimi e non a uno stop dei collegamenti nello Stretto come ipotesi paventata in precedenza dal vicepremier Salvini.
Un altro aspetto importante riguarda la sostenibilità ambientale. La costruzione del ponte e le opere correlate avranno un impatto significativo sul territorio e sull’ecosistema dello Stretto. Di conseguenza, il nuovo piano regolatore di Messina dovrà integrare soluzioni che possano mitigare questi effetti con l’inclusione di aree verdi e la riqualificazione degli spazi pubblici. La pianificazione urbanistica dovrà tener conto anche delle nuove opportunità di sviluppo economico e turistico.
Il futuro del Prg: tra ritardi e incertezze
Nonostante la consapevolezza dell’urgenza di aggiornare il Piano Regolatore, l’iter sembra essere ancora lontano dal suo completamento. I ritardi accumulati, prima a causa della complessità stessa del Prg, e successivamente per il rilancio del progetto del ponte, hanno creato un contesto di incertezza anche nella maggioranza in Consiglio comunale. Tutto in attesa del rimpasto annunciato da Cateno De Luca tra partecipate e palazzo Zanca. In previsione di una svolta a destra che potrebbe favorire l’operato in ambito regionale, smentendo però per l’ennesima volta le posizioni di attacco assunte fino a non più di qualche settimana fa nei confronti tanto del presidente Schifani quanto dello stesso Salvini.
Il futuro urbanistico di Messina dipenderà dalla capacità di istituzioni locali e nazionali di coordinarsi efficacemente per garantire che il nuovo Prg non solo risponda alle esigenze attuali della città, ma riesca anche a guardare al futuro con una visione strategica chiara e lungimirante. Per un bivio davanti al quale la città dello Stretto non potrà più fare retromarcia.
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