I risultati sono stati presentati da Emanuele Alagna, direttore della sede palermitana della Banca d’Italia, e da Francesco David e Cristina Lemma, della “Divisione analisi e ricerca economica territoriale”
PALERMO – Siamo ancora lontani dai risultati dei primi due trimestri del 2022 anche se nel primo semestre del 2024 l’attività economica in Sicilia ha continuato a espandersi, rispetto al primo trimestre del 2024, crescendo di circa l’1%, con un risultato superiore a quello della media nazionale. Questo è il dato generale emerso dalla conferenza stampa che si è tenuta oggi presso la sede palermitana della Banca d’Italia. L’occasione è stata la presentazione della pubblicazione “L’economia della Sicilia – aggiornamento congiunturale”, relativa all’andamento della congiuntura regionale nella prima parte dell’anno in corso.
I risultati sono stati presentati da Emanuele Alagna, direttore della sede palermitana della Banca d’Italia, e da Francesco David e Cristina Lemma, della “Divisione analisi e ricerca economica territoriale”. Nel complesso, come indicato in premessa, nel primo semestre del 2024 l’attività economica in Sicilia ha continuato a espandersi. In base all’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, il prodotto è cresciuto di circa un punto percentuale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Variazione superiore a quella media nazionale e a quella del Mezzogiorno.
2000 gare per opere pubbliche
La congiuntura del settore industriale è stata debole e, pur beneficiando dello stimolo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), la quota delle imprese che hanno rivisto al ribasso i programmi d’investimento ha prevalso su chi ha investito più del previsto. A tal proposito emerge il dato che sono 2.000 le gare per opere pubbliche all’agosto 2024, per un valore di 3,9 miliardi. Le gare aggiudicate sono pari al 74% del valore bandito tra novembre ‘21 e agosto ‘24 ma sono solo il 41% i lavori avviati o conclusi.
L’attività delle imprese delle costruzioni è aumentata, sostenuta dalla realizzazione delle opere pubbliche bandite negli anni recenti. La congiuntura nel settore delle costruzioni è quindi rimasta positiva, sostenuta dal comparto dei lavori pubblici, anche se compravendite di abitazioni sono diminuite dell’1,7%.
Settore terziario positivo
Nonostante il rallentamento dei consumi e delle presenze turistiche, l’andamento del terziario si è mantenuto positivo. Nel complesso le aziende con fatturato in aumento hanno prevalso su quelle che ne hanno subìto una riduzione e la redditività è rimasta positiva per la maggior parte delle imprese. È proseguita, quindi, la crescita del terziario, sebbene in presenza di un indebolimento della domanda interna. Le presenze turistiche sono in aumento dell’1,4 per cento nei primi otto mesi del 2024 con un +7,1% di stranieri. Risultano inoltre in crescita sia negli aeroporti (+11,3 nel periodo gennaio-agosto dell’anno in corso, sia nei porti. Dall’analisi della Banca d’Italia risulta inoltre che il traffico merci è stabile.
Un’attività d’investimento ancora contenuta, tassi d’interesse su livelli elevati e una maggiore cautela da parte degli intermediari finanziari si sono riflessi in un calo dei prestiti al settore produttivo, soprattutto per le imprese di minori dimensioni e per quelle delle costruzioni.
Le condizioni del mercato del lavoro siciliano hanno continuato a migliorare: l’occupazione è aumentata in misura superiore alla media nazionale; la crescita del numero degli occupati ha riguardato tutti i settori con l’eccezione dell’agricoltura e del comparto del commercio, alberghi e ristoranti. Il tasso di attività è salito e, in presenza di una riduzione del numero di persone in cerca di occupazione, il tasso di disoccupazione è diminuito. In termini numerici l’occupazione in Sicilia è aumentata del 4,3%, più che nel Mezzogiorno e in Italia. Contestualmente è cresciuto il tasso di attività (53,7%) e si è ridotto quello di disoccupazione (14,1).
Incremento del reddito
L’espansione dell’occupazione si è riflessa in un incremento del reddito delle famiglie siciliane il cui potere d’acquisto, in una fase d’inflazione contenuta, è tornato a salire e, in termini reali, è aumentato del 3,0% nei primi sei mesi del 2024. I consumi, valutati in termini reali, hanno registrato un’ulteriore decelerazione. La crescita dei finanziamenti alle famiglie ha lievemente rallentato. Come nel 2023, le erogazioni di nuovi mutui si sono ridotte, risentendo del calo delle compravendite immobiliari facendo registrare un -12% nel primo semestre 2024 rispetto allo stesso semestre 2023. Il TAEG medio è sceso al 3,9% (-0,7% rispetto alla fine del 2023). Le famiglie hanno continuato a sottoscrivere soprattutto mutui a tasso fisso. Nel complesso il credito al consumo ha invece continuato a crescere a ritmi vivaci.
Dopo la contrazione dell’anno precedente, la variazione dei depositi bancari detenuti da famiglie e imprese è tornata positiva, sospinta dall’accumulo di liquidità del settore produttivo. A giugno i prestiti al settore produttivo si sono ridotti dell’1,3% su base annua. La contrazione ha riguardato le piccole imprese, quelle dei servizi e delle costruzioni. Per le imprese medio-grandi e per quelle manifatturiere il credito ha sostanzialmente ristagnato. Ha continuato a crescere il valore dei titoli detenuti presso il sistema bancario, soprattutto per effetto delle sottoscrizioni di nuove emissioni di titoli di Stato e altre obbligazioni. È emerso qualche segnale di aumento della rischiosità del credito bancario: il tasso di deterioramento è salito, seppure in misura contenuta; l’indicatore è rimasto invariato per le famiglie ed è cresciuto debolmente per le imprese, specie per i settori dei servizi e delle costruzioni.
Rialzo tassi di interesse interrotto
Rispetto alla fine del 2023, a giugno del 2024 il flusso dei nuovi prestiti “deteriorati” – quelli per cui si ritiene improbabile che il debitore rimborsi il prestito oppure per i quali sono trascorsi oltre 90 giorni dal termine entro il quale il debitore avrebbe dovuto rimborsare le rate prestabilite – in rapporto a quelli “in bonis” è cresciuto debolmente per le imprese passando dal 2,3 al 2,4% mentre è rimasto stabile, 1,4%, per le famiglie. Sempre secondo i dati della Banca d’Italia, il rialzo dei tassi d’interesse del biennio 2022-23 si è interrotto.
Rispetto alle prospettive relative al prosieguo dell’anno e del 2025, il direttore Alagna, in chiusura, ha lanciato un campanello d’allarme: “Dobbiamo fare i conti con il preoccupante dato del calo demografico, soprattutto al Sud. Nei prossimi decenni è previsto un calo delle persone tra i 15 e 64 anni, ossia quelli definiti attivi dal punto di vista lavorativo, di circa il 24%. Questo non potrà far altro che influire negativamente sulle imprese e sul loro sviluppo”.
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