Ignazio Tozzo: "Reinvestire le risorse in servizi per l'utenza" - QdS

Ignazio Tozzo: “Reinvestire le risorse in servizi per l’utenza”

Ignazio Tozzo: “Reinvestire le risorse in servizi per l’utenza”

giovedì 03 Novembre 2016

Forum con Ignazio Tozzo, dirigente generale Dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe)

L’accordo Stato-Regioni ha riconosciuto gli sforzi della Sicilia sul piano del risparmio delle risorse, è così?
“Quest’accordo è un passo in avanti nell’evoluzione sanitaria e tecnologica del Paese, anche se si poteva fare di più. L’accordo, in realtà, si fa interprete di esigenze del sistema rispetto ad assetti assistenziali che i precedenti Lea, Livelli essenziali di assistenza, non prendevano in considerazione. Un esempio è la ludopatia, dove la Regione si è mossa in anticipo rispetto all’accordo ora firmato. Un altro esempio è la vicenda della procreazione medicalmente assistita, che riscuote grandi attese. Infine, ci sono forti attenzioni per l’assistenza domiciliare e per le cure palliative sia dal punto di vista dei profili assistenziali appropriati sia dei profili economici che dobbiamo tenere in considerazione. Ci sono due ragioni per quest’attenzione. La prima ragione riguarda queste situazioni che richiedono grande attenzione nell’adeguatezza delle cure rispetto all’ospedalizzazione. Il vantaggio risiede nel fatto che il malato ha un riscontro positivo nell’ambito psicologico quando può trovarsi a casa sua, anche se per patologie irrecuperabili. La seconda ragione concerne l’aspetto economico, poiché una giornata di assistenza domiciliare costa qualche decina di euro rispetto ad un giorno di ospedalizzazione che costa qualche centinaio di euro. Un altro aspetto importante è che in questo modo gli ospedali liberano posti per chi ne ha bisogno veramente. Questa riforma dei Lea equilibra il sistema, ma una cosa è l’adeguamento teorico un altro è quello reale. I vantaggi, infatti, sono minori perché non si può cambiare il sistema, spostando l’asse dagli ospedali ad altre forme di assistenza, se non si riducono le spese sanitarie. In caso contrario, terremmo una struttura che funziona in modo parziale ma a costi pieni, più le rette delle nuove forme di assistenza. In questo senso, sarà decisivo ciò che accadrà alla rete ospedaliera da dove si attendono nuovi risparmi”.
Ci sono margini per nuovi risparmi?
“In realtà, il termine risparmio non lo userei perché non si deve dimenticare che la Sicilia è in equilibrio finanziario da tre anni. Le somme stanziate per questo settore vanno investite nei servizi e nell’assistenza alle persone, non per altri usi come il sostegno al bilancio della Regione. Se si ottimizzano le risorse in sanità, quelle recuperate possono essere investite in un potenziamento delle strutture o nella costituzione di nuove. Un esempio è dato dalla necessità di disporre di ricoveri per disturbi alimentari, come la bulimia, che, finora, costano parecchio alla Regione perché i pazienti si rivolgono ad altre Regioni per curarsi. Occorre, poi, investire contro quelle patologie che costituiscono la principale causa di mortalità. Al momento sono quattro: le malattie all’apparato circolatorio, i tumori maligni, le patologie dell’apparato respiratorio e quelle endocrino-metaboliche. Gli ultimi dati validati sono del triennio 2011/2013, per cui la mobilità passiva ci costa quasi 594 milioni di euro”.
L’assessore Gucciardi ci ha spiegato poco tempo fa che erano pronte nuove assunzioni e una stabilizzazione del personale. Può confermarcelo?
“Il problema è legato a decisioni ministeriali, perché per l’assessorato ci sono tutti i presupposti. Le dotazioni organiche delle aziende sono pronte dagli inizi del 2016 e le aziende stesse sono in equilibrio economico con un avanzo di 25 milioni di euro. Tuttavia, il ministero della Salute si è impuntato sulla ristrutturazione della rete ospedaliera, mirata a creare più accorpamenti possibili che permettano il recupero di personale interno. Non tiene conto, però, di tutti quegli ambiti non legati alla rete ospedaliera come i Pronto soccorso, le radiologie, le veterinarie e i punti nascita che hanno necessità di personale. Un discorso simile va fatto per gli infermieri e per gli operatori sociosanitari che sono categorie di personale che non hanno vincoli professionali come i medici e sono più flessibili. Finora non sono state autorizzate assunzioni. Semmai, a dicembre, scadranno molte graduatorie che potrebbero essere prolungate di un anno, ma che potrebbero anche non esserlo. Il rischio è che pur avendo le graduatorie pronte con professionisti a tempo determinato che hanno già conosciuto gli ospedali e le procedure, si  svolgano di nuovo selezioni con decine di migliaia di domande che per giungere al termine allungheranno i tempi dell’inserimento di personale”.
 
Il Dipartimento di quante unità di personale dispone?
“Il Dipartimento conta 140 persone inclusi i comandati, senza i quali potremmo chiudere gli uffici. Non abbiamo più personale qualificato per il blocco dei concorsi da vent’anni. Questo blocco, che dipende dalla Regione, ha portato a un impoverimento del personale qualificato come medici, informatici, veterinari e amministrativi. Perciò, al momento si stanno impiegando funzionari che non hanno le qualifiche richieste. I funzionari sono tutti prossimi alla pensione e non si possono sostituire, per cui la Regione tra cinque anni imploderà per mancanza di personale qualificato”.
In materia veterinaria, quali iniziative sono state prese?
“Le iniziative sono molte e con il monitoraggio continuo degli allevamenti, per cui abbiamo i dati in tempo reale. L’unico territorio che presenta difficoltà è il messinese, dove prevale una forte presenza criminale e dove l’organizzazione veterinaria è ancora carente perché manca il personale. In verità, il direttore generale dell’Asp di Messina potrebbe assumere dieci veterinari per controlli sul campo, ma non può andare avanti perché permane il blocco delle assunzioni. Ci sono, quindi, alcune situazioni che richiedono interventi, ma senza lo sblocco delle assunzioni siamo fermi. Nonostante questa situazione, le aziende finora esaminate nel 2015 sono state 8.725 pari al 64,87%, mentre è stato sottoposto a controllo il 66,18% degli ovi-caprini dell’Isola. Sono risultati 147 focolai di infezioni con 255 aziende positive di cui 97 nel territorio di Messina. Comunque, il 91,54% delle aziende di ovi-caprini risulta essere indenne da infezioni. Per quanto riguarda gli allevamenti bovini, su 9.904 aziende, sono state controllate 9.596, il 99% del totale, riscontrando 312 aziende infette”.
 
Quali provvedimenti state prendendo contro le patologie più diffuse?
“La Regione ha approvato un piano di prevenzione che tiene conto di tutti gli ambiti come la sicurezza sul lavoro, i corretti stili di vita, le vaccinazioni, gli screening oncologici e altri settori. Riguardo agli stili di vita, è stato firmato un protocollo con l’Ufficio scolastico regionale con cui si lavora in piena sinergia. Il personale dell’Asp si reca periodicamente a rotazione nei vari plessi scolastici e realizza screening oculistici, sul diabete, sul peso ponderale, ecc… Inoltre, si promuovono tematiche specifiche come quella sugli incidenti stradali, per le quali si stanno facendo giornate informative per spiegare come avvengono gli incidenti, gli effetti degli abusi di alcol e droghe. Esistono dei protocolli con le Forze dell’ordine e c’è un decreto dell’Assessorato che disciplina la collaborazione sugli incidenti stradali, che dà priorità alle Forze dell’ordine stesse riguardo i controlli sugli abusi. Sui corretti stili di vita e sull’alimentazione corretta, si sta portando avanti il progetto Fed, per cui ora, si stanno formando i futuri formatori che andranno nelle scuole e i tutti gli ambienti, dove si formano i gusti dei ragazzi”.
Che cosa state facendo contro la ludopatia?
“Il nostro contrasto della ludopatia è molto attivo, in particolare a Palermo, e c’è un tavolo che si sta muovendo bene per contrastare il fenomeno. Si è fatto un buon lavoro a scuola, dove gli elementi di disagio emergono tra quei ragazzi che hanno cominciato a giocare”.

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