Alla società il difficile compito di valorizzare gli immobili che appartengono al Comune. La terza partecipata istituita dall’Amministrazione De Luca in un anno di governo cittadino
MESSINA – Per l’Amministrazione comunale è la soluzione migliore per gestire in modo proficuo e fluido il patrimonio comunale; per chi ha cercato di avversarla è un altro tassello del disegno del sindaco per smantellare l’organizzazione politico-amministrativa del Comune e privatizzare la gestione di beni e servizi. La Patrimonio Spa – terza partecipata costituita in un anno di governo della città targato Cateno De Luca dopo A.ri.sme e Messina Social City – non ha avuto grandi ostacoli in Consiglio se non il voto contrario del M5S e di una parte del Pd, ancora una volta spaccato.
“Chi ha detto sì al ‘Salva-Messina’ – ha dichiarato De Luca riferendosi al centrosinistra – oggi non può dire no senza motivare nel merito la sua scelta”. Compatto è stato invece il centrodestra nel sostenere la proposta dell’Amministrazione, che apre la strada ad altre nomine e ad altre spese per Palazzo Zanca.
Non era quello che De Luca aveva previsto nel suo programma elettorale, dove anzi veniva preannunciata la chiusura delle partecipate esistenti per contenere le spese, nel rispetto della legge Madia. “Il Comune di Messina – si legge nella delibera approvata- è titolare di un ingente patrimonio immobiliare che versa in gran parte in stato di abbandono, viene utilizzato con modalità difformi alle reali potenzialità, e il suo utilizzo si è rivelato fallimentare e antieconomico. Oggi agli atti non risulta essere presente un inventario dei beni patrimoniali sia nella sua quantità numerica che nella sua quantificazione economico contabile. Sono in corso di espletamento presso il competente dipartimento Demanio e Patrimonio, le ordinarie attività di allineamento dei beni relativi al censimento, concluso il quale si ritiene necessario effettuare tutte le operazioni di valutazione e studio al fine di predisporre le conseguenti azioni di valorizzazione immobiliare: dismissione, riqualificazione, locazione, concessione in uso gratuito”.
Ma c’è chi prevede altri scenari. “Non si tratta – hanno scritto i rappresentanti del movimento Cambiamo Messina dal basso – di una sburocratizzazione della gestione comunale, ma di un ritiro strumentale del Comune dalla gestione, trasferendo ad altri la titolarità, di ‘beni comuni’, rendendo sempre più difficile il controllo pubblico. Nominare direttamente presidenti, direttori generali, Cda, collegi sindacali, consulenti, significa infatti liberarsi dai vincoli politico-amministrativi e dalla ‘vigilanza’ più immediata da parte di consiglieri e cittadini”.
“Dal bando per le aree verdi – hanno affermato i sostenitori della precedente Amministrazione – all’annunciato project financing dei cimiteri, dall’affidamento ai privati degli impianti sportivi alla ‘valorizzazione’ che significa svendita del patrimonio comunale, il disegno politico è sempre lo stesso e ci dispiace che alcuni consiglieri, votando il cosiddetto ‘Salva-Messina’ non se ne siano accorti”.
Il consigliere Pd Libero Gioveni nella seduta della prima Commissione Sport, di cui è presidente, che sta esaminando le delibere relative agli schemi di convenzione degli stadi Scoglio e Celeste, ha posto un problema di legittimità – che dovrebbe essere chiarito da segretario generale e Collegio dei Revisori dei Conti – sulle competenze che rimangono al Consiglio dopo la costituzione della neonata Patrimonio Spa. “Il parere – ha spiegato Gioveni – si rende necessario a garanzia sia del lavoro che la Commissione e il Consiglio hanno avviato, sia per evitare possibili futuri corto circuiti con la stessa società che probabilmente, attraverso un contratto di servizio che regolamenterà le competenze sulla gestione di tutti gli impianti sportivi, potrebbe anche avere titolo sulle future concessioni”.
“Ci auguriamo – ha concluso Gioveni – che anche in questo senso si possa fare chiarezza su ‘chi deve fare cosa’, visto che la nascita della nuova società, cui sono sempre stato nettamente contrario, priva di importanti prerogative, prima in capo ai Dipartimenti, nella gestione dell’intero patrimonio immobiliare”.