Istituita una cabina di regia per rilanciare il settore con la partecipazione di 49 Enti tra cui Asa Onlus. Oggi la Giornata dei diritti dell’infanzia. Maria Virgillito: “Adozione strumento per garantirli”
CATANIA – Una “cabina di regia” denominata “Adozione 3.0” con l’obiettivo di rilanciare il settore dell’adozione internazionale nel terzo decennio. Questo l’obiettivo dell’incontro di 49 Enti Autorizzati all’adozione internazionale in Italia (su 51 totali), che qualche settimana fa si sono riuniti a Roma per chiedere a gran voce il rilancio del settore, colpito da una crisi drammatica negli ultimi otto anni, provocata dalla continua distrazione dei Governi che si sono susseguiti alla guida del Paese.
La segreteria operativa di “Adozione 3.0” è composta da cinque esperti di adozione internazionale: Gianfranco Arnoletti, Pietro Ardizzi, Cinzia Bernicchi, Anna Torre, Maria Virgillitto, quest’ultima presidente dell’Associazione Asa Onlus (Associazione Solidarietà Adozioni), che ha sede legale proprio a Catania.
Tra gli obiettivi primari di “Adozione 3.0” quello di interloquire con la Cai (Commissione per le Adozioni Internazionali), che ha da meno di un mese un nuovo presidente, ovvero il ministro per la Famiglia e le Pari opportunità del Governo Conte bis, Elena Bonetti, al fine di migliorare il sistema che accompagna coppie e bambini nel percorso che vede la creazione di una famiglia tramite l’adozione internazionale.
L’associazione Asa Onlus si occupa di adozione internazionale e ad oggi ha una copertura a livello nazionale con sedi, oltre che a Catania, anche a: Roma, Milano, Palermo, Taranto, Forlì, Bolzano e, proprio da qualche giorno, anche a Reggio Calabria. Secondo l’ultimo Rapporto CAI dal 1° gennaio del 2018 al 31 dicembre 2018 Asa Onlus è a livello nazionale al quarto posto, con 66 minori adottati per 46 coppie adottive.
Asa Onlus dal 2001 ad oggi ha assicurato una famiglia a 1097 minori con un’età media di 6,5 anni per un’età media dei genitori di 44,4 anni. Per Asa Onlus dal primo gennaio 2019 ad oggi sono stati 56 i minori adottati (24 bambini e 32 bambine) di cui 55 provenienti dall’Ungheria e 1 dalla Repubblica Ceca. Negli anni precedenti questi i dati: 66 minori adottati nel 2018; 50 nel 2017; 53 nel 2016; 48 nel 2015; picco massimo registrato nel 2010 con ben 113 minori adottati.
In generale, nel campo delle adozioni internazionali nel Belpaese dopo un primo decennio, dal 2000 al 2010, all’insegna di una forte crescita, con il raggiungimento del tetto di 4.300 adozioni annuali, i nove anni successivi hanno fatto segnare un vertiginoso calo fino a toccare le attuali mille adozioni scarse all’anno. Secondo l’ultimo report statistico disponibile e redatto dalla Cai nell’anno 2018 le coppie che hanno concluso con successo l’iter adottivo attraverso l’intermediazione di un ente autorizzato sono state 1.130 (per 1.394 minori), registrando -3% rispetto al 2017.
Per quanto riguarda il tasso annuo nazionale, nel 2018 si conferma un valore pari a 13,6 coppie richiedenti ogni 100 mila coppie coniugate di 30-59 anni che sancisce significative differenze territoriali con i valori massimi dei tassi che si addensano nelle aree del centro e del nord del Paese. Le performance regionali più alte si riscontrano in Toscana (20), in Friuli- Venezia Giulia (19), in Veneto (18) ed in Emilia-Romagna (18) mentre quelle schiacciate sui valori più bassi si rilevano in Sardegna (6), in Valle d’Aosta (7), in Molise (7) e in Sicilia (7).
Oggi, 20 novembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: sono trascorsi esattamente trent’anni dal giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò, nel 1989, la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Sono oltre 190 i Paesi nel mondo che hanno ratificato la Convenzione: in Italia la sua ratifica è avvenuta nel 1991.
“La Convenzione – afferma il presidente Asa Onlus, Maria Virgillito – è stato il primo strumento di tutela a evidenziare i diritti, di natura civile, politica, sociale, economica, che improrogabilmente devono essere riconosciuti a ogni minore al fine di assicurargli una crescita armoniosa in un clima di rispetto e amore. L’adozione internazionale deve essere pertanto vista come un bene per la Comunità, come uno strumento per garantire i diritti dei bambini e, similmente, i diritti di chi desidera adottarli”. “Rilanciare il settore dell’adozione internazionale – conclude il presidente Asa Onlus – è una grande sfida e significa garantire il diritto alla vita, il superiore interesse del minore e soprattutto garantire il calore di una famiglia a chi aspetta, in ogni parte del mondo, di averne una”.