Un "regolamento" di conti con un 23enne, in rapporti di parentela con un esponente di spicco del clan dei “Cursoti Milanesi”, all'origine dell'incredibile episodio di violenza.
La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha eseguito un provvedimento cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 3 persone, accusati di lesioni aggravate e porto illegale di arma da fuoco: sono accusati di un‘aggressione con arma da fuoco (una pistola) ai danni di un 23enne, in rapporti di parentela con un esponente di spicco del clan dei “Cursoti Milanesi”.
Ecco l’esito delle indagini, dalla denuncia fino agli arresti eseguiti dai carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Catania Piazza Dante.
Aggressione con pistola a Catania, 3 arresti
Gli arrestati sono:
- Agatino Ayadi, nato a Catania il 23.2.1981;
- Anthony Proietto, nato a Catania il 16.1.1996;
- Ali Tarek Abdaoui, nato in Algeria il 4.2.1993.
Sono accusati di lesioni aggravate e porto illegale di arma da fuoco. I primi due erano già noti alle forze dell’ordine.
La ricostruzione della sparatoria
L’episodio delittuoso da cui è scaturita l’odierna misura restrittiva si è verificato nel pomeriggio dello scorso 2 gennaio a Catania, in viale delle Medaglie d’Oro, quando la vittima era stata raggiunta dinanzi alla propria attività commerciale da 3 individui.
Gli uomini in questione, dopo averlo colpito con calci, pugni e un bastone di legno su varie parti del corpo, lo avevano ferito alla gamba sinistra con un colpo di pistola. In quel frangente il malcapitato aveva riportato circa 30 giorni di prognosi per trauma cranico, contusioni varie e una lesione d’arma da fuoco, a pochi millimetri dall’arteria femorale.
Le indagini
A seguito della violenta aggressione, sono state avviate le necessarie indagini da parte dei militari dell’Arma che, attraverso attività tecniche e dinamiche, ulteriormente supportate sia dalla visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza installati sul luogo dell’evento e sulle vie di fuga, sia dagli esiti degli accertamenti medico-legali effettuati sulla persona offesa, hanno permesso di raccogliere, in uno stato del procedimento nel quale non si è ancora realizzato il contraddittorio tra le parti, gravi e concordanti indizi di colpevolezza a carico dei 3 indagati.
In particolare, le investigazioni avrebbero consentito di far luce sull’esatta dinamica dei fatti e sulle motivazioni all’origine dell’aggressione. In tale contesto, sarebbe quindi emerso come Ayadi, con l’intento di chiarire una pregressa lite avuta qualche giorno prima nel quartiere San Cristoforo con un suo parente e alcuni suoi amici, tra cui la vittima, avrebbe organizzato una spedizione punitiva nei loro confronti, coinvolgendo gli altri due indagati.
Il gruppo pertanto, durante la battuta di ricerca, avrebbe riconosciuto il malcapitato, decidendo così di attuare una prima fase della ritorsione. Scesi quindi dai veicoli, i 3 avrebbero accerchiato il giovane catanese, suddividendosi di fatto i ruoli durante il pestaggio. Difatti, mentre Ayadi avrebbe colpito il 23enne con una mazza alla testa, Proietto lo avrebbe centrato con un colpo di pistola con silenziatore alla gamba sinistra e infine Abdaoui lo avrebbe picchiato con calci e pugni su tutto il corpo.
Alla base della gambizzazione ci sarebbero precedenti screzi tra i soggetti coinvolti. Tutto infatti sarebbe nato nel periodo tra Natale e Capodanno scorso, quando Agatino Ayadi, accompagnato da Proeitto, si sarebbe recato in casa di un suo parente per rimproverarlo del comportamento tenuto in un locale notturno catanese, dove lo stesso Ayadi lavorava come buttafuori. La coppia sarebbe invece stata sorpresa da un gruppo di otto/dieci persone, le quali li avrebbero picchiati con bastoni e altri oggetti atti ad offendere. A tale colluttazione avrebbe quindi partecipato anche la vittima che, assieme al resto del gruppo, avrebbe preso le difese del parente di Ayadi.